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Credito - Regione Autonoma della Sardegna

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CREDITO, NUOVO RUOLO E FORMAZIONE<br />

Gianfranco Bottazzi - Presidente Sfirs<br />

Dopo l’intervento spumeggiante<br />

del Presidente Mazzella è difficile<br />

riportare le cose, anche perché alla<br />

luce di quello che afferma, sembra<br />

che le statistiche distribuite da Banca<br />

d’Italia siano un po’ dubbie. Credo<br />

che le cose dette siano giuste, ma<br />

credo che anche le statistiche lo siano,<br />

perché evidentemente comprendono<br />

e considerano una quantità di<br />

casi marginali che, purtroppo, caratterizzano<br />

gran parte del sistema<br />

produttivo <strong>della</strong> <strong>Sardegna</strong> e del<br />

Mezzogiorno.<br />

Nell’introduzione di Francesco<br />

Porcu è giustamente citato il fatto che<br />

c’è stato un grande movimento, una<br />

grande trasformazione che ha interessato<br />

il sistema creditizio e finanziario,<br />

e contemporaneamente – non<br />

sono due cose sganciate, ma credo<br />

abbiano una grossa influenza reciproca<br />

– c’è stato un grande cambiamento<br />

riguardo alla filosofia delle politiche<br />

di sviluppo. Naturalmente questo ha<br />

influenzato le trasformazioni del<br />

sistema creditizio e finanziario e, contemporaneamente,<br />

queste hanno finito<br />

per rafforzare ed influenzare quella<br />

nuova filosofia, quelle nuove politiche<br />

di sviluppo chiamate programmazione<br />

negoziata.<br />

La trasformazione del sistema<br />

creditizio e finanziario credo non sia<br />

ancora completata e, soprattutto per<br />

moltissimi aspetti, occorre a verificare<br />

alcune cose che vengono dette<br />

comunemente, che si tratti delle statistiche,<br />

<strong>della</strong> letteratura economica<br />

o delle impressioni assolutamente<br />

corrette di coloro che operano direttamente<br />

in questo sistema.<br />

Dal punto di vista del rapporto<br />

tra sistema finanziario e sviluppo, o<br />

crescita economica, esistono dei<br />

paesi - le cosiddette market economy,<br />

le economie di mercato nel senso<br />

stretto <strong>della</strong> parola - nei quali le<br />

imprese reperiscono le risorse direttamente<br />

dal mercato. Teoricamente<br />

non hanno bisogno di accedere al<br />

sistema creditizio, ma, caso mai, a<br />

quello finanziario: borse, azioni e<br />

così via. Non sono molte. Nella realtà<br />

probabilmente non esiste un’economia<br />

di mercato di questo tipo, ma<br />

a questa si contrappone, dove i mercati<br />

finanziari sono meno sviluppati,<br />

la cosiddetta bank economy, dove<br />

le imprese, soprattutto quelle piccole<br />

rappresentanti l’assoluta maggioranza,<br />

devono necessariamente<br />

ricorrere al sistema bancario per<br />

poter accedere al credito e reperire<br />

le risorse finanziarie di cui necessitano.<br />

Credo che il nostro sistema<br />

sardo, meridionale e nazionale in<br />

quest’ipotetico continuum, si debba<br />

collocare dalla parte delle bank economy.<br />

Ma forse neanche tanto perfettamente<br />

dentro questo sistema,<br />

perché soprattutto in <strong>Sardegna</strong> e nel<br />

Mezzogiorno, malgrado il processo<br />

di concentrazione, che ha avuto luogo<br />

in questi ultimi vent’anni, e malgrado<br />

un processo di miglioramento<br />

dei differenziali che caratterizzavano<br />

il Mezzogiorno ed il centro nord,<br />

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