Sui sentieri delle ombre - Istituto per i Beni Artistici, Culturali e ...
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Analisi scientifiche<br />
<strong>Sui</strong> <strong>sentieri</strong> <strong>delle</strong> <strong>ombre</strong><br />
Analisi scientifiche<br />
L’archeologia oggi non si limita solo a scavi archeologici ma è anche analisi e<br />
ricerca scientifica, grazie all’apporto di discipline ausiliarie e tecnologiche che<br />
possono fornire utili elementi alla ricostruzione della vita dell’uomo antico e del<br />
contesto ambientale in cui viveva. Anche i più piccoli frammenti diventano insospettabili<br />
indizi <strong>per</strong> l’antropologia fisica, l’archeobotanica, l’archeozoologia, l’archeometria<br />
e la geologia.<br />
Antropologia<br />
L’antropologia (dal greco ανθρωπολογία, composto da άνθρωπος, ànthropos<br />
= “uomo” e λόγος, lògos = nel senso di “studio”) è la scienza che studia l’uomo<br />
dal punto di vista sociale, culturale, fisico e dei suoi comportamenti nella società.<br />
In particolare l’antropologia fisica si occupa dello studio <strong>delle</strong> ossa umane antiche<br />
<strong>per</strong> determinare le caratteristiche fisiche dell’individuo riguardo l’età, il<br />
sesso, lo stato di salute e le cause della morte, la corporatura e l’aspetto, eventuali<br />
relazioni di parentela con altri defunti ed informazioni legate alle attività<br />
svolte dagli individui analizzati.<br />
Abbastanza lunga e ricca è la storia degli studi sui resti degli inumati, mentre<br />
minor attenzione è stata posta dalla comunità scientifica ai resti degli incinerati.<br />
Infatti, se si escludono sporadiche osservazioni empiriche e poco dettagliate<br />
condotte su alcuni ritrovamenti ottocenteschi, i primi dati antropologici raccolti<br />
e trattati sistematicamente risalgono soltanto al secondo dopoguerra.<br />
Fino agli anni ’80 del ‘900, tale classe di re<strong>per</strong>ti presentava agli antropologi<br />
troppe problematiche intrinseche <strong>per</strong> avanzare proposte di ricostruzione paleobiologica<br />
(riduzione e frammentarietà <strong>delle</strong> ossa a seguito dell’azione del fuoco);<br />
d’altro canto <strong>per</strong> gli archeologi non rappresentava che un aspetto collaterale<br />
dell’indagine, secondario rispetto alla classificazione dei manufatti o <strong>delle</strong> tipologie<br />
sepolcrali. Ad innescare una svolta nella ricerca sulle pratiche incineratorie<br />
furono la medicina legale e l’antropologia forense, che contribuirono ad impostare<br />
le metodologie <strong>per</strong> il riconoscimento di individui vittime di incendi o di altri<br />
incidenti del genere. Grazie all’accelerazione condotta negli ultimi decenni con<br />
l’introduzione ed il <strong>per</strong>fezionamento <strong>delle</strong> tecniche fisiche e chimiche, nei metodi<br />
di informatizzazione dei dati di scavo e di conservazione dei re<strong>per</strong>ti antropologici,<br />
oggi è sempre più possibile ottenere campioni non contaminati <strong>per</strong> le analisi,<br />
contestualizzati e statisticamente significativi. Se si considera che una buona<br />
parte dei sepolcreti protostorici europei presentano il rito incineratorio (o misto),<br />
si poteva immaginare che questo terreno d’indagine non sarebbe rimasto vergine<br />
a lungo.<br />
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