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Artisti della Valdisieve e del Valdarno Superiore

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<strong>Artisti</strong> <strong><strong>del</strong>la</strong> <strong>Valdisieve</strong> e <strong>del</strong> <strong>Valdarno</strong> <strong>Superiore</strong><br />

Livia Livi<br />

Isolda, Mosaico Livico,<br />

cm. 51x131<br />

“In pochi forse si sono soffermati<br />

ad osservare le pietre <strong>del</strong> fiume,<br />

Livia invece con amore e dedizione<br />

ne è naturalmente attratta, le<br />

ha guardate, cercate, scelte con<br />

cura e portate nel suo studio, nel<br />

suo mondo. Qui le pietre sono diventate<br />

sia fonte di ispirazione<br />

per alcune opere che materiale<br />

“vivo” per la realizzazione dei<br />

suoi eccezionali mosaici, che riproducono<br />

fe<strong>del</strong>mente dipinti ad<br />

olio realizzati dalla stessa artista.<br />

Ciò che rende uniche le opere<br />

musive di Livia, dal cui nome è<br />

nata la dicitura di Mosaico Livico,<br />

Marisa, Mosaico Livico,<br />

cm. 60x120<br />

è la filosofia che accompagna tutto<br />

il processo creativo che si compie<br />

come un rituale iniziando<br />

dalla scelta <strong>del</strong> materiale litico ed<br />

arrivando al risultato finale di eccezionale<br />

qualità artistica. Una<br />

volta trovate, le pietre abbandonano<br />

la loro naturale collocazione,<br />

vengono poi spaccate a metà<br />

perdendo anche l’originaria conformazione,<br />

svelano la loro nudità<br />

rivelando ciò che ognuno di noi<br />

ha di più intimo, la propria anima,<br />

l’anima <strong><strong>del</strong>la</strong> pietra, il cuore nascosto<br />

incredibilmente ricco di<br />

venature e tonalità inaspettate.<br />

Il materiale viene poi ridotto in piccoli<br />

frammenti irregolari, che andranno<br />

a comporre il mosaico così,<br />

in un continuo atto d’amore la pietra<br />

torna a nuovo uso, a un nuovo<br />

fine, quello <strong>del</strong> creare figure, sogni,<br />

impersonare colori, luci e immagini.<br />

Come in un ciclo naturale<br />

dove nulla si crea ma tutto si trasforma<br />

e prende nuova vita sotto<br />

forme diverse.<br />

Nelle ultime grandi tele ad olio le<br />

pietre ritornano ad essere protagoniste:<br />

queste paiono fluttuare<br />

nell’etere, come in un turbine cosmico<br />

in una visione <strong><strong>del</strong>la</strong> creazione<br />

<strong>del</strong>l’universo che scaturisce proprio<br />

dalla pietra.<br />

La pietra come metafora <strong>del</strong>l’uomo,<br />

dura da scalfire così come una<br />

corazza ma che al proprio interno<br />

nasconde un’anima ricca di sfumature,<br />

sembra inerte sul greto <strong>del</strong><br />

fiume tuttavia è pronta a brillare<br />

nell’acqua a seconda <strong><strong>del</strong>la</strong> luce:<br />

bisogna solo avere pazienza e saper<br />

osservare per conoscere e apprezzarne<br />

il carattere”.<br />

Daniela Fontanazza<br />

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