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P O R T U A L I T À<br />

Lo scalo di Ravenna<br />

guarda oltre la crisi<br />

L’Autorità portuale, gli enti locali e gli operatori lavorano insieme per<br />

dare un futuro al porto, nonostante l'attuale calo del traffico, dovuto in<br />

primo luogo alle difficoltà industriali, e il continuo aumento dei costi.<br />

di Giovanna Visco<br />

GALLIANO DI MARCO<br />

Afine dicembre per gli effetti<br />

della crisi economica, il porto<br />

di Ravenna registrava un calo<br />

naturale medio dei traffici di<br />

oltre il 10%, principalmente per la diminuzione<br />

in entrata dei materiali ferrosi<br />

(meno 26%) per la congiuntura negativa<br />

delle produzioni italiane di auto e<br />

macchinari, il riflettersi del blocco della<br />

produzione dell’Ilva di Taranto per la<br />

crisi ambientale e la forte contrazione<br />

delle costruzioni edilizie, che si è riflessa<br />

nel porto sul suo traffico nazionale di<br />

coils (meno 20%), destinato anche alla<br />

produzione dei tondini di ferro, indispensabili<br />

ad armare il cemento. Anche<br />

gli andamenti di altri segmenti specifici<br />

di traffico, che trovano nel porto ravennate<br />

il proprio baricentro, hanno posto<br />

in evidenza le contrazioni dell’economia<br />

italiana rispetto al 2011, come i semi<br />

oleosi con meno 16%, le argille, destinate<br />

alla produzione di piastrelle, con<br />

un calo del 5%, mentre la flessione è saltata<br />

al 50% per l’import di metalli e tubi.<br />

La riduzione dei consumi interni, contraendo<br />

anche l’industria zootecnica e<br />

alimentare, ha poi negativamente condizionato<br />

l’ingresso di sfarinati e prodotti<br />

agricoli, portandolo a un meno<br />

10%.<br />

Una flessione più contenuta, invece, è<br />

stata registrata dai contenitori. Il Terminal<br />

Container Ravenna-Tcr, società<br />

partecipata al 70% da Sapir e al 30% da<br />

Contship Italia e presieduta da Luisa Babini,<br />

che gestisce questo tipo di traffico,<br />

ha chiuso il 2012 con una movimentazione<br />

di 191 mila teu, pari al 4% in meno<br />

rispetto al 2011. Commenta il direttore<br />

Milena Fico: “Questo risultato dipende<br />

principalmente da un calo dei volumi in<br />

importazione, effetto della crisi economica<br />

che in Europa e in particolare in<br />

Italia, colpisce duramente i livelli di<br />

consumo”. “Il porto per il 90% importa<br />

e per il 10% esporta. Il suo core business<br />

sono le rinfuse ma esiste anche una importante<br />

prospettiva per il traffico container”,<br />

sintetizza telefonicamente Roberto<br />

Rubboli, amministratore delegato<br />

di Sapir, guardando al futuro.<br />

Nonostante la forte crisi economica,<br />

“Ravenna continua a essere un riferimento<br />

per le rinfuse secche e liquide<br />

che costituiscono le materie prime di<br />

settori strategici di produzione dell’industria<br />

di trasformazione italiana quali<br />

ceramiche e piastrelle, siderurgia e zootecnica”,<br />

commenta Andrea Gentile,<br />

presidente della sezione porto della<br />

Confindustria di Ravenna e direttore di<br />

Docks Cereali, il più grande terminal del<br />

Mediterraneo per lo stoccaggio e la movimentazione<br />

di merci secche alla rinfusa.<br />

“Negli ultimi mesi si segnala una certa<br />

ripresa delle movimentazioni e questo<br />

potrebbe far ben sperare per il 2013<br />

appena iniziato. Per quanto riguarda la<br />

Docks Cereali le movimentazioni 2012<br />

sono in leggero aumento rispetto a<br />

quelle dell’anno precedente, grazie al sistema<br />

di logistica integrata”, aggiunge<br />

Gentile.<br />

Da anni il porto è una fonte primaria per<br />

l’economia ravennate, con uno sbocco<br />

occupazionale di circa 14 mila unità dirette<br />

e indirette, ma si è anche rivelato in<br />

Italia come un modello unico, in cui la<br />

compresenza di più operatori terminalisti<br />

in medesimi segmenti è diventata<br />

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