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Modelli di quantificazione delle escrezioni di ... - Regione Veneto

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giunta regionale – 8^ legislatura<br />

Allegato A al Decreto della Direzione Agroambiente e Servizi per l’Agricoltura n. 308 del 7.8.2008<br />

1. Introduzione<br />

Il Decreto Ministeriale del 7/4/2006 ”Criteri per l’utilizzazione agronomica degli effluenti<br />

zootecnici…”, stabilisce valori standard <strong>di</strong> escrezione dell’azoto per le <strong>di</strong>verse specie e categorie <strong>di</strong><br />

animali allevati. Nonostante la conoscenza <strong>di</strong> valori standard <strong>di</strong> escrezione per le varie specie e<br />

categorie <strong>di</strong> animali allevati costituisca un requisito in<strong>di</strong>spensabile va osservato che l’impiego <strong>di</strong><br />

coefficienti fissi per la <strong>quantificazione</strong> <strong>delle</strong> <strong>escrezioni</strong> definisce, tanto a livello territoriale che a<br />

livello aziendale, una relazione molto stretta tra consistenza <strong>di</strong> allevamento e fabbisogno <strong>di</strong><br />

superficie agricola utilizzata, e non prende in considerazione le <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> escrezione che<br />

possono sussistere tra le aziende a seguito <strong>delle</strong> varie pratiche gestionali, alimentari e produttive<br />

esistenti.<br />

L’esigenza <strong>di</strong> effettuare valutazioni dell’escrezione a livello aziendale utilizzando la<br />

metodologia del bilancio “apporti alimentari meno ritenzioni nei prodotti animali”, è auspicata non<br />

solo in sede europea, ma anche in vari punti del DM 7/4/2006. Alla base <strong>di</strong> questa posizione vi sono<br />

innanzitutto considerazioni <strong>di</strong> natura ambientale, volte a spingere il settore ad intervenire sui veri<br />

fattori causali nella emissione <strong>di</strong> potenziali polluenti. L’applicazione automatica <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong><br />

coefficienti <strong>di</strong> escrezione fissi per specie e categoria non dà infatti alcun incentivo alla ricerca e<br />

all’applicazione <strong>di</strong> strategie <strong>di</strong> riduzione <strong>delle</strong> emissioni potenziali polluenti dagli allevamenti, dal<br />

momento che una buona tecnica <strong>di</strong> allevamento non avrebbe modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziarsi da una cattiva<br />

tecnica <strong>di</strong> allevamento. A titolo esemplificativo, merita <strong>di</strong> essere ricordato a tale proposito che,<br />

anche ai fini dell’applicazione della <strong>di</strong>rettiva IPPC nei suini e negli avicoli, gli interventi sulla<br />

composizione dei mangimi si configurano come Migliori Tecniche Disponibili (European<br />

Commission, 2003) e possono contribuire ad una riduzione <strong>delle</strong> emissioni a parità <strong>di</strong> carico <strong>di</strong><br />

animali allevato per unità <strong>di</strong> superficie agricola. La possibilità <strong>di</strong> produrre dei bilanci dei nutrienti,<br />

per specifiche realtà aziendali, può consentire all’allevatore <strong>di</strong> applicare tecniche <strong>di</strong> allevamento a<br />

basso impatto riducendo l’emissione <strong>di</strong> nutrienti. Questo introduce nel sistema un importante<br />

elemento <strong>di</strong> flessibilità, non solo nello stabilire i rapporti tra capi allevati e superficie <strong>di</strong>sponibile,<br />

ma anche per migliore l’efficienza <strong>di</strong> conversione dei principi nutritivi e il risparmio <strong>di</strong> risorse<br />

naturali (alimenti, acqua, superfici agricole, ecc).<br />

2. Bilanci aziendali dei nutrienti<br />

Proprio in base a queste premesse il DM 7/4/2006 ha previsto la possibilità <strong>di</strong> effettuare <strong>di</strong><br />

bilanci dell’azoto aziendali adeguati alle specifiche realtà <strong>di</strong> allevamento, seguendo in<strong>di</strong>cazioni<br />

contenute in relazioni scientifiche e manuali in<strong>di</strong>cati dalle Regioni. Si segnala che l’XI rettorato<br />

generale della Commissione Europea ha commissionato uno stu<strong>di</strong>o (ERM/AB-DLO, 1999, ERM,<br />

2001) finalizzato a stabilire i criteri per la <strong>quantificazione</strong> aziendale <strong>delle</strong> <strong>escrezioni</strong> <strong>di</strong> azoto nelle<br />

<strong>di</strong>verse specie allevate. Lo stu<strong>di</strong>o ERM (2001) ha evidenziato che, nell’ambito <strong>di</strong> ciascuna categoria<br />

<strong>di</strong> animali allevati, la forte variabilità <strong>delle</strong> <strong>escrezioni</strong> va ascritta principalmente ai consumi<br />

alimentari, al contenuto <strong>di</strong> azoto <strong>delle</strong> <strong>di</strong>ete, al peso vivo e ai livelli produttivi. Il contenuto azotato<br />

dei prodotti (carne, latte, uova ecc.) invece influenza poco le <strong>escrezioni</strong>, sia perché nell’ambito <strong>di</strong><br />

una stessa tipologia questo è caratterizzato da variabilità ridotte sia perché le ritenzioni<br />

costituiscono una proporzione modesta (20-30%) degli apporti alimentari complessivi <strong>di</strong> azoto.<br />

Dal momento che consumi alimentari, contenuti <strong>di</strong> proteina <strong>delle</strong> <strong>di</strong>ete e livelli <strong>di</strong> produttivi<br />

possono largamente oscillare in relazione alla specie, alla tipologia <strong>di</strong> animali impiegati, al<br />

management alimentare, al mercato <strong>delle</strong> materie prime, alle finalità produttive e via <strong>di</strong>cendo<br />

(Schiavon, 2002), ne consegue che la definizione <strong>di</strong> bilanci azotati negli allevamenti deve tener<br />

conto <strong>delle</strong> specifiche situazioni <strong>di</strong> allevamento e <strong>di</strong> alimentazione che caratterizzano la realtà<br />

regionale e locale.<br />

Va inoltre osservato che stime <strong>delle</strong> <strong>escrezioni</strong> basate su misure e analisi chimiche degli<br />

effluenti in azienda sono rese poco precise dalle <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> stimare i volumi escreti e <strong>di</strong> ottenere<br />

campioni sufficientemente rappresentativi del materiale prodotto in un anno (ADAS, 2007).<br />

L’approccio analitico ha anche il limite che i risultati ottenuti sono applicabili solo per quella data<br />

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