DONNE VENETE - Dalla Grande - Centro Studi Ettore Luccini
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Donne venete dalla grande emigrazione alla Resistenza<br />
Cap. 1 – Il duro passato delle donne<br />
Le impiraresse (o “impira perle”) richiamano il sottovalutato lavoro<br />
di una moltitudine di lavoranti vetraie dell’inizio secolo veneziano).<br />
Le ricamatrici<br />
I noti e inconfondibili merletti di Burano (quelli, ad esempio, di Olga<br />
Astra e di Jesurum) in realtà venivano in parte prodotti nel padovano, e<br />
più precisamente a Saonara e dintorni) dal gruppo di merlettaie che<br />
facevano riferimento ad Albina Tonello; i ricami fiorentini erano anche<br />
frutto del lavoro di decine di ricamatrici a domicilio raccolte attorno a<br />
Gina Carpanese e a tre sorelle di Montemerlo; parte di quelli veneziani<br />
erano poi lavoranti guidate dalla sorella di Giulia, Rosa.<br />
Anche il lavoro della famosa “scuola di Burano” era decentrato, ed<br />
affidato a “buranelle” sparse localmente, così dicasi per le lavoranti e-<br />
sterne della “scuola di Pellestrina” e per quella di Asolo nel trevigiano. Si<br />
lavorava tutto il giorno a fuselli, a rete, a macramé, ad uncinetto,<br />
chiacchierino, ecc.<br />
cioline di paglia finissima; qui ormai non esiste più neanche la lavorazione<br />
dello “spago”.<br />
Le lavoranti in filanda<br />
La fiorente attività delle filande si è quasi del tutto esaurita dopo la II<br />
guerra mondiale (v. intorno a Bassano, al Merlo di S. Nazario, Mussolente,<br />
Rossano, e a Longare, e da Vicenza a Noventa, ma anche nei pressi<br />
di Asolo – è a quella zona che si riferisce la foto che compare più sotto<br />
– o, ancora, a Villa di Salzano nella bassa veneziana, dove erano fiorenti le<br />
seterie dei Romanin Jacur).<br />
Ma non si lavorava solo in filanda. Nelle lunghe serate invernali le<br />
donne filavano in casa all’arcolaio (o col fuso) canapa e lino che poi tessevano<br />
ricavandone lenzuola e tovagliati.<br />
Le “trecciaiole” completavano lavori a mano con materiali vari<br />
(cotone, sete ecc.): a Valrovina, a Molvena e a Marostica (Vicenza) era<br />
poi importante era la produzione artigianale di cappelli e borse a trec-<br />
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