assegna immagini dei nostri FUNGHI Fotografie di RIZZI BORTOLO 52 www.adamellomagazine.<strong>it</strong>
CREDENZE E LEGGENDE SUI NOSTRI FUNGHI di Mariotti Susanna appassionata di micologia Ogni attimo libero è sempre speso bene quando ci si immerge in un luogo davvero magico, pieno di colori, odori e sapori unici ed appaganti: il bosco! Curiosando qua e là, segretamente, spero sempre di incontrare un simpatico gnomo che, complici le favole e la fervida immaginazione, sovente ho abbinato ad un profumato sottobosco, ricco di variegati e colorati funghi. Peccato che la v<strong>it</strong>a ci porta a confrontarci quotidianamente con una realtà meno fiabesca e le leggende è meglio lim<strong>it</strong>arsi a considerarle come tali, piuttosto che sperimentarle a nostro rischio e pericolo. Il fatto che molte credenze popolari riguardanti i funghi abbiano secoli di storia, e siano ancora oggi tramandate di generazione in generazione, non le rendono di dir<strong>it</strong>to espedienti fondati. Anzi, si può solo restare perplessi nel constatare la leggerezza di chi sostiene che, alla presenza di funghi velenosi, l’argento ossida, il prezzemolo ingiallisce e l’aglio in cottura diventa nero. Se la prossima usc<strong>it</strong>a nella pecceta vi permette di trovare una Aman<strong>it</strong>e Phalloides (notoriamente mortale) suggerisco ai più temerari di fare entrambe le prove: l’aglio, il prezzemolo e l’argento resteranno invariati, lasciando la mera illusione che sia commestibile! Avere preferenze cromatiche di certo non aiuta, la convinzione che i funghi completamente bianchi siano eduli può portare all’irreparabile errore di consumare una Aman<strong>it</strong>a Verna, perfettamente candida ma talmente tossica da risultare mortale; mentre quelli che cambiano colore al tocco non sono categoricamente venefici, in quanto il viraggio è dato dall’ossidazione del fungo a contatto con l’aria e non ha niente a che vedere con la tossic<strong>it</strong>à. Anche i funghi cresciuti sul legno vanno attentamente valutati e il fatto che, a volte, si ripresentino sullo stesso ceppo può trarre in inganno il ricercatore distratto. Può cap<strong>it</strong>are, infatti, di scorgere un tronco con una splendida fior<strong>it</strong>ura della ricercatissima Armillaria Mellea (Chiodino) mentre qualche tempo dopo può crescervi altrettanto rigoglioso un folto gruppo di tossico Hypholoma Fascicolare (conosiuto come falso chiodino, dal sapore amaro). Purtroppo le principali intossicazioni sono spesso date dal consumo di Chiodini, velenosi crudi per la presenza di tossine termolabili, necess<strong>it</strong>ano rigorosamente di prebol<strong>it</strong>tura e lunga cottura. Infine, neppure trovare un fungo già degustato golosamente da qualche animaletto ne decreta l’assoluta commestibil<strong>it</strong>à, conferma ne sono le lumache ghiotte di Aman<strong>it</strong>a Muscaria, splendido fungo che cresce copioso e scenografico, ma velenoso. Sembra che in certe zone della provincia bresciana la A. Muscaria sia preventivamente trattata in modo da diventare innoqua, ma di fronte a certe scelte alquanto azzardate credo che una domanda sorga spontanea: il bosco ci regala, generoso, deliziosi carpofori (il nome corretto di quello che noi volgarmente chiamiamo fungo), vale davvero la pena rischiare www.adamellomagazine.<strong>it</strong> 53