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DONNE VENETE - Dalla Grande - Centro Studi Ettore Luccini

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Donne venete dalla grande emigrazione alla Resistenza<br />

Premessa<br />

propri diritti di libertà.<br />

Negli anni ‘40 la memoria ci porta alla lotta di Resistenza che si acuisce<br />

nelle Regioni dell’Italia Settentrionale con intensità maggiore nel<br />

Veneto, attraverso cui passavano le strade per la ritirata tedesca verso<br />

l’Austria.<br />

La pubblicistica ha in genere trascurato l’apporto del Veneto alla guerra<br />

di Liberazione con scarsi riferimenti al contributo resistenziale della<br />

gente veneta (si veda però il notevole contributo in AA.VV. 2001), – ed in<br />

particolare delle donne – come tappa fondamentale di un cambiamento<br />

iniziato con la rivoluzione industriale, il movimento operaio, l’emigrazione.<br />

Si riscontra solamente nel periodo resistenziale una spinta evolutiva<br />

evidente, cioè una accelerazione del fenomeno di massa che porterà<br />

all’emancipazione femminile, base futura di una nuova posizione della<br />

donna nella società, esposta comunque sempre a remore che ostacolano<br />

spesso le conquiste dei diritti civili e politici verso la parità.<br />

La storiografia però sulla partecipazione femminile alla lotta di Liberazione<br />

è dispersa in pubblicazioni locali non facilmente reperibili, come<br />

pure la memorialistica comunista più interessata ad offrire delle donne<br />

una immagine sì legata ad un processo di evoluzione storica (v. conquiste<br />

dei diritti ecc.), ma non inserendola nei motivi più profondi dell’emancipazione<br />

femminile. Tutti gli scritti sono in genere lontani dalla<br />

sensibilità e dai problemi dibattuti dai vari movimenti femminili-femministi<br />

sorti più tardi, che hanno giudicato negativamente la partecipazione<br />

resistenziale delle donne poiché non ha intaccato la loro condizione<br />

subalterna nella società e nella famiglia in particolare.<br />

La Rowbotham (1976) ha dimostrato come – mentre il contributo<br />

femminile è stato determinante per le rivoluzioni – i vantaggi ottenuti<br />

dalle donne sono stati trascurabili e i pochi diritti conquistati sono stati<br />

rapidamente cancellati con il ritorno alla “normalità”.<br />

Questo lavoro pertanto cerca di mettere in luce vicende sepolte da<br />

molto tempo, drammi dimenticati, storie passate di una Resistenza al<br />

femminile “taciuta”: vedansi Bruzzone-Farina con le testimonianze<br />

dirette delle protagoniste e/o la Guidetti Serra con le “Compagne” che,<br />

pur avendo avuto incarichi di grande responsabilità, non hanno raggiunto<br />

piena emancipazione per motivi familiari, ambientali, costrette a<br />

ritirarsi a vita privata, sminuite quindi e non più riconosciute nelle<br />

funzioni svolte nella Resistenza o “L’Agnese va a morire” di Renata<br />

Viganò (v. relativo film di G. Montaldo) che riflette la sua stessa e-<br />

8<br />

sperienza al servizio sanitario di una brigata operante nelle Valli di<br />

Comacchio o la stessa vicenda di tante altre partigiane venete, contadine,<br />

vedove, che imbracciano il fucile sacrificando la loro vita per figli<br />

o fratelli in lotta. Da tutto ciò emerge un fatto storico collettivo imponente.<br />

9<br />

Padova, 8 marzo 2005

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