160 FIORELLA FRISONI [18 Figura 5 – Giovan Francesco Barbieri, il Guercino, La Vergine in trono e i santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo, Modena, San Vincenzo.
19] Appunti «guercineschi» per la chiesa del Carmine di Brescia 161 sa teatina di San Vincenzo in Modena (dove il trono della Vergine è però collocato fra le nubi e l’ambientazione è da esterno), condividendone forse il timbro lucido della cromia 25 . Lo schema del dipinto del Carmine verrà grosso modo riproposto dal Guercino circa vent’anni più tardi, nel 1652, in una tavola d’altare con La Madonna col Bambino, san Giovannino e i santi Giovanni Evangelista e Bartolomeo destinata al Duomo di Cento, mai consegnata e finita poi a Genova, in Palazzo Rosso 26 (Figura 6). «SANTA MARIA MADDALENA DE’ PAZZI» di Cesare Gennari Come è noto, il Carmine di Brescia ospitava un’altra pala di ambito guercinesco, dedicata alla santa carmelitana, anch’essa di origine fiorentina, Maddalena de’ Pazzi (1566-16<strong>07</strong>), beatificata da Urbano VIII circa vent’anni anni dopo la sua morte e canonizzata da Clemente IX il 28 aprile del 1669. Sull’attribuzione di quest’opera le fonti non concordano: alcune l’assegnano alla collaborazione fra due nipoti di Giovan Francesco Barbieri, Benedetto e Cesare Gennari, alcune solo al secondo, e più giovane, pittore 27 . Figli di Ercole e di Lucia Bar- 25 Sulla pala San Vincenzo in Modena vedi D. MAHON, 1968, n. 64, pp. 155, 156, e ID., 1991, n. 73, pp. 204, 205. Dal Libro dei conti l’opera risulta saldata il 25 giugno 1630; Mahon ne deduce che fosse stato cominciata ed in gran parte eseguita nell’anno precedente. 26 Rimasta nella bottega del pittore (C. C. MALVASIA, 1678, II, p. 379; ediz. 1841-1844, II, p. 268), fu probabilmente venduta dagli eredi. Nel 1717 compare a Genova nella quadreria della famiglia Brignole dove rimase almeno fino alla metà del ’700 per poi passare nelle Gallerie Comunali genovesi; cfr. L. SALERNO, 1988, p. 360 n. 291. 27 Di entrambi i fratelli parlano le aggiunte al manoscritto del FAINO, 1630-1669, ed. critica a cura di C. BOSELLI, 1961, pp. 79, 156, 158 e il PA- GLIA, ms. 1660-1714, ed. critica a cura di C. BOSELLI, 1967, pp. 142, 143. Per il solo Cesare propendono F. AVEROLDO, 1700, p. 21, F. MACCARINELLI, 1747 e 1751, ediz. Boselli 1959, p. 145, G. B. CARBONI, 1760, p. 33. La pala era collocata nel primo altare del lato sinistro partendo dal coro (ma il PA- GLIA, ed. Boselli, 1967, I, p. 142 lo cita come secondo, considerando come