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Il giorno della sfida, la sua ciotola quasi scompariva<br />
tra i grandi orci portati dalle altre operaie.<br />
La corte si riunì nel suo splendore. Circondata<br />
da guardie e notabili, la sovrana valutò, annuso,<br />
ed assaporò i doni, trovandoli tutti degni di<br />
una lode. Giunta all’ultima ciotola, quella della<br />
piccola ape, fu sub<strong>it</strong>o colp<strong>it</strong>a dal colore caldo<br />
del suo contenuto. Anche nel pieno autunno,<br />
ricordava la gioia del sole estivo.<br />
Quando si avvicinò, vide che il miele era chiaro,<br />
trasparente; portava alla memoria la purezza<br />
di un ruscello di montagna.<br />
Il profumo che si spandeva dalla ciotola era<br />
delicato, come una carezza. Quando la regina<br />
assaggiò il miele, scoprì che all’inizio lasciava<br />
una punta di dolcezza sulla lingua, ma poi, sul<br />
fondo del palato, si faceva intenso e pieno, ricco<br />
di mille gradazioni diverse.<br />
“Tutti i doni sono splendidi”, proclamò, “ma<br />
questo è di sicuro il migliore: chi lo ha portato<br />
al nostro cospetto”La piccola ape, emozionata,<br />
fece qualche passo in avanti. “Io, mia<br />
regina”, disse soltanto.<br />
“Ma dove hai trovato un simile tesoro In che<br />
luogo, su quali fiori ti sei posata”<br />
“Ho viaggiato a lungo,” raccontò la piccola<br />
ape, “fino al finire dell’estate. Allora sono giunta<br />
in una valle di montagna, attraversata da<br />
un torrente d’acqua fresca, che scendeva dai<br />
ghiacciai delle cime. L’erba era verde. I fianchi<br />
della valle, coperti dai boschi di larici, freschi<br />
e silenziosi. Alte vette di rocce rosse proteggevano<br />
il luogo, come racchiudendolo in uno<br />
scrigno. Nel mezzo dei sassi, trovai una pianta<br />
sottile e nodosa, composta da piccole foglie<br />
distese al sole, e con dei fiori dai petali morbidi,<br />
del colore che ha il cielo all’aurora. Avvicinandomi,<br />
mi immersi nel loro profumo e raccontai<br />
la mia storia. I fiori mi accolsero, donandomi il<br />
loro nettare da cui ho prodotto questo miele,<br />
da portarvi in dono.<br />
La regina chiese quale era il nome del fiore e<br />
come viene chiamata la valle dove cresce,<br />
“se tu ci sapessi portare là, ne faremo la nostra<br />
nuova dimora.”<br />
L’ape rispose: chi vive su quei monti la chiama<br />
Valle delle Messi. Quanto ai fiori, sono conosciuti<br />
come Rododendri, e con le loro d<strong>it</strong>a di<br />
rosa accarezzano il vento. Se volessimo trasferirci<br />
là, mi hanno raccontato i rododendri, c’è<br />
un uomo che ama la sua terra ed è amico delle<br />
api, il figlio di un pastore. Lui ci potrà aiutare. In<br />
cambio, gli cederemo parte del nostro miele,<br />
e lui farà conoscere agli altri uomini la dolcezza<br />
del nostro dono: così, loro impareranno ad<br />
amare il nostro umile e incessante lavoro ed a<br />
rispettare noi ed i fiori, e la terra che li cresce.<br />
Il discorso piacque a tutti, così le api ogni primavera<br />
r<strong>it</strong>ornano nella Valle delle Messi per<br />
donarci il miele di Rododendro.<br />
La nostra valle se opportunamente valorizzata<br />
può dare molte risorse, basta riscoprire i prodotti<br />
locali che possono dare redd<strong>it</strong>o, ed essere<br />
di complemento alla vocazione turistica, e,<br />
ultimo ma non minimo, le api sono sentinelle<br />
dell’ambiente, con impollinazione favoriscono<br />
la biodivers<strong>it</strong>à.<br />
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