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dipartimento di progettazione dell'architettura

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2<br />

Altri componenti dell’unità operativa:<br />

<strong><strong>di</strong>partimento</strong> <strong>di</strong> <strong>progettazione</strong> dell’architettura<br />

simili nell’ambito <strong>di</strong> concorsi nazionali ed<br />

internazionali <strong>di</strong> Architettura.<br />

Titolo della ricerca:<br />

I parchi tecnologici e culturali della società<br />

me<strong>di</strong>oevale. Le abbazie cistercensi:<br />

organizazzione spaziale dell’architettura<br />

e dell’ambiente<br />

Responsabile dell’unità operativa:<br />

Pinagli Maria Gabriella Professore associato<br />

Altri componenti dell’unità operativa:<br />

Mignini Stefania Cultore della materia<br />

Angelini Leonardo Cultore della materia<br />

Descrizione sintetica del progetto<br />

<strong>di</strong> Ricerca:<br />

La ricerca nata con l’intento <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare<br />

gli elementi propri del fenomeno cistercense<br />

in Europa, sia per ciò che riguarda<br />

gli aspetti dell’organizzazione<br />

spaziale che ambientale tendeva a rintracciare<br />

e a ri<strong>di</strong>segnare la presenza<br />

abbaziale dell’Or<strong>di</strong>ne nato a Citeaux<br />

costituita da una rete <strong>di</strong> relazioni che<br />

partendo dalla Borgogna si sovrapponeva<br />

prevalentemente all’area occidentale<br />

del nostro continente.<br />

Già dai primi stu<strong>di</strong> si cercava <strong>di</strong> dar conto<br />

della e<strong>di</strong>ficazione dell’abbazia come<br />

“scienza” del costruire che va dagli<br />

aspetti tipologici al quadrato bernar<strong>di</strong>no,<br />

alla modularità, ai possibili futuri<br />

ampliamenti, all’uso <strong>di</strong> tecnologie, <strong>di</strong><br />

materiali, allo stu<strong>di</strong>o della <strong>di</strong>namica dei<br />

flui<strong>di</strong> legato a questioni meccaniche,<br />

etc…. così come a problemi <strong>di</strong> ubicazione<br />

e orientamento dell’organismo monastico<br />

e delle grange come prime forme<br />

<strong>di</strong> attenzione ad una migliore qualità<br />

<strong>di</strong> vita (soleggiamento, illuminazione,<br />

ventilazione, etc.) soprattutto riferibili<br />

agli ambienti <strong>di</strong> lavoro piuttosto che a<br />

quelli della preghiera e dell’incontro comunitario.<br />

Tutto ciò si è continuamente<br />

coniugato con prefigurazioni <strong>di</strong> carattere<br />

biblico, teologico, simbolico se non<br />

esoterico nell’evocazione dell’abbazia<br />

come modello della “Civitas Dei” che <strong>di</strong>segna<br />

il suo “esserci” come metafora<br />

della Gerusalemme Celeste con una propria<br />

forma e struttura che, se da un lato<br />

richiama la “scienza dei numeri”, dall’altro<br />

vuole negare possibili influenze astrali.<br />

In realtà la rete delle presenze cistercensi<br />

non si ferma all’Europa occidentale<br />

perché via via permea <strong>di</strong> sé Scan<strong>di</strong>navia,<br />

Europa Orientale ed il mondo crociato<br />

nel vicino Oriente, dove il costruito<br />

non possiede le medesime “invarianti”<br />

proprie dell’abbazie, ma usa del bagaglio<br />

<strong>di</strong> conoscenze che l’Or<strong>di</strong>ne aveva<br />

assommato, verificato e <strong>di</strong>vulgato attraverso<br />

maestranze monastiche e laiche<br />

che si erano formate in veri e propri cantieri/scuola<br />

e da cui erano nate cattedrali,<br />

<strong>di</strong>fese urbane, castelli, e<strong>di</strong>fici pubblici,<br />

fattorie, mulini, regimazione <strong>di</strong> fiumi,<br />

etc.. E se è pur vero che nascono<br />

e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong>versi dall’abbazia e dalla grangia<br />

è altrettanto verificabile che l’impronta<br />

originaria, sganciata da una icnografia<br />

necessaria all’impianto <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong><br />

lavoro delle comunità monastiche, continua<br />

a guidare e contaminare i nuovi<br />

progetti attraverso le figure, i rapporti<br />

numerici, i moduli affermati anche e non<br />

solo della città me<strong>di</strong>evale nelle costruzioni<br />

civili e religiose.<br />

La ricerca ha, inoltre, dovuto porsi il problema<br />

<strong>di</strong> come in poco più <strong>di</strong> qui<strong>di</strong>ci decenni,<br />

questo fenomeno possa essersi<br />

prodotto e consolidato non solo per gli<br />

aspetti riguardanti la storia dell’architettura,<br />

ma anche in quelli dello sviluppo e<br />

della gestione del territorio, dell’economia,<br />

del paesaggio, etc.. In quelli che<br />

possono essere ritenuti i documenti fondativi<br />

dell’Or<strong>di</strong>ne, nei sermoni e nelle<br />

lettere <strong>di</strong> Bernardo si inaugura una Istituzione<br />

che, pur in consonanza con l’Or<strong>di</strong>ne<br />

benedettino nella riaffermazione<br />

dell’impegno <strong>di</strong> preghiera e <strong>di</strong> lavoro, la<br />

