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14 ª tappa • Tempo: da Oliena a Lanaitto ore 6,30. Da Maccione a Lanaitto ore 5,30 DA Oliena A Lanaitto (o DA Maccione A Lanaitto) oppure: DA Oliena A Funtana Bona (o DA Maccione A Funtana Bona) • Dislivello in salita: 600 m • Dislivello in discesa: 1150 m • Chilometri: 13,3 da Maccione a Lanaitto; 15,8 da Oliena a Lanaitto; 11,8 dal bivio di Daddana a Lanaitto (Carte IGM 1:25000, F° 500 Sez. III - Oliena; F° 517 Sez. IV - Funtana Bona) 14.1 - L’ardua traversata del Supramonte. 142 Attenzione! Da Pradu a Lanaitto si cammina quasi sempre su roccia viva e spesso aspra. Occorrono scarponi rigidi.
da Oliena a Lanaitto oppure: da Oliena a Funtana Bona Oliena Di origine sicuramente preistorica, il nome di Olièna (localmente Ulìana) apparve alla storia nel 1342. Oggi viene assimilato - con etimologia popolare - alla presenza degli olivi e all’olio che se ne trae. L’etimo proposto da Giovanni Spano nel 1872 (fenicio Helion ‘altissimo’, alludente alla rupe del Corrasi) non ha fondamento. In realtà la sua radice Ul-/Ol- va ricondotta a un’antica radice (I)ul-/(I)ol-, identica a quella del toponimo Giulìa (cfr. lat. Iulia) presente a Scala ‘e Pradu. Oliena significa ‘città degli Iolaenses (o Ilienses)’, anzi, a causa del suo tema territoriale in -àna,‘Terra degli Iolaenses (o Ilienses)’ (vedi la lunga discussione etimologica nel capitolo riservato alla 20ª tappa, e vedi anche alla voce Ilienses nel Glossario Toponomastico). Oliena era ed è famosa per gli olivi, innestati dai padri Gesuiti a cominciare dal 1653; era anche famosa per il baco da seta e per il miele; a tutt’oggi è celeberrima anche per l’ottimo vino, cantato persino dal D’Annunzio. Nel 1843 fu rinvenuta una piccola statua bronzea di Aristeo nudo, con la testa ornata di fiori e cinque api simmetricamente disposte dalle spalle all’addome. L’eroe conosceva la coltivazione degli olivi, l’arte di coagulare il latte, di costruire gli alveari, di allevare le api. Ciò prova che gli Olianesi sono un popolo civile e attivo ab antiquo.L’editto reale del 1806 dava facoltà ai proprietari dei terreni aperti, anche di quelli compresi all’interno del vidazzone, di chiuderli per farne degli oliveti. L’editto ordinava inoltre ai proprietari di terreni comprendenti un numero sufficiente di olivastri e assolutamente inadatti al pascolo di chiuderli e di innestare gli alberi. Prometteva un titolo nobiliare a coloro che avessero piantato o innestato quattromila olivi. Le basse contrade di Oliena sono bellissime (al pari della splendida montagna e delle potenti risorgive, quale quella di Su Gologone), e sono anche produttive. Il popolo olianese va fiero della produttività del suo territorio, la quale non è certo casuale ma è procurata da una grande tenacia: ha ragione quindi di preoccuparsi molto seriamente se la produzione cala inaspettatamente. Nel 1762 aveva tristemente constatato che il raccolto andava in malora già da alcuni anni. Senza darsi per vinto, ricorse al papa Clemente VIII per chiedere l’assoluzione da qualche occulta scomunica, con preghiera di estendere l’assoluzione anche ai morti. Clemente provvide con Bolla del 3 ottobre 1762 (Giovanni Spano). Partecipe del clima di valle e di montagna, Oliena è soggetta a repentini turbamenti meteorici a causa del continuo scambio verticale delle correnti. La fantasia popolare attribuisce a Cusidore, una vetta ricca di vie alpinistiche, la natura di Diavolo. Un diavolo bonario, un diavolo calzolaio (Cusidore = lat. sutor), che però spesso borbotta tuonando, per essere costretto a rifarsi le suole lacerate dalle taglienti rocce del Supramonte. ❏ 14 ª tappa Partenza da Oliena. Uscendo dalla casa di Patrizia Carrus si ritorna sulla piazzetta della contigua chiesa e da qui si torna al ponticello superiore sul canale di guardia. Lo si supera e si prosegue diritti per 100 m, poi si lascia la via risalendo a dx verso E, tagliando le isoipse sino a uscire - dopo circa 400 m - dal paese innestandosi direttamente sulla stradetta cementata che porta a Maccione. Siamo a q. 440. 143
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ISBN 88-7138-250-1 Progetto grafico
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Sommario 14ª tappa: da Oliena a La
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Prefazione XIV La rivoluzione del t
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Prefazione Il Sentiero Italia, per
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dallo Stazzo Lu Pinnenti (Saltàra)
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da Conca Abalta agli Stazzi La Trae
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dallo Stazzo L’Agnata a Val Licci
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da Capriuleddu allo Stazzo La Gruci
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5 ª tappa DA Crocevia delle Grotte
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da Armungia a Su Niu ‘e S’Achil
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da Niu ‘e S’Achili al Monte Ser
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Glossario toponomastico e terminolo
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340 Bibliografia Camarda Ignazio e
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Posti tappa, rispettivi alloggi, me
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Cagliari p. 14.00, a. 17.15; da Nuo
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R ingraziamenti L’itinerario e la
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Con il contributo dell’Assessorat
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S. Teresa di Gallura S. Reparata 1
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Aglientu Rena Majore Stazzi Nudiche
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S. Pietro di Ruda Nuracu d’Izzana
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M. Tamburu 737 Bortigiadas 2.2.1 S.
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P del Lim S.S. 392 Stazzo L’Agnat
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Stazzi Lu Pinnenti 2 Rena Majore M.
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M. Padru ▲ 587 S.Tranu S.Maria St
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Calangianus ▲ M. Petreddu 798 Sta
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Val Licciola 5a ▲ Monte Limbara L
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Li Conchi 5 ▲ Monte Limbara ▲ N
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Nuraghe P.ta Tomeu Canu ▲ 203 Sta
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▲ Punta Valentino 1004 Punta Giam
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San Francesco Alà dei Sardi 7a ▲
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9 Caserma Gianni Stuppa Piras P.ta
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11 Canto Guz 10 Lodè
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C. Janna e’ Rughe ▲P.ta Catirin
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S.S. 131d Monte Albo Miniera Sos En
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Fiume Cedrino Riu Isalle ▲ P.te C
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Oliena 14 Maccione Punta Cusidore
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Fiume Cedrino ▲ Supramonte 958 Ov
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Ped ▲ Riu Dudulu Nodu ’e Littip
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▲ Bruncu Spina ▲ P. Paulinu Arc
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S.S. 389 19 Lago Alto Flumendosa
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Riu Pelau ▲ ▲ Osini Nuovo Nurag
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Scala 1:61.000 ▲ 22 S. Antonio Ri
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Iscra Moris Fonte Sacra 522 554 Sed
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Armung S. Nicolò Gerrei Riu Tolu 2
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26 Bruncu Marrada Matta Masonis ▲
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Scala 1:62.000 Correx ▲ Bruncu Ci
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Arcu Crabiolu Arcu Curadori ▲ M.E
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