ATTI DEL XV CONVEGNO NAZIONALE SIPI Società Italiana di ...
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Abstract Comunicazioni<br />
MORIE DI PESCI PER INQUINAMENTO: EPISODIO DI INTOSSICAZIONE DA<br />
ETANOLO<br />
Latini M., Agnetti F., Cari R., Pecorelli I., Ghittino C.<br />
Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche, Centro <strong>di</strong> Riferimento<br />
Regionale per l’Ittiopatologia, Via L.A. Muratori, 4 – 05100 Terni<br />
Le morie <strong>di</strong> pesci lungo fiumi o laghi è purtroppo una costante che si ripresenta ogni estate<br />
sempre con maggiore frequenza. Vari fattori ne sono ovviamente la causa. Le alte<br />
temperature estive giocano un ruolo importante per il conseguente abbassamento del<br />
livello <strong>di</strong> ossigeno nelle acque. Spesso a questo fenomeno naturale si associano eventi<br />
inquinanti portati dall‟uomo in maniera fraudolenta o meno, che operando in un ambiente<br />
già stressato creano il danno finale e la morte della fauna ittica. Tempestività <strong>di</strong> azione ed<br />
integrazione tra i vari enti sono l‟unica possibilità per ad<strong>di</strong>venire ad una <strong>di</strong>agnosi certa.<br />
Il caso <strong>di</strong> intossicazione qui presentato è avvenuto nel luglio 2008 ed è iniziato con una<br />
segnalazione <strong>di</strong> pesci morti lungo il percorso del parco fluviale del Tevere, nel tratto <strong>di</strong><br />
Ponte San Giovanni (PG), per un totale <strong>di</strong> circa 1.000 m. <strong>di</strong> asta fluviale. Nella zona colpita<br />
è stato effettuato un prelievo <strong>di</strong> pesci e <strong>di</strong> acqua, con particolare attenzione ad un‟ansa del<br />
fiume Tevere dove erano maggiormente concentrati pesci morti e dove l‟acqua tendeva a<br />
stagnare. I pesci esaminati in laboratorio appartenevano alla famiglia dei ciprini<strong>di</strong> (carassi,<br />
lasche, scardole). Sui campioni sono stati svolti esami anatomopatologici, batteriologici,<br />
parassitologici, virologici, istologici e chimici.<br />
Gli esami effettuati sui pesci non hanno evidenziato lesioni riferibili a malattie infettive e<br />
non sono stati isolati ceppi batterici o virali patogeni. Alla necroscopia è stato rilevato un<br />
atteggiamento asfittico, con bocca aperta e opercoli leggermente <strong>di</strong>varicati. L‟esame<br />
isologico non è stato <strong>di</strong> aiuto per i processi autolitici già presenti nei campioni analizzati.<br />
Unica positività è stata una lieve infestazione da Argulus spp. Gli esami chimici non hanno<br />
evidenziato tracce <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> o cloruri negli organi (branchie e visceri) dei soggetti<br />
esaminati. Sulle acque è stata effettuata dall‟A.R.P.A. una analisi dell‟ossigeno <strong>di</strong>sciolto,<br />
del C.O.D., del B.O.D.5, una ricerca <strong>di</strong> metalli pesanti e <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong>. Inoltre, poiché era<br />
presente una <strong>di</strong>stilleria a circa 2 km a monte dell‟ansa in oggetto, nell‟acqua è stata<br />
ricercata la presenza <strong>di</strong> etanolo e <strong>di</strong> aldeide acetica, che è un prodotto <strong>di</strong> ossidazione<br />
dell‟etanolo. I risultati hanno evidenziato un C.O.D. e un B.O.D.5 rispettivamente <strong>di</strong> 76 e<br />
37 mg/l O 2 , valori molto elevati rispetto a quelli me<strong>di</strong> normalmente presenti, che in<strong>di</strong>cano<br />
la presenza <strong>di</strong> sostanze ossidabili e biodegradabili; un valore molto basso <strong>di</strong> ossigeno<br />
<strong>di</strong>sciolto pari a 1,5 mg/l; una concentrazione <strong>di</strong> etanolo <strong>di</strong> 25 mg/l; la presenza <strong>di</strong> aldeide<br />
acetica; l‟assenza <strong>di</strong> metalli pesanti e pestici<strong>di</strong>. La presenza <strong>di</strong> etanolo non è stata più<br />
riscontrata nei prelievi effettuati i giorni successivi, mentre i valori <strong>di</strong> C.O.D., B.O.D.5 e<br />
ossigeno <strong>di</strong>sciolto sono rientrati nella norma solo dopo tre giorni dall‟evento.<br />
Sperimentalmente è stato <strong>di</strong>mostrato nel danio zebrato (Danio rerio) che la presenza <strong>di</strong> 1%<br />
<strong>di</strong> etanolo in acqua può causare problemi per un‟alterazione della funzione<br />
dell‟acetilcolinesterasi (AchE). Noti sono anche gli effetti teratogeni (microftalmia e<br />
cecità) per l‟esposizione prolungata dei pesci all‟alcool etilico. Un'inibizione dell'AchE,<br />
quale quella determinata dall‟etanolo, produce nello spazio sinaptico un accumulo <strong>di</strong> Ach e<br />
una conseguente iperstimolazione a livello delle terminazioni periferiche colinergiche<br />
(effetto muscarinico), della placca neuromuscolare, dei gangli simpatici (effetto nicotinico)<br />
e del SNC. Nelle sinapsi del SNC, l'aumento <strong>di</strong> Ach provoca alterazioni sensoriali, del<br />
comportamento, incoor<strong>di</strong>nazione motoria e depressione respiratoria. Quest‟ultima è<br />
compatibile con l‟atteggiamento asfittico dei pesci riscontrato anche nel caso in questione.<br />
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