Artisti della Valdisieve e del Valdarno Superiore
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
<strong>Artisti</strong> <strong><strong>del</strong>la</strong> <strong>Valdisieve</strong> e <strong>del</strong> <strong>Valdarno</strong> <strong>Superiore</strong><br />
Carlo Ciucchi (Picchio)<br />
Sieve in controluce, olio su tavola, cm. 160x200<br />
Sieve al tramonto, olio su cartone telato, cm. 25x25<br />
<strong><strong>del</strong>la</strong> rappresentazione visiva, prevede che le emozioni<br />
siano lo strumento attraverso cui dare vita ad un’interpretazione<br />
soggettiva <strong>del</strong> mondo naturale, un’immersione<br />
dei sensi e <strong>del</strong>lo spirito nel mistero <strong><strong>del</strong>la</strong><br />
realtà che ci circonda. Realizzati en plein air, i paesaggi<br />
di Carlo Ciucchi, in arte Picchio, reinterpretano e<br />
attualizzano le caratteristiche di un genere pittorico<br />
che ancora oggi conserva la capacità di richiamare la<br />
nostra attenzione sulla bellezza che la natura ci riserva<br />
e che spesso però sfugge ad uno sguardo disattento.<br />
Una bellezza che Picchio ha imparato ad apprezzare<br />
fin dall’infanzia trascorsa tra le colline mugellane,<br />
che sono state e continuano ad essere protagoniste<br />
assolute <strong>del</strong> suo repertorio espressivo. Il genius loci ha<br />
influito sulle sue scelte artistiche a tal punto che nemmeno<br />
gli anni <strong><strong>del</strong>la</strong> formazione accademica, ai quali<br />
risale l’apprendimento <strong>del</strong>le tecniche <strong>del</strong>l’affresco e la<br />
scultura di segno astratto, sono bastati ad allontanarlo<br />
dal naturalismo e dal bisogno di trarre dal ‘vero’,<br />
dall’osservazione non mediata <strong>del</strong>le cose, l’essenza<br />
viva <strong><strong>del</strong>la</strong> sua ispirazione. Il fatto d’intendere la pittura<br />
come espressione di un contatto diretto con la natura<br />
non gli impedisce di riconoscere e celebrare il valore<br />
culturale <strong>del</strong> paesaggio toscano, in cui sono impresse<br />
le impronte <strong><strong>del</strong>la</strong> storia e <strong>del</strong>l’ingegno umano. Non si<br />
è mai soltanto spettatori al cospetto di uno scenario<br />
naturale, specie se questo, oltre a stimolare le corde<br />
più intime <strong><strong>del</strong>la</strong> nostra sensibilità, ci porta l’eco di un<br />
passato che con rispetto e sapiente intuito estetico ha<br />
mo<strong><strong>del</strong>la</strong>to il paesaggio per venire incontro alle esigenze<br />
<strong>del</strong>l’uomo. La natura è storia, sembra dirci Picchio,<br />
così com’è memoria collettiva e individuale.<br />
Collettiva perché con la trasposizione pittorica l’artista<br />
preserva per sempre l’aspetto di un luogo che il<br />
tempo o l’intervento umano potrebbero irrimediabilmente<br />
mutare; individuale perché i suoi scorci paesaggistici<br />
raccontano di una familiarità maturata negli<br />
anni, ripercorrendo più volte, e sempre con<br />
rinnovata curiosità, le stesse mete. Ritrarre la natura è<br />
per lui come immortalare il volto di una persona a cui<br />
è legato da un affetto antico e che di quadro in quadro<br />
gli appare sotto una nuova luce. A volte il suo<br />
sguardo si allunga in profondità per abbandonarsi<br />
dolcemente alla vastità di uno spazio che la sola visione<br />
pittorica non può contenere - l’orizzonte è una<br />
striscia di luce che si estende a perdita d’occhio dietro<br />
le colline -, altre volte, invece, si muove con curiosità<br />
tra le distese di verde, le rocce e i ruscelli, come rapito<br />
dal fluire innarrestabile dei fenomeni naturali. In entrambi<br />
i casi, la pennellata è leggera, intrisa di luce,<br />
guidata dalla necessità di fermare velocemente sulla<br />
tela le impressioni che arrivano all’occhio e che da qui<br />
si calano nelle profondità <strong>del</strong> sentimento. Un dialogo<br />
con il paesaggio che non conosce soste o variazioni,<br />
ma che trapassa di opera in opera per comporre<br />
un’unica grandiosa immagine <strong><strong>del</strong>la</strong> natura.<br />
Daniela Pronestì<br />
28