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vere la competitività e lo sviluppo<br />
dell’autotrasporto,<br />
garantendo la sicurezza della<br />
circolazione”. Forti ha poi<br />
voluto porre l’accento sul<br />
fatto che “la nostra logistica<br />
soffre e non riesce a esprimere<br />
tutte le potenzialità di<br />
cui essa realmente dispone”.<br />
Le ragioni sono molteplici:<br />
“siamo sopraffatti da<br />
una pubblica amministrazione<br />
che, per alimentare<br />
apparati autoreferenziali,<br />
tanto costosi quanto inefficienti, sottrae<br />
al circuito produttivo risorse indispensabili”.<br />
Anche i sussidi pubblici<br />
vanno rivisti: “spesso intercettati dalle<br />
mafie tramite la costruzione di imprese<br />
fittizie e la corruzione dei pubblici funzionari”.<br />
“Promuovere rapporti economici<br />
equilibrati” è il punto centrale su<br />
cui confrontarsi anche con gli attori<br />
della politica. “Dobbiamo<br />
promuovere politiche di<br />
‘business friendly’ che avvicinino<br />
gli attori della filiera,<br />
che diano certezza degli obblighi<br />
e dei diritti reciproci,<br />
che si fondino sulla convenienza<br />
imprenditoriale, che stressino la<br />
dialettica contrattuale”. Principi che<br />
però “non si trovano nel regime dei costi<br />
minimi introdotti per legge”.<br />
Quella dei costi minimi è una peculiarità<br />
tutta italiana, come conferma quanto<br />
emerge dallo studio comparato tra il<br />
sistema legislativo che regola il settore<br />
dell’autotrasporto nel nostro paese e in<br />
Germania, Francia, Olanda, Spagna e<br />
Regno Unito (ovvero gli Stati europei<br />
che per volume di traffico rappresentano<br />
i maggiori attori), presentato dall’avvocato<br />
Mauri. “Sono considerati -<br />
spiega lo studio della Verhaegen Walravens<br />
- da tutti gli ordinamenti analizzati<br />
come misure che possono essere giustificate<br />
solo in presenza di perturbazioni<br />
gravi sul mercato o qualora siano<br />
assolutamente indispensabili a perseguire<br />
lo scopo prefissato e, in ogni caso,<br />
proporzionate a tale scopo”.<br />
“Noi parliamo il linguaggio della verità:<br />
facciamo poche promesse<br />
ma realizzabili. E<br />
la principale è la riduzione<br />
del cuneo fiscale e<br />
delle tasse sul lavoro<br />
perchè è il cuore di tutto”.<br />
Questi gli obiettivi<br />
del Pd in caso di vittoria delle elezioni<br />
illustrati dal vice segretario, Enrico Letta.<br />
“Non vogliamo fare mega riforme<br />
epocali - ha spiegato - ma vogliamo fare<br />
riforme con il cacciavite. Vogliamo vedere<br />
l’applicazione delle riforme fatte e<br />
intervenire con il cacciavite per gli aggiustamenti<br />
senza ridisegnare tutto su<br />
lavoro e pensioni. Nessuna riapertura<br />
di cantieri faticosi sulle riforme fatte”.<br />
Ma nella prossima legislatura sarà necessaria<br />
quella pacificazione tra le parti<br />
auspicata anche da Forti perché “la<br />
guerra è fuori e non tra le parti: finora<br />
I costi<br />
minimi una<br />
peculiarità<br />
tutta italiana<br />
abbiamo perso tutti”. La senatrice<br />
Bonfrisco, che ha concordato<br />
sulla necessità di una<br />
pacificazione (“strumento<br />
concreto con cui trovare una<br />
via d’uscita dalla crisi”) ha dato<br />
alla questione dei costi minimi<br />
un’interpretazione diversa,<br />
definendoli “strumenti<br />
temporali ricontrattabili”. “Se<br />
ci fosse stata condivisione e<br />
pacificazione - ha affermato -<br />
magari l’intervento del legislatore<br />
non sarebbe stato necessario<br />
o comunque il risultato non<br />
sarebbe stato questo. Può venire meno,<br />
ma non può lasciare un vuoto così in un<br />
settore che sconta già altri costi”. Un altro<br />
punto emerso dal quadro tracciato<br />
da Confindustria e Confetra è quello<br />
della semplificazione dell’apparato burocratico.<br />
Tema su cui ha concordato<br />
anche Ciocchetti: “una riforma è centrale<br />
non solo per il sistema della logistica,<br />
ma per la crescita del paese”. Un<br />
altro nodo è costituito dal fatto che “le<br />
riforme fatte in questi ultimi diciotto<br />
anni sono state lasciate a Comuni e Regioni.<br />
Alcuni le hanno fatte, altri no, in<br />
ogni caso sono prevalsi solo gli interessi<br />
particolari. Una situazione da modificare<br />
con l’intervento dello Stato”. Aprire<br />
alle liberalizzazioni e alle direttive<br />
europee, tenendo conto però delle peculiarità<br />
delle imprese italiane, comprese<br />
quelle che hanno a che fare con la<br />
logistica: lo ha sostenuto Gibelli, per il<br />
quale il problema è che “configuriamo<br />
le direttive comunitarie con un taglio<br />
che non è quello delle imprese italiane”.<br />
La soluzione “Avviare un percorso<br />
che tenga conto dell’atipicità delle piccole<br />
e medie imprese e della ricchezza<br />
che può portare anche in Europa”.<br />
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GENNAIO ● FEBBRAIO 47