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Sentiero Sardegna Sentiero Italia Sentiero Europa - Enit

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da Badde Suelzu a Sos Littos-Sas Tumbas (oppure da Badde Suelzu a Santa Reparata)<br />

Itinerario principale per Sos Littos-Sas Tumbas<br />

(toccando il posto-tappa Enattu ‘e sa Conchedda)<br />

(7ª tappa del <strong>Sentiero</strong> <strong>Italia</strong>)<br />

7 ª<br />

tappa<br />

Presentiamo qui appresso l’itinerario che,passando per alcune aree dell’Azienda Forestale senza grossi<br />

dislivelli, conduce direttamente alla tappa di Sos Littos-Sas Tumbas consentendo di saltare il postotappa<br />

di S. Reparata (nonché quello di Alà) (*).<br />

Si parte dalla piazzetta di Badde Suelzu verso SW lungo la carrareccia e la si lascia quasi<br />

subito risalendo alla piazzetta della chiesetta. Proseguiamo in salita lungo una pista ormai<br />

abbandonata percorribile solo con fuoristrada. Dopo un primo tratto in salita si arriva<br />

su un altopiano delimitato da P. Ramasinu, P. Ziu Lisandru e P. Rangedda. Lasciando<br />

sulla destra degli orti abbandonati delimitati da un muretto a secco di ottima fattura, si<br />

va verso Punta Mastru Andrìa (q. 702). Abbiamo in tal guisa attraversato un territorio<br />

molto degradato dove in mezzo ai cisti e alle eriche sta comunque emergendo la rinnovazione<br />

a leccio e a sughera.<br />

Dopo Mastru Andrìa la traccia della pista diviene più confusa, quindi occorre attenzione<br />

finché non si è persa quota e si ritrova una sterrata in buono stato. Ora ci troviamo in<br />

area bonificata per uso pascolivo: si notano anche delle costruzioni adibite a ricovero per<br />

bestiame. Sempre con direzione E si guada un torrente e, superata una stalla (dove si può<br />

trovare acqua), si arriva alla SS 389. Di fronte a noi, dall’altra parte dell’asfalto, sta la grande<br />

area di riforestazione dell’AFDRS chiamata Terranova (perché sconfina nel territorio<br />

di Olbia, un tempo chiamata Terranova).<br />

Entriamo in un cancello in località Su Tuccone e siamo in un rimboschimento a conifere.<br />

Si va avanti tralasciando le stradine secondarie. Dopo 800 m si volta a dx e si scende di<br />

quota sino al cancello; si attraversa e si entra in quello di fronte. Dopo aver superato un<br />

vascone d’acqua con a fianco una casetta, si prosegue.All’incrocio prendiamo a dx e poco<br />

dopo siamo alla casermetta forestale di Enattu ‘e sa Conchedda, dove si può eleggere<br />

posto-tappa.<br />

La tappa successiva per Sos Littos-Sas Tumbas può essere svolta tranquillamente in giornata<br />

perché complessivamente non supereremmo i 25 km. La descrizione della prosecuzione è contenuta<br />

nel capitolo relativo alla 6ª tappa, precisamente nell’inciso chiamato “Grande bretella per<br />

Sos Littos-Sas Tumbas”.<br />

Punta Ramasinu = ‘punta del rosmarino’.<br />

Rangedda (o Ragnedda) è un cognome che può indifferentemente indicare, secondo il Pittau,‘la parte<br />

posteriore del piede del cavallo’ ed anche il ‘fulcro del cancello rustico che gira per terra’.<br />

Su Tuccone (anche tsuccone, tsuncone) in sardo è ‘il singhiozzo’. Onomatopeico.<br />

(*) Questo itinerario è stato studiato in gran parte (e descritto in gran parte) direttamente da Tore Buschettu. 91

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