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La Toscana - Novembre 2014

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la<br />

TOSCANA<br />

<strong>Toscana</strong> Cultura - Anno 2 - Numero 10 - <strong>Novembre</strong> <strong>2014</strong> - Registrazione Tribunale di Firenze n. 5905 del 6-2-2013 - Iscriz. Roc. 23227. E 2


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Sommario<br />

Sommario<br />

4<br />

7<br />

8<br />

10<br />

11<br />

12<br />

14<br />

19<br />

20<br />

23<br />

Il Natale in Famiglia di<br />

Barbara Lombardi<br />

Santoro<br />

Due fiorentini per la<br />

Torre Pendente di Pisa<br />

A tu per tu con l'attore<br />

Alessandro Calonaci<br />

Joy Stafford<br />

Boncompagni<br />

nelle sue opere la poetica dell’immagine<br />

Il fantastico viaggio figurato di<br />

Claudio Secciani<br />

Un’eccellenza fiorentina:<br />

la Casa della Cornice<br />

Marcello Fantoni<br />

il ricordo del maestro della ceramica<br />

“Astrattismo d’autunno”<br />

nella Limonaia della Villa Vogel di Firenze<br />

L'assessore<br />

Gianni Salvadori<br />

presenta la <strong>Toscana</strong> all'Expo 2015<br />

Il Parco dei Renai:<br />

un’oasi verde azzurra<br />

aperta anche d’inverno<br />

L’arrivo del primo freddo ci ha catapultato<br />

in pochi giorni in pieno clima prenatalizio<br />

e per questo abbiamo scelto di dedicare<br />

la copertina di questo mese a Barbara Lombardi<br />

Santoro che ha anticipato i tempi presentando pochi<br />

giorni fa “Natale in Famiglia”, un libro che raccoglie<br />

le testimonianze di fiorentini illustri riguardo<br />

al loro rapporto con la festa più sentita nel mondo.<br />

Di un altro libro, dedicato alla Torre di Pisa dal fotografo<br />

Stefano Giraldi e dall’umorista Massimo<br />

Cavezzali, ci parla Riccardo Ghiribelli.<br />

Lorenzo Borghini ha intervistato uno dei personaggi<br />

più in vista del momento, Alessandro Calonaci,<br />

giovane ma già affermato attore di prosa.<br />

Per quanto riguarda l’arte, alcuni ritratti d’artista,<br />

dall’inglese - ma ormai “toscanizzata” - Joy Stafford<br />

Boncompagni a Claudio Secciani eccellente<br />

interprete della pittura fantastica, e una interessante<br />

mostra fiorentina, “Astrattismo d’autunno”,<br />

in corso alla Villa Vogel.<br />

E poi l’omaggio dovuto a un grande ceramista,<br />

l’indimenticato Marcello Fantoni del quale nel<br />

2015 sarà celebrato il centenario della nascita<br />

con una mostra evento che si terrà a Palazzo Medici<br />

Riccardi.<br />

Il 2015 sarà anche l'anno di un grande evento di<br />

risonanza mondiale: Expo Milano. <strong>La</strong> <strong>Toscana</strong><br />