ricerca in<strong>di</strong>vidua forme organizzative<br />

generali e particolari estremamente<br />

avanzate all’interno della famiglia monastica<br />

(monaci, conversi, laici) che:<br />

- fanno corrispondere gerarchicamente<br />

responsabilità e competenze;<br />

- attraverso il sistema delle “filiazioni”<br />

(ciascuna nuova abbazia oltre ad adottare<br />

un regime autarchico deve fondare<br />

in pochi anni nuove abbazie e così via….):<br />

- esigono che ogni abbazia si autocostruisca<br />

e acquisisca territorio agrario da<br />

governarsi attraverso grange (deputate<br />

a colture e allevamenti, alla coduzione<br />

<strong>di</strong> mulini, <strong>di</strong> chiuse, marcite, miniere,<br />

cave, ferriere, opifici, luoghi <strong>di</strong> attracco<br />

e porti, etc..) in grado <strong>di</strong> generare prodotti<br />

ed economia utili alla famiglia monastica<br />

e in seguito da commercializzarsi<br />

sia nei vicini mercati che nei mercati<br />

europei;<br />

- sfuggono ai poteri locali accompagnando,<br />

sfruttando le popolazioni, ma certamente<br />

entrando in consonanza con lo<br />

sviluppo della società che mentre si affranca<br />

dal sistema feudale genera la<br />

nuova città;<br />

- istituiscono il Capitolo Generale che, a<br />

cadenze regolari, vede riuniti tutti gli<br />

Abati <strong>di</strong> ogni singolo monastero, ha il<br />

compito <strong>di</strong> decidere le politiche dell’Or<strong>di</strong>ne,<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>rimere controversie e si trasforma<br />

anche nel luogo <strong>di</strong> scambio delle<br />

nuove conoscenze e dei nuovi saperi.<br />

In sostanza è sembrato <strong>di</strong> capire che i<br />

Cistercensi lavorassero su due piani <strong>di</strong>stinti<br />

rappresentati dall’impegno nelle<br />

particolari realtà locali e, al contempo,<br />

avessero fatta propria l’idea che solo<br />

un’ampia rete <strong>di</strong> relazioni fuori dai propri<br />

territori potesse assicurare loro una<br />

crescita <strong>di</strong> pensiero e <strong>di</strong> operatività.<br />

Titolo della ricerca:<br />

Le Figure dello Spazio Sacro<br />

7<br />

Responsabile dell’unità operativa:<br />

Ricci Andrea Ricercatore<br />

Cossu Cristiano<br />

Toni Ada<br />

Piatti Andrea<br />

Dottore <strong>di</strong> ricerca<br />

Dottore <strong>di</strong> ricerca<br />

Cultore della materia<br />

Descrizione sintetica del progetto<br />

<strong>di</strong> Ricerca:<br />

Se come si era sostenuto all’atto dell’iniziale<br />

sintesi programmatica, è vero che<br />

la ricerca si costruisce sull’incontro tra<br />

la “funzionalità” liturgica e le figure dello<br />

spazio sacro, e si prefigge <strong>di</strong> perimetrare<br />

il “campo <strong>di</strong> esistenza” <strong>di</strong> possibili<br />

evoluzioni nella definizione compositiva<br />

<strong>di</strong> tali spazi, cioè entro i termini <strong>di</strong> riconoscibilità<br />

delle figure stesse, allora appare<br />

inevitabile partire da una vasta<br />

opera <strong>di</strong> classificazione e selezione critica<br />

dei materiali figurativi se<strong>di</strong>mentati<br />

nella storia.<br />

Parallelamente a tale fare <strong>di</strong> necessaria<br />

documentazione risulta già avviato un<br />

serrato programma <strong>di</strong> incontri e confronti<br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong> che mirano a relazionare le<br />

evoluzioni figurative dello spazio sacro<br />

storico con l’interpretazione delle nuove<br />

esigenze del culto e dei mutati pesi simbolici<br />

dei cossidetti “fuochi liturgici”. Ciò<br />

permette <strong>di</strong> inquadrare il problema <strong>di</strong> una<br />

sperimentazione operativa condotta anche<br />

in sede <strong>di</strong>dattica, all’interno della prospettiva<br />

<strong>di</strong> una ricerca progettuale dove<br />

lo spazio rimane l’unico soggetto, comprendendo<br />

esso sia la riconoscibilità figurativa<br />

tra<strong>di</strong>zionale, sia la logica della<br />

nuova “funzionalità” liturgica.<br />

architettura e<br />

contesto<br />

Titolo della ricerca:<br />

Nuove tipologie residenziali<br />

nuova ricerca<br />

Responsabile dell’unità operativa:<br />

Canepari Carlo Ricercatore<br />

ricerca <strong>di</strong> ateneo<br />

ricerca <strong>di</strong> ateneo

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