Artisti della Valdisieve e del Valdarno Superiore
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<strong>Artisti</strong> <strong><strong>del</strong>la</strong> <strong>Valdisieve</strong> e <strong>del</strong> <strong>Valdarno</strong> <strong>Superiore</strong><br />
Renzo Del Lungo<br />
umano” al cospetto di forze che mettono a dura prova<br />
la sua arroganza. Vengono in mente, a tal proposito,<br />
i versi di Aleksandr Blok: ”Prendi la tua barca, salpa<br />
verso il polo fra mura di ghiaccio, e in silenzio oblìa<br />
come l’uomo ama, lotta e muore solo: dimentica il<br />
paese <strong>del</strong>l’umana follia”. Predisporsi all’ascolto <strong>del</strong><br />
silenzio significa, quindi, essere presenti a se stessi,<br />
capaci di raggiungere la quiete interiore come bisogno<br />
primario <strong><strong>del</strong>la</strong> natura umana, mettere un freno ai<br />
ritmi feroci e insostenibili che sempre più trascinano<br />
le nostre esistenze nel baratro <strong>del</strong>l’insignificanza e <strong>del</strong><br />
nonsenso. Un’esperienza che riempie e che non si<br />
può dimenticare perché stravolge il modo d’intendere<br />
la vita e di guardare alle cose. Anche per questo Del<br />
Lungo ha scelto di farne il nucleo ispirativo <strong>del</strong> suo<br />
immaginario pittorico, in cui trovano spazio, oltre alle<br />
immancabili distese ghiacciate e agli orizzonti sottili e<br />
tersi dei paesaggi innevati, le bellezze <strong>del</strong> territorio<br />
toscano riprodotte non in maniera realistica, ma trasfigurate<br />
in una sintesi cromatica di grande eleganza<br />
e potenza espressiva. Se il bianco e l’azzurro, declinato<br />
in tutte le sue varianti di tono, sono i colori che<br />
imperano nelle visioni polari e che invitano a immergersi<br />
in un’atmosfera in cui tutto è pace e tranquillità<br />
e in cui anche il rigore compositivo si addolcisce per<br />
dare voce al sentimento, i marroni e i rossi riscaldano<br />
la tavolozza negli scorci di terra toscana, per farsi interpreti<br />
<strong>del</strong>l’amore che da sempre lo lega a questa<br />
regione e alla sua antica storia. In entrambi i casi, l’impostazione<br />
pittorica è insieme solida ed equilibrata,<br />
con una sapiente distribuzione <strong>del</strong>le pennellate, spesso<br />
povere di materia per lasciare spazio agli effetti di<br />
trasparenza e alle velature, e <strong><strong>del</strong>la</strong> luce, che cancella<br />
le ombre per far risplendere ancora di più i colori. Eppure,<br />
contrariamente a quanto si potrebbe pensare,<br />
l’attività creativa di Del Lungo non si lega alle soluzioni<br />
stilistiche e formali <strong>del</strong> paesaggismo toscano, ma<br />
propone un’originale alternativa al quadro “di maniera”<br />
spezzando il racconto in più episodi o associando<br />
ai valori di superficie elementi “altri” - pagine<br />
di libri, piatti rotti, frammenti di oggetti reperiti nel<br />
quotidiano - la cui funzione è accentuare il contrasto<br />
tra il frastuono <strong>del</strong> mondo, il suo disordine insulso, e<br />
l’armonia <strong>del</strong>le forme naturali. Lo stesso può dirsi <strong>del</strong>le<br />
ceramiche, il cui registro decorativo fa eco alle immagini<br />
dipinte su tela riassumendole in <strong>del</strong>iziose miniature<br />
che fotograno la realtà con grande<br />
accuratezza e attenzione certosina nella resa dei dettagli.<br />
In controtendenza con l’autoreferenzialità di<br />
molti linguaggi artistici contemporanei, Renzo Del<br />
Lungo riporta la pittura alla sua missione etica, convinto<br />
com’è che fare arte non voglia dire disperdersi<br />
in mille rivoli di senso, ma andare dritto al punto, mirare<br />
al cuore <strong>del</strong>l’uomo”.<br />
Daniela Pronestì<br />
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