avrà un ruolo da protagonista come racconta ai<br />

lettori l’assessore regionale Gianni Salvadori in<br />

una nostra intervista esclusiva.<br />

Concludiamo con un’altra notizia di segno positivo:<br />

il Parco dei Renai, oasi verde azzurra a due passi<br />

dal centro di Firenze, rimarrà aperto, con ingresso<br />

libero, fino alla fine dell’anno. Buona lettura.<br />

Fabrizio Borghini<br />

fabrizio.borghini@toscanacultura.it<br />

In copertina: Barbara Lombardi Santoro autrice del best seller<br />

"Natale in famiglia"<br />

la <strong>Toscana</strong><br />

Periodico di attualità, arte e cultura<br />

dell’Associazione <strong>Toscana</strong> Cultura<br />

Registrazione Tribunale di Firenze<br />

n. 5905 del 6-2-2013 - Iscriz. Roc. 23227<br />

Numero 10 - <strong>Novembre</strong> <strong>2014</strong><br />

Direzione e Redazione:<br />

Via Valdichiana, 42 - 50127 Firenze<br />

Tel. 055 9336468<br />

redazione@toscanacultura.it<br />

toscanacultura@gmail.com<br />

Direttore responsabile:<br />

Fabrizio Borghini<br />

Capo Redattore:<br />

Lorenzo Borghini<br />

Redazione:<br />

Riccardo Ghiribelli<br />

Giampiero Masieri<br />

Duccio Ricciardelli<br />

Alessandro Toppi<br />

Giampaolo Trotta<br />

Segretaria di redazione<br />

Chiara Scali<br />

Coordinamento editoriale<br />

Lucia Raveggi<br />

Foto:<br />

Luca Matulli<br />

Grafica, impaginazione e stampa:<br />

Nova Arti Grafiche srl<br />

50058 Signa (FI)<br />

Sommario<br />

3


Barbara Santoro<br />

Natale<br />

N<br />

Barbara<br />

Lombardi Santoro<br />

in F<br />

amiglia<br />

Ricordi, tradizioni, miti, storia, curiosità<br />

e dolci ricette della più bella festa del mondo<br />

Presentato alla Galleria<br />

Antichità via dei Fossi<br />

di Firenze il suo libro<br />

Natale in Famiglia<br />

di Giampiero Masieri<br />

Un altro libro sul Natale, vero Verissimo. Ma in queste pagine si<br />

fanno alcuni dispetti alla tradizione, si discorre, si spilluzzica, non si<br />

fa il girotondo intorno all’albero, non si raccontano storielline delle<br />

quali i bambini non ne possono più.<br />

Barbara ha preparato e scritto questo libro con la pazienza e, se permettete con<br />

l’amore, di chi ha intorno tanti amici. Tanti amici che hanno scelto fra i loro ricordi,<br />

un loro Natale particolare, buffo, triste, strano, commovente. Ecco appunto questo<br />

libro. Forse ci siamo sentiti ragazzi, Barbara ci ha presi per la mano ed ora<br />

eccoci davanti a voi, senza presunzione, o forse troppa, ma con la certezza di non<br />

Fiorgen Arte Lucca: all'inaugurazione presso Villa Guinigi a Lucca, con la curatrice Barbara Santoro e Paolo Asso di Fiorgen, gli artisti (da sinistra) Giuliano Giuggioli, Giovanni<br />

Sanesi, Silvia Logi, Elio De Luca, Giovanni Maranghi, Francesco Nesi, Danilo Fusi e Paolo Staccioli<br />

4 Barbara Santoro


<strong>La</strong> scrittrice con Antonio Manzi e Antonio Roberto, direttore artistico della Galleria Antichità<br />

via dei Fossi di Firenze, durante la presentazione del libro<br />

Barbara Santoro dietro una scultura di Giuliano Vangi<br />

Barbara Santoro moderatrice a un convegno presso l'Istituto Fanfani di Firenze<br />

aver mentito a noi stessi.<br />

Il mio primo Natale risale idealmente a tanti anni fa, quando ero<br />

perciò un ragazzino. Avevo una nonna che amavo tanto e nel ripensare<br />

a lei aggiungo qualcosa per il libro di Barbara.<br />

Viveva vicino al Ponte Vecchio. Un giorno, durante il periodo definito<br />

villeggiatura, mi ricordo che le dissi: ”Nonna oggi è ferragosto".<br />

Lei rispose: “È vero siamo quasi a Natale“ con la saggezza di un<br />

tempo.<br />

Chi conosce Barbara sa come la sua penna corre veloce sulla carta<br />

specialmente quando tratta argomenti che le sono cari.<br />

Donna solare e generosa vive all’interno della bella famiglia che lei<br />

ha saputo gestire splendidamente fra arte, scritti, fornelli, incontri,<br />

eventi e nipoti.<br />

L’argomento Natale è uno dei suoi preferiti, tanto che possiede 258<br />

presepi, ed è vero, un po’ di tutte le parti del mondo. Ma perché non<br />

ne vende alcuni! Perché vorrebbe invece riceverne altri! I suoi presepi<br />

provengono da tante parti del mondo, anche molto lontane; da<br />

nazioni conosciute viaggiando: Cina, Australia, Siria, Birmania, Turchia,<br />

Libano, Giordania, Emirati Arabi, Caraibi, Russia, Repubbliche<br />

Baltiche o da regali di amici.<br />

Alcuni sono manufatti di artisti noti, altri disegni schizzati all’improvviso<br />

