Sui sentieri delle ombre - Istituto per i Beni Artistici, Culturali e ...
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zona fra Aposa e Ravone, con la radiale di sepolcreti dispiegati tutt’intorno alla protocittà<br />
e poi all’organismo urbano vero e proprio.<br />
Attraverso i corredi funerari è possibile cogliere con diverse sfaccettature l’evolvere<br />
della locale comunità villanoviana sino a quando la società diviene più articolata e<br />
complessa, finendo <strong>per</strong> adottare costumi e rituali dal valore altamente simbolico e<br />
aprendosi sempre di più alle influenze e agli esotismi del mondo esterno. Sotto la<br />
spinta dell’attrazione culturale esercitata dall’Oriente mediterraneo si trasforma in società<br />
orientalizzante, connotata da un ceto principesco nelle cui mani si concentra interamente<br />
il potere economico. A questa componente del corpo sociale villanoviano<br />
va riconosciuto il fondamentale ruolo di promotrice di eminenti progessi culturali,<br />
dalla nascita dell’artigianato artistico sino al diffondersi della scrittura: non a caso, al<br />
museo appartiene una <strong>delle</strong> più antiche iscrizioni in lingua etrusca sinora conosciute.<br />
Il <strong>per</strong>corso museale restituisce una panoramica molto articolata anche <strong>delle</strong> strutture<br />
e <strong>delle</strong> aree produttive ubicate nei pressi dei luoghi d’abitato, a cominciare dalle attività<br />
metallurgiche che hanno nel Deposito di fonderia di S. Francesco un’impareggibile<br />
finestra descrittiva. Davvero ragguardevoli, infine, la raccolta di pietre funerarie di età<br />
orientalizzante, singolare es<strong>per</strong>ienza figurativa dovuta a maestranze esterne, e le collezioni<br />
di materiali da svariate località della provincia di Bologna: Ozzano, Quaderna,<br />
Pianoro, Villanova, Ca’ dell’Orbo, Casalecchio, Pontecchio, Crespellano, San Giovanni<br />
in Persiceto, Monteveglio, Castelfranco e altri siti ancora.<br />
MUV – Museo e Centro di Documentazione della Civiltà villanoviana<br />
– Villanova di Castenaso<br />
Da poco inaugurato, il MUV nasce <strong>per</strong> promuovere la conoscenza del Villanoviano<br />
e rivisitare la figura del conte bolognese Giovanni Gozzadini, cui spetta il merito di<br />
aver riportato alla luce, poco più di un secolo e mezzo fa, le prime tracce di tale cultura<br />
protostorica, attribuendole il nome di “Villanoviano”, da allora universalmente noto,<br />
e di avervi riconosciuto - in largo anticipo sui tempi - l’espressione della più arcaica<br />
manifestazione della civiltà etrusca.<br />
Della <strong>per</strong>sonalità di studioso attento alle patrie memorie, ma anche di uomo dell’Italia<br />
“nuova”, a contatto con insigni <strong>per</strong>sonalità del tempo, gli spazi museali mettono<br />
in luce interessi, ambiti di studio, vicende della celebre sco<strong>per</strong>ta, metodi di lavoro,<br />
aspetti legati al dibattito suscitato da tali ricerche nel panorama scientifico della nuova<br />
nazione, ruolo della moglie, fedele compagna di lavoro e donna fra le più in vista del<br />
secondo Ottocento.<br />
Attraverso una serie di strumenti tradizionali e interattivi, sono resi disponibili anche<br />
dati e conoscenze <strong>per</strong> ricostruire la demografia della zona castenasese, che ha uno<br />
degli elementi di eccellenza nella necropoli di Marano, recentemente indagata. Piccolo<br />
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