Credito - Regione Autonoma della Sardegna
Credito - Regione Autonoma della Sardegna
Credito - Regione Autonoma della Sardegna
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
dimensionale ed organizzativo finalizzato<br />
al conseguimento dei requisiti<br />
per l’iscrizione all’art. 107. Tale<br />
percorso prevede tra l’altro l’aggregazione<br />
sovraregionale nel meridione<br />
con costituzione di un unico<br />
Confidi di 1° livello.<br />
Slide 9. Ruolo del servizio.<br />
Indipendentemente dal rilascio <strong>della</strong><br />
garanzia (e quindi dal suo impatto<br />
mitigativo del rischio di credito<br />
bancario), il ruolo del Confidi come<br />
trait d’union nel perdurante divario<br />
di relazione tra sistema bancario e<br />
mondo delle PMI, risulta efficacemente<br />
assolto dall’inquadramento<br />
dell’attività del Confidi non tanto in<br />
ottica di garanzia, quanto in ottica<br />
di servizio. Tale secondo ruolo del<br />
Confidi, che talora viene inteso<br />
come aggiuntivo <strong>della</strong> garanzia (nei<br />
Confidi in grado di trasformarsi in<br />
intermediari vigilati), e talora come<br />
alternativo (nei Confidi dimensionalmente,<br />
ma non organizzativamente,<br />
più deboli), si presenta oggi<br />
come un forte segnale di collaborazione<br />
lanciato alle grandi banche<br />
nazionali (si pensi al Valore Confidi<br />
di UCB), che trovano nei Confidi il<br />
valido e spesso unico punto di riferimento<br />
nello sviluppo del credito<br />
territoriale.<br />
Slide 10. Prodotto capitalizzazione.<br />
La grande crescita del numero<br />
di cooperative nate in <strong>Sardegna</strong><br />
dai primi del 1900 per trasformare<br />
e commercializzare i prodotti agricoli<br />
e zootecnici, appare fortemente<br />
legata al godimento dei notevoli<br />
incentivi delle leggi regionali e poi<br />
di quelle nazionali e comunitarie. I<br />
contributi in conto capitale per la<br />
realizzazione degli stabilimenti,<br />
insieme ai prestiti di conduzione ed<br />
alle altre agevolazioni di carattere<br />
finanziario e fiscale, hanno provocato<br />
lo squilibrio <strong>della</strong> struttura<br />
finanziaria delle imprese. Quelle<br />
che oggi sono rimaste sul mercato<br />
dopo la selezione dei decenni passati<br />
- alcune di esse sono eccellenze<br />
nel proprio settore di attività - presentano<br />
bilanci la cui analisi, condotta<br />
a campione sui principali<br />
indicatori, denota una capitalizzazione<br />
media (intesa come rapporto<br />
tra mezzi propri e passivo) del<br />
26,5%. Essa è di per sé apprezzabile<br />
se confrontata con altre tipologie<br />
d’impresa, ma soltanto il 4,75% è<br />
capitale sottoscritto dai soci, contro<br />
una media del 10% nelle altre<br />
imprese, mentre il resto deriva dai<br />
contributi in conto capitale percepiti.<br />
A ciò si aggiunge un eccesso di<br />
indebitamento bancario, ed al suo<br />
interno un eccesso di indebitamento<br />
a breve termine ed un utilizzo<br />
improprio dei prestiti di campagna<br />
che, inizialmente concessi per<br />
coprire il solo ciclo produttivo, di<br />
fatto vengono quasi sempre prorogati<br />
fino a 18 mesi ed oltre per assistere<br />
i cicli di magazzino e commerciale<br />
che invece dovrebbero essere<br />
coperti da forme tecniche più<br />
appropriate. Nelle imprese cooperative<br />
la struttura finanziaria tende<br />
ad essere sottocapitalizzata, oltre<br />
che per i fattori comuni alle altre<br />
forme d’impresa, per ragioni insite<br />
nel modello cooperativo. Tra esse, il<br />
principio assembleare detto “una<br />
testa un voto” non stimola i soci ad<br />
incrementare la loro quota di capitale<br />
sociale oltre il minimo consentito.<br />
53