da maestri della penna o del pennello che hanno lasciato una<br />

testimonianza sulle pagine del suo “guest-book” sempre presente<br />

durante le sue deliziose cene natalizie.<br />

Sollecitata da Mauro e Antonio Pagliai e sempre con l’amore, magari<br />

silenzioso, del marito, ha scritto questo libro intrigante e curioso.<br />

Intrigante perché non banale, non da novellina della buona notte,<br />

curioso perché pieno di sorprese. Ogni argomento è trattato con una<br />

costellazione di particolari. L’agrifoglio, il pungitopo, il vischio, l’elleboro,<br />

la stella cometa, il ceppo, la ghirlanda, il bastoncino di zucchero,<br />

l’abete, la stella di Natale, i Re Magi, le campane, il presepio,<br />

Babbo Natale, le renne, le decorazioni colorate, il periodo dell’avvento,<br />

hanno così acquisito una documentazione precisa e rigorosa,<br />

mantenendo la freschezza del sapore natalizio.<br />

Infine, con un colpo da grande maestra di cerimonia, ha chiesto ad<br />

Antonio Manzi che le disegnasse la copertina del libro e che alcuni<br />

motivi natalizi fossero da lui tratteggiati all’interno del testo.<br />

È un libro che ci piacerà avere in casa. Accanto a Barbara ci sono<br />

Cristina Acidini, Eugenio Alphandery, <strong>La</strong>lla Azzaroli, Fabrizio Borghini,<br />

Paola Capitani, Fiorenza Ceragioli, Silvia Ciappi, Monica Fossi<br />

Giannozzi, Catia Giaccherini, Giovanna Giusti, Giovanna Lori, Giampiero<br />

Masieri, Mara Miniati, Marilena Mosco, Maurizio Naldini,<br />

Paolo Penco, Alessandro Sarti, Donatella Tesi, Alessandro Toppi e<br />

Giorgio Weber.<br />

È perciò una grande festa di famiglia. Un brindisi sì che ci vuole, a<br />

tutti loro, a tutti noi, a chi ci vuole bene.<br />

Barbara Santoro davanti a un quadro di Giuliano Giuggioli<br />

Barbara Santoro<br />

5


L'autrice del libro mentre autografa alcune copie<br />

Tanti vip alla presentazione per<br />

scambiarsi gli auguri di Natale<br />

L’aria pungente di freddo, la sensazione crepitante di<br />

un’attesa che comincia, le prime luci che iniziano a zampillare<br />

i colori, ravvivando la vista; le parole colme di<br />

dolcezza e di mistero, dette dai bambini che s’incontrano<br />

per strada e cariche di promesse di bontà in cambio della meraviglia<br />

per un giocattolo nuovo. Il calore interno della Galleria Antichità di<br />

via dei Fossi a Firenze, piena d’amici che si ritrovano come a festeggiare<br />

in anticipo. Certi sguardi, che sono già uno scambio d’auguri.<br />

Come fosse già Natale, prima che sia davvero Natale.<br />

L’occasione è stata la presentazione del libro di Barbara Lombardi<br />

Santoro - Natale in Famiglia (Sarnus editore) - che è testo composito<br />

e ricco al punto da potersi definire una vera e propria cornucopia di<br />

sensazioni narrative, di vagheggi memoriali, di invenzioni dicembrine.<br />

Zibaldone di racconti che hanno per tema la più bella festa<br />

dell’anno, Natale in Famiglia è davvero un ricchissimo campionario<br />

di “Ricordi, tradizioni, miti, storia, curiosità, dolci ricette”, come riporta<br />

il sottotitolo del volume. Di pagina in pagina prendono così<br />

forma i più lontani momenti di un’infanzia, i doni improvvisi che si<br />

ricevono senza aspettarseli, certi istantanei momenti di comicità o di<br />

delicatezza privata; prendono forma certi profumi gustosi, piccoli<br />

gesti che appartengono al passato ma che al presente tornano a vivere<br />

o mesti silenzi di una festa non festeggiata ma che - con la distanza<br />

caritatevole degli anni - ha assunto il valore di un ricordo indelebile;<br />

prendono forma le filastrocche, un tempo cantate in coro,<br />

Barbara Santoro intervistata da Fabrizio Borghini per la rubrica Incontri con l'arte<br />

