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Dialoghi - Azione Cattolica Italiana

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sottolineato che: «La storia umana è attraversata, come da un sigillo bruciante,<br />

a testimonianza della capacità dell’uomo a trascendersi, della radicale<br />

apertura della sua anima sull’infinito, del richiamo ontologico della<br />

persona verso la Trascendenza, cioè verso Dio. Il suo costitutivo essere in<br />

relazione con il mondo e con gli altri, inoltre, getta una decisiva luce sul<br />

pensarsi dell’individuo, ed è denso di conseguenze e di stimoli per le<br />

società, nonché per la costruzione di un mondo più giusto e quindi più<br />

umano. La libertà stessa ne beneficia, libertà che è premessa e condizione<br />

dell’amore senza il quale vi è solitudine e morte. Essa non è un valore<br />

individualistico e assoluto, ma ha sempre a che fare con altro da noi,<br />

uomini e cose. Soprattutto è in relazione con dei contenuti veritativi che<br />

sono oggetto della scelta personale e la specificano nella sua eticità» 2 .<br />

Parole che, prima di riconoscere la persona come essere di e in relazione,<br />

nega che essa possa ridursi «a un agglomerato di pulsioni e desideri».<br />

Questo però non basta a neutralizzare i tanti equivoci che si consumano, a<br />

tutti i livelli, intorno alla persona. A fronte infatti di un dato facilmente<br />

constatabile – e cioè il frequente richiamo alla centralità della persona – ve<br />

n’è un altro altrettanto evidente: ed è l’ambiguità che da sempre accompagna<br />

questo richiamo 3 : «Il termine “persona” è percorso dall’ambiguità sotto<br />

qualunque aspetto esso venga considerato: nella sua genesi, nella gamma<br />

dei suoi possibili significati, nella sua storia, nella portata speculativa che a<br />

esso di volta in volta è stata assegnata» 4 . Oggi, però, l’ambiguità ed i travisamenti<br />

vanno oltre l’ambito etimologico e di storia del termine, tanto da<br />

far sentire i loro effetti sulla prassi e sulle scelte della persona stessa.<br />

Per tornare al volumetto evocato in apertura, Giovanni Reale constata<br />

che «nel mondo di oggi [...] la “persona” diventa singolo individuo, scisso<br />

dai legami con l’altro e con Dio, con forme di individualismo ed egoismo,<br />

nelle loro differenti espressioni, che rendono sempre più precari e fragili i<br />

rapporti umani» 5 . Sul piano sociale, cioè, le ragioni della persona vengono<br />

sempre più spesso sostituite da quelle dell’individuo che, sul piano dei<br />

rapporti, si esprime in termini di “precarietà” e di “fragilità”, rendendo<br />

sempre più problematici se non impossibili i solidi vincoli tra gli uomini e<br />

rendendo sempre meno impegnative le stesse progettualità umane. E questo<br />

perché, «la riduzione del concetto di persona a individuo – aggiunge il<br />

cardinale Scola – espone l’Io alla serialità: l’individuo non personalizzato<br />

diventa uno di una serie» 6 .<br />

NUNZIO GALANTINO<br />

Persona e individuo: distinti non opposti<br />

Sullo sfondo di queste prime ed immediate considerazioni vorrei fermarmi<br />

a riflettere su ciò che di più specifico si può dire sul rapporto tra<br />

persona, virtù e desiderio; evitando innanzitutto di dare per scontato che<br />

la sostituzione in atto nella cultura contemporanea della persona con l’in-<br />

dialoghi n. 3 settembre 2007<br />

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