SPECIALE Trasporto e riduzione CO2 - Corrente - Gse
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speciale trasporto urbano e <strong>riduzione</strong> <strong>CO2</strong><br />
Auto elettrica?<br />
Crediamoci<br />
di più<br />
INTERVISTA A CORRADO CLINI<br />
Ministro dell'Ambiente<br />
L’industria italiana sta perdendo il treno delle auto elettriche<br />
e delle ibride, nonostante le numerose risorse pubbliche<br />
stanziate negli ultimi quindici anni.<br />
Stiamo cercando di colmare almeno in parte il gap attraverso,<br />
per esempio, la promozione di una ‘piattaforma nazionale’<br />
dell’auto elettrica.<br />
Biocarburanti? è un driver di crescita per le imprese italiane.<br />
di Romina Maurizi<br />
Per una mobilità urbana sostenibile si deve lavorare<br />
soprattutto a livello locale. Auto elettrica? Bene i nuovi<br />
incentivi, serve però un ragionamento più organico. Ma se<br />
poi l’unica azienda nazionale non ci crede...Parla il ministro<br />
dell’Ambiente, Corrado Clini.<br />
E: L’ultimo rapporto della Agenzia Ue per l’Ambiente vede<br />
l’Italia in maglia nera per la qualità dell’aria. Sul banco degli<br />
imputati anche le emissioni del trasporto locale.<br />
Cosa c’è nel cronoprogramma del governo per rendere<br />
sostenibile la mobilità urbana?<br />
CC: è necessario considerare l’estensione prolungata della<br />
limitazione del traffico nei sistemi urbani, attraverso il<br />
rafforzamento del trasporto ferroviario locale e dei trasporti<br />
pubblici urbani a trazione elettrica, l’incentivazione di misure<br />
Corrado Clini<br />
volontarie come il car pooling e il trasporto aziendale e il<br />
car sharing con auto elettriche. Misure che renderanno più<br />
friubili evivibili le nostre ciittà. Il ministero dell’Ambiente<br />
invita a camminare di più e a usare la bicicletta e i mezzi<br />
pubblici, sui quali però devono investire sia le istituzioni<br />
nazionali sia quelle locali. Recentemente ho presentato a<br />
Roma, a Villa Borghese, con il sindaco Gianni Alemanno il<br />
progetto pilota ‘Libertà in movimento’ che prevede l’uso<br />
di bici a pedalata assistita in due parchi romani. è una<br />
tappa significativa di un percorso che unisce la necessità<br />
di affermare e diffondere sistemi di mobilità sostenibile<br />
nei centri urbani (che stiamo sviluppando con l’Anci) alla<br />
necessità di promuovere le innovazioni tecnologiche per<br />
rendere sempre più fruibile e agevole la mobilità alternativa.<br />
Le nuove soluzioni, frutto della ricerca e dell’imprenditoria<br />
italiana, possono rappresentare un viatico d’avanguardia<br />
per una modalità di trasporto individuale da diffondere<br />
nelle città italiane, ma anche da esportare come eccellenze<br />
nazionali in altri paesi con le stesse esigenze.<br />
E: Ha siglato un patto con Ferrovie dello Stato per spostare<br />
sempre più su rotaia il trasporto merci. Si può pensare a un<br />
impegno analogo per la mobilità civile?<br />
CC: Il 90% delle merci viaggia su gomma. Dunque, soltanto il<br />
10% viene trasportato su rotaia, la metà della media europea.<br />
è necessario, allora, sviluppare e incrementare il trasporto<br />
merci su rotaia anche per una maggiore competitività del<br />
sistema produttivo italiano. Inoltre, bisogna rafforzare il<br />
trasporto pubblico su rotaia, in modo da disincentivare<br />
l’uso dei mezzi più inquinanti. A risentirne positivamente<br />
sarebbero anche i costi sostenuti dalle famiglie. Ma non si<br />
può pensare che queste debbano essere virtuose dal punto<br />
di vista ambientale, se le amministrazioni locali non sono in<br />
grado di creare un contesto favorevole. E per questa ragione<br />
si deve lavorare su livelli di governo soprattutto locale. Spero<br />
che l’accordo con Ferrovie dello Stato sia da stimolo per tutta<br />
la filiera della mobilità.<br />
E: Nella Legge crescita ci sono norme per incentivare il ricorso<br />
all’auto elettrica: basteranno per smuovere un mercato che<br />
tarda a decollare?<br />
CC: Gli incentivi sono senz’altro positivi, ma la misura<br />
attuativa dovrebbe essere più organica: per l’auto elettrica<br />
bisogna fare un ragionamento più articolato. Purtroppo<br />
l’industria italiana sta perdendo il treno delle auto elettriche<br />
e delle ibride, nonostante le numerose risorse pubbliche<br />
stanziate negli ultimi quindici anni. Prima di tutto perché<br />
l’unica azienda nazionale dell’auto, nonostante le flotte<br />
pilota realizzate nel corso degli anni con il supporto pubblico<br />
e con ottime performance tecniche, ritiene che questo<br />
segmento industriale non sia strategico e conveniente. Poi<br />
perché - forse di conseguenza - non sono state create in Italia<br />
le infrastrutture utili alla diffusione delle auto elettriche o<br />
ibride. Stiamo cercando di colmare almeno in parte il gap<br />
attraverso, per esempio, la promozione di una ‘piattaforma<br />
nazionale’ dell’auto elettrica proposta dalla Regione Emilia<br />
Romagna, con la partecipazione sinergica delle imprese<br />
italiane che hanno tecnologie di punta nella motoristica,<br />
nell’elettronica, nelle batterie, nei materiali, nella produzione<br />
di veicoli elettrici.<br />
E: I biocarburanti finiscono spesso sotto accusa per il loro<br />
impatto sui prezzi alimentari. La Ue ha annunciato un cambio<br />
di marcia per contenere l’apporto di biofuel “convenzionali”<br />
puntando su quelli di seconda e terza generazione. Le<br />
imprese italiane sapranno cogliere la sfida?<br />
CC: Quella dei biocarburanti è un driver di crescita per le<br />
imprese italiane. A maggio ho partecipato a San Paolo del<br />
Brasile alla firma di un accordo tra la nostra Mossi & Ghisolfi<br />
e la brasiliana Graalbio per la produzione di carburante<br />
di seconda generazione in Brasile con tecnologia italiana.<br />
Un tassello verso la chimica verde. è necessario guardare<br />
ai biocarburanti di seconda generazione che usano residui<br />
agricoli e terre abbandonate e non entrano così in conflitto<br />
con la produzione alimentare. Purtroppo in Italia la<br />
produzione di biocarburanti non arriva all’1% e diventa il<br />
3-4% se consideriamo l’importazione. Il vincolo Ue del 10%<br />
di biocarburanti al 2020 va letto, allora, come un’opportunità<br />
industriale da non farsi sfuggire.<br />
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