Credito - Regione Autonoma della Sardegna
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INTRODUZIONE<br />
Francesco Porcu - Vicepresidente del Crel <strong>Sardegna</strong><br />
Il dottor Mereu ha illustrato le finalità dell’iniziativa di oggi e le ragioni<br />
che hanno spinto il Crel ad organizzarla.<br />
Mi limiterò a fare alcune considerazioni per richiamare il contesto nel<br />
quale questa nostra iniziativa si colloca. Essa è propedeutica alla definizione<br />
di un orientamento e di un Documento che il Crel, sulla base di queste<br />
iniziative, redigerà alla fine dei Seminari previsti.<br />
Il tema che trattiamo oggi, per importanza ed attualità, oltre che per gli<br />
evidenti elementi di correlazione, si colloca a pieno titolo nell’insieme di<br />
quegli argomenti, di quei filoni, o di quelle leve che occorre attivare per promuovere<br />
lo sviluppo economico e la crescita sociale.<br />
Lo ripeto sempre, c’è un nesso tra credito e sviluppo, ed è indubbio che<br />
gli ultimi quindici anni, su questo versante, abbiano portato davvero ad una<br />
svolta, c’è stato un processo di trasformazione profondo. È aumentato il grado<br />
di concentrazione del sistema bancario e finanziario a seguito di una profonda<br />
ristrutturazione.<br />
Gli assetti in materia creditizia e finanziaria, disegnati dalla Legge bancaria<br />
del ’36, sono stati sovvertiti dalla Legge Amato che, nei primi anni ’90,<br />
ha consentito in qualche modo di superare assetti consolidati nel tempo,<br />
quella che veniva chiamata la foresta pietrificata.<br />
Da allora l’esercizio del credito viene considerato come un’attività di<br />
impresa e non più di pubblica utilità; quindi, fare banca è l’esercizio di un<br />
diritto più che l’adempimento di una funzione.<br />
Questo processo di trasformazione e di concentrazione ha portato<br />
anche alla scomparsa delle grandi banche meridionali, ovviamente per<br />
ragioni che sono più complesse, legate anche al loro livello d’indebitamento.<br />
Questa è l’evoluzione che abbiamo avuto nell’ultimo quindicennio e l’intero<br />
sistema creditizio, anche meridionale, si è necessariamente uniformato<br />
ai cambiamenti avvenuti a livello nazionale.<br />
Questa è una condizione che, a detta di molti, avrebbe portato il sistema<br />
creditizio meridionale a conservare anche quelle condizioni di specificità<br />
che ci aveva consegnato il modello precedente, con due significativi elementi<br />
di fondo che, a detta di alcuni, sono ancora presenti: significativi differenziali<br />
dei tassi attivi che vengono praticati al sistema produttivo, ed<br />
anche livelli di impiego comparativamente inferiori degli impieghi bancari.<br />
Questa condizione, con la scomparsa delle grandi banche meridionali,<br />
sarebbe dovuta e sarebbe anche la classica conseguenza legata al fatto che la<br />
proprietà delle banche è passata in altre mani.<br />
Queste sono tesi che, in qualche modo, vengono smentite dalla ricerca<br />
e dai dati forniti dalla stessa Banca d’Italia. Qui si apre una disputa, (sentiremo<br />
nel prossimo Seminario del 16 luglio il parere delle banche), con chi<br />
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