PAUL MARCIANO Il successo di Guess, il più ... - Pambianconews

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I CRE TIVI
Sfi lata Uomo P/E 2008
apprezzo la fl essibilità a l’artigianalità, resa possibile
dalle loro piccole e medie dimensioni; queste riescono
pertanto a seguirmi nella mia creatività assecondando
una logica “local global”.
Pensa che oggi ci sia ancora la possibilità, per un
giovane stilista, di emergere con la propria linea? Se
si esiste un paese più favorevole?
E’ diffi cile, molto diffi cile, i grandi gruppi hanno alzato
le barriere, ne sono esempi lampanti Dior e Galliano.
I costi sono aumentati di dieci volte ma non
i fatturati. Le infrastrutture oggi sono molto costose;
basta pensare, ad esempio, al costo di una pagina
pubblicitaria su Vogue America.
Lei talvolta è protagonista delle sue campagne pubblicitarie
e spesso sono apparse modelle che le somigliano.
Come defi nirebbe se stessa e come defi nirebbe
la donna che compra i suoi abiti?
Lo faccio per gioco, spinta dal mio team e a volte mi
piace anche. I miei clienti non sono facilmente omologabili,
e non sono poi così spinti dai messaggi massifi
cati del marketing, piuttosto dalla passione per i
vestiti e per la moda.
Qual è la collezione passata che meglio la rappresenta?
Le collezioni che più amo sono sempre le ultime, quelle
su cui lavoro ancora e che non sono ancor terminate.
E una cosa che non ha ancora disegnato ma che le
piacerebbe fare?
Le uniformi per andare sulla luna.
Lei ha anche insegnato all’Accademia delle Arti Applicate
di Vienna: cosa ripeteva più spesso ai suoi allievi?
Quando insegno io insisto nello spiegare ai miei stu-
1/10/2007
Sfi lata Donna A/I 2007
denti come erano mirabilmente costruiti gli abiti nella
storia. Ad esempio se si conosce bene la costruzione
del corsetto ottocentesco, non risulta diffi cile realizzarlo
in una versione tutta contemporanea. I miei corsetti
si ispirano agli abiti storici, ma hanno una concezione
modernissima: hanno una parte in tessuto elasticizzato
al posto delle stecche di balena, e una zip al posto
delle stringhe.
Di cosa si occupano ora i suoi fi gli? Che consigli ha
dato loro?
Io ho due fi gli: il primo, Benjamin, ora quarantaquattrenne,
si occupa di fotografi e erotiche, spesso oggetto
di mostre ed esposizioni che riscuotono gran successo.
Joseph, invece, di quattro anni più giovane, che mi ha
reso nonna, ha aperto il negozio “Agent Provocateur”;
lui si è sempre interessato di moda anche quando era
un punk. L’unica mia infl uenza sui fi gli è stata la mia
volontà di trasmettere loro sani valori morali, e cosi è;
per il resto ho sempre rispettato il loro punto di vista,
sia da quando erano poco più che bambini.
Provocazione, ironia, sartorialità, marketing: cosa
prevale ora nelle sue collezioni?
Il prodotto, il capo di abbigliamento. Da sempre chi ha
l’immagine vuole il prodotto e viceversa.
E vent’anni fa, cosa prevaleva?
Non avendo alle spalle l’industria, il mondo della moda
era più teorico che pratico; oggi è più indirizzato verso
certe logiche di business, dove la creatività deve sempre
comunque conservare il suo spazio.
Già che ci siamo, fra dieci anni? Non sembra che lei
abbia molta intenzione di invecchiare..
Il nostro è un lavoro di squadra, solo se la squadra viene
a mancare, allora si invecchia.