nei pressi del vischio; prendono forma gli aghi degli abeti, odorosi<br />

compagni d’un mese; prendono forma certe ostili insopportabilità<br />

capricciose degne di Scrooge, compensate dagli abbracci che non<br />

hanno smesso di rendere il loro calore.<br />

Mirabile esempio di narrativa gioiosa, anche quando declina questa<br />

gioia in penombra umorale, Natale in Famiglia tiene stretti tra le<br />

copertine - su cui il maestro Antonio Manzi tratteggia l’innocenza<br />

d’un bambino in trasparenza, impreziosendo poi il bianco delle pagine<br />

coi propri disegni - venti racconti di altrettanti autori e li tiene<br />

stretti con la stessa propensione con cui si sta attorno a una tavola,<br />

più o meno riccamente imbandita, il giorno della vigilia. Così capita<br />

che i personaggi si osservino da racconto a racconto, che una storia<br />

s’intrecci a un’altra storia, che il ricordo riceva la fragranza di una<br />

ricetta o che il piccolo dolore che qualcuno racconta riceva il conforto<br />

della grande risata di qualcun altro mentre s’addobba l’albero di<br />

un terzo autore, nell’istante preciso in cui un quarto autore lamenta<br />

la zuccherosità untuosa del Natale ed una quinta autrice, invece,<br />

intona il canto che un tempo cantava.<br />

Presentato da Maurizio Naldini (già inviato de <strong>La</strong> Nazione), Francesco<br />

Tei (giornalista RAI) e da Ugo di Tullio (docente di Organizzazione<br />

dello Spettacolo Cinematografico e Teatrale presso l’Università di<br />

Pisa), il libro di Barbara Lombardi Santoro è stato così occasione di<br />

riviviscenza carissima, che si fa testimonianza storica anche quando<br />

è intima. C’è, infatti, il Natale del Novecento, in questo volume: con<br />

le sue miserie e i suoi prodigi, le sue nebbie e i suoi abbagli, la sua<br />

fissità tradizionale e i suoi moti di stupore.<br />

Toccati, esilarati, a tratti commossi coloro che sono intervenuti e,<br />

come contagiati dal gioco favoloso del racconto, abbiamo così visto<br />

più d’un lettore accennare al vicino la propria storia, una propria reminiscenza.<br />

S’è fatto dunque crocicchio tra i numerosi partecipanti<br />

- e vale la pena di sottolineare la presenza di Rossella Annigoni,<br />

Antonio Ciccone, Elio Bargagni e Silvana Lonardi -, come raramente<br />

capita alla presentazione di un libro. Simile alla piccola strana lanterna<br />

da cui nascevano certe vicende dickensiane, Natale in Famiglia<br />

ha così rigenerato lontane ombre fantastiche, tardi bagliori visionari,<br />

aneddoti più o meno felici. Magia del Natale, anche quando<br />

non è ancora Natale. Magia di Natale in Famiglia, di Barbara Lombardi<br />

Santoro. Attendendo, su brillante suggerimento di Cristina<br />

Acidini, identica meraviglia per la Befana.<br />

Alessandro Toppi<br />

6 Barbara Santoro


W <strong>La</strong> Torre di Pisa<br />

Due fiorentini per “Una torre lunga un naso!”<br />

di Riccardo Ghiribelli<br />

Direttore Artistico Locale Storico Letterario Giubbe Rosse Firenze<br />

Una delle più belle opere d’arte visitata da milioni di<br />

turisti l’anno, è, senza dubbio, la Torre Pendente di<br />

Pisa, capolavoro dell’architettura del 1100. Due professionisti<br />

fiorentini, Stefano Giraldi fotografo d’arte<br />

e Massimo Cavezzali disegnatore umoristico hanno realizzato<br />

un libretto simpaticamente divertente sulla storia della famosa<br />

Torre. Stefano Giraldi, ricordiamo, è un fotografo d’arte autore di<br />

importanti campagne fotografiche su chiese e palazzi storici fiorentini<br />

nonché organizzatore e curatore di mostre di artisti visivi<br />

contemporanee ed eventi culturali; Massimo Cavezzali è stato<br />

l’autore di numerose storie umoristiche come “Ivan Timbrovich”,<br />

“Eva <strong>La</strong> Papera Prosperosa” e “Aforismi disegnati”, autore su riviste<br />

