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19] Appunti «guercineschi» per la chiesa del Carmine di Brescia 161<br />
sa teatina di San Vincenzo in Modena (dove il trono della Vergine<br />
è però collocato fra le nubi e l’ambientazione è da esterno),<br />
condividendone forse il timbro lucido della cromia 25 . Lo<br />
schema del dipinto del Carmine verrà grosso modo riproposto<br />
dal Guercino circa vent’anni più tardi, nel 1652, in una tavola<br />
d’altare con La Madonna col Bambino, san Giovannino<br />
e i santi Giovanni Evangelista e Bartolomeo destinata al Duomo<br />
di Cento, mai consegnata e finita poi a Genova, in Palazzo<br />
Rosso 26 (Figura 6).<br />
«SANTA MARIA MADDALENA DE’ PAZZI»<br />
di Cesare Gennari<br />
Come è noto, il Carmine di Brescia ospitava un’altra pala<br />
di ambito guercinesco, dedicata alla santa carmelitana, anch’essa<br />
di origine fiorentina, Maddalena de’ Pazzi (1566-16<strong>07</strong>),<br />
beatificata da Urbano VIII circa vent’anni anni dopo la sua<br />
morte e canonizzata da Clemente IX il 28 aprile del 1669. Sull’attribuzione<br />
di quest’opera le fonti non concordano: alcune<br />
l’assegnano alla collaborazione fra due nipoti di Giovan Francesco<br />
Barbieri, Benedetto e Cesare Gennari, alcune solo al secondo,<br />
e più giovane, pittore 27 . Figli di Ercole e di Lucia Bar-<br />
25 Sulla pala San Vincenzo in Modena vedi D. MAHON, 1968, n. 64, pp.<br />
155, 156, e ID., 1991, n. 73, pp. 204, 205. Dal Libro dei conti l’opera risulta<br />
saldata il 25 giugno 1630; Mahon ne deduce che fosse stato cominciata ed in<br />
gran parte eseguita nell’anno precedente.<br />
26 Rimasta nella bottega del pittore (C. C. MALVASIA, 1678, II, p. 379;<br />
ediz. 1841-1844, II, p. 268), fu probabilmente venduta dagli eredi. Nel 1717<br />
compare a Genova nella quadreria della famiglia Brignole dove rimase almeno<br />
fino alla metà del ’700 per poi passare nelle Gallerie Comunali genovesi;<br />
cfr. L. SALERNO, 1988, p. 360 n. 291.<br />
27 Di entrambi i fratelli parlano le aggiunte al manoscritto del FAINO,<br />
1630-1669, ed. critica a cura di C. BOSELLI, 1961, pp. 79, 156, 158 e il PA-<br />
GLIA, ms. 1660-1714, ed. critica a cura di C. BOSELLI, 1967, pp. 142, 143. Per<br />
il solo Cesare propendono F. AVEROLDO, 1700, p. 21, F. MACCARINELLI,<br />
1747 e 1751, ediz. Boselli 1959, p. 145, G. B. CARBONI, 1760, p. 33. La pala<br />
era collocata nel primo altare del lato sinistro partendo dal coro (ma il PA-<br />
GLIA, ed. Boselli, 1967, I, p. 142 lo cita come secondo, considerando come