cartoon nazionali di cantanti contemporanei come “Il vero Vasco<br />

Rossi sono io!”. Del soggetto di Stefano Giraldi, Massimo<br />

Cavezzali ha colto l’aspetto surreale - umoristico ampliandolo nei<br />

suoi straordinari disegni anche con aspetti anacronistici. Il risultato<br />

è stato un libretto piacevole e divertentissimo, stampato per i<br />

tipi della Pacini Editore di Pisa nella versione italiana ed inglese,<br />

traduzione fatta da Fabrizio Vivoli che è riuscito a mantenere l’aspetto<br />

surreale - umoristico in modo eccellente. Questo libro dei<br />

due professionisti dimostra come l’arte, l’architettura, la storia, la<br />

letteratura (il riferimento a Pinocchio è evidente) si possono intrecciare<br />

per dare alla fantasia la libertà del gioco.<br />

Una Torre lunga un naso<br />

7


Alessandro Calonaci<br />

Dante e Dostoevskij,<br />

Molière e Boccaccio,<br />

Shakespeare e<br />

Machiavelli: questi sono<br />

i veri "amici miei"<br />

di Lorenzo Borghini<br />

Qual è stato il momento più duro della tua carriera<br />

d'attore<br />

Non ci sono stati momenti particolarmente duri...in<br />

questo sono stato fortunato. Perché le scelte che ho<br />

fatto, che a volte sono state scelte che apparentemente agli occhi<br />

della gente possono avermi leso - come lo stare due mesi a Striscia<br />

la Notizia e poi decidere di interrompere la collaborazione per dedicarmi<br />

ad altro - possono essere sembrate delle zappate sui piedi...<br />

Invece mi hanno portato ad avere piena responsabilità delle cose<br />

che faccio...e la libertà in teatro è importantissima, la libertà di scelta<br />

è fondamentale per me. Probabilmente questo mi ha precluso i<br />

grandissimi teatri, ma non mi interessa. Mi interessa la libertà che<br />

costa perché sono capocomico di una compagnia e ci sono le compagnie<br />

a finanziamento diretto, quelle statali che prendono finanziamenti<br />

dallo Stato, mentre io faccio parte di una compagnia privata,<br />

noi siamo privati...ma privati di tutto.<br />

Un aneddoto particolare della tua carriera<br />

Essere visto da Monicelli. È stato bellissimo. Un giorno mi chiamarono<br />

per sostituire un attore durante una serata in onore di Monicelli<br />

alla Limonaia di Villa Strozzi a Firenze. Ero poco più che trentenne<br />

e l'agitazione era molta. Da piccolo sono cresciuto a pane e<br />

Brancaleone a differenza dei miei amici che avevano come modelli<br />

di vita i supereroi della Marvel. Quella sera erano presenti tanti attori<br />

che avevano lavorato con Monicelli come Amerigo Fontani e<br />

Marco Messeri; ma non io. Ero la mosca bianca - quindi me la stavo<br />

facendo sotto - e dovevo interpretare Frate Cipolla. E lo feci. Mi<br />

scrollai di dosso i timori, respirai a pieni polmoni e tirai fuori tutto me<br />

stesso. Alla fine della serata mi allontanai un attimo per fumare una<br />

sigaretta, quando ad un tratto vidi Monicelli avvicinarsi verso me.<br />

Ero in palla, non sapevo che dire. “Maestro” gli dissi. “Vaffanculo”<br />

rispose. Mi disse che non dovevo chiamarlo maestro. Si complimentò<br />

con me per la mia performance. Fu bellissimo. Di sicuro è<br />

stato uno dei momenti più belli della mia carriera.<br />

Accanto ad un grande uomo c'è sempre una grande donna.<br />

Come è nata la tua storia d'amore e di comunione artistica<br />

con tua moglie<br />

È nata durante uno spettacolo. E secondo me è la cosa più importante,<br />

è quella che dà il colore a tutto il resto, al percorso che fai, dà le<br />

caratteristiche al percorso che fai. È abbastanza rocambolesco come<br />

io e l'attuale mia moglie ci siamo innamorati perché è successo durante<br />

una tournée negli Stati Uniti con un musical...lei faceva parte<br />

del corpo di ballo. Io ero il primo attore e il regista e durante le prove<br />

estenuanti di quell'anno e per tutta la durata della tournée ho perso<br />

completamente la testa per la prima ballerina del musical che era<br />

appunto mia moglie. E da lì poi gioco-forza dell'arte e la vita...l'arte<br />

si mischia per forza alla vita, non vivo l'arte come un impiegato, anzi,<br />

deploro chi lo fa, disprezzo chi vive l'arte come una funzione impiegatizia.<br />

Quindi c'è questa combinazione fra la vita biologica e la vita<br />

artistica...è una cosa piuttosto normale che lei si occupi di danza e io<br />

di teatro e che ci si incontri spesso e volentieri nei nostri spettacoli...<br />

mi sembra scontato ecco...perché la nostra vita familiare non ha<br />

confini con l'arte, le cose si mischiano abbondantemente...se non<br />

fosse così guai. L'arte è un'esigenza, sopratutto il teatro è una non<br />

scelta, il teatro lo fai perché non puoi fare a meno di farlo. È una<br />

malattia che non ha medicine...quando hai sintomi devi fare di tutto<br />

per farla peggiorare.<br />

Se guardi indietro di vent'anni, chi era l'Alessandro Calonaci<br />

L'esperienza ti cambia vita di cambia per forza...e il teatro anche...il<br />

teatro è l'unica forma d'arte che vive in un'unità di luogo e di tempo<br />

ben precisa...e in quell'unità di luogo e di tempo ha una corrispondenza<br />

con la vita di tutti i giorni. Sono cambiato con il teatro che ho<br />

fatto. Si dice che faccio un sacco di spettacoli differenti l'uno<br />

dall'altro, ed è vero. Questo crea delle turbe in molti miei colleghi di<br />

lavoro...e io sono molto contento di questo, vuol dire che sono sulla<br />

strada giusta. Da quando ero ragazzo, ma anche da prima che mi<br />

occupassi in maniera seria di teatro, sono sempre andato a cercare<br />

e mi sono sempre specchiato con degli autori quali Molière, Shakespeare,<br />

Boccaccio, Machiavelli, Dante...la differenza è che a quei<br />

tempi ero ragazzo insieme a loro...loro erano i miei amici dell'adolescenza,<br />

con loro io giocavo, uscivo, andavo a donne. Dante è stato il<br />

8 Alessandro Calonaci


professore, il maestro di vita e fondamentalmente<br />

sono cresciuto con loro e con loro ci<br />

sono sempre. Quindi è vero che faccio tanti<br />

spettacoli differenti però comunque alla fine<br />

mi incontro sempre con loro...e sono i miei<br />

amici più fedeli, quelli che non mi hanno mai<br />

tradito...e in teatro le pugnalate e i tradimenti<br />

sono all'ordine del giorno, fanno parte<br />

del gioco. Le mie scelte negli spettacoli non<br />

sono mai pura vanità d'attore che sogna<br />

grandi ruoli da protagonista...a me interessa<br />

l'universo di quell'autore...ecco che di Molière<br />

voglio sapere tutto. Mi interessa proprio<br />

il percorso di vita che corrisponde con<br />

l'arte...ecco perché Amleto, che me lo porto<br />

dietro da una vita.<br />

C'è un autore che ti ha cambiato la vita<br />

Sono due: Dante e Dostoevskij su tutti. Sono<br />

i miei due maestri di vita. Sono seminali nella<br />

mia vita, sia in quella biologica che in<br />

quella d'artista...c'è un prima e un dopo<br />

Dante e Dostoevskij.<br />

Memorie dal sottosuolo inizia con “Sono un<br />

uomo malato”, come inizia la Bibbia “In principio<br />

era il verbo”, o come Moby Dick “Chiamatemi<br />

Ismaele”. E' un incipit folgorante,<br />

come pochi nella storia della letteratura. Le<br />

tre opere che mi hanno cambiato la vita<br />

sono <strong>La</strong> Divina Commedia, Memorie dal sottosuolo<br />

e L'Idiota.<br />

Il principe Myskin per me è il personaggio<br />

più bello e più vero presente in letteratura.<br />

Sì, anche secondo me.<br />

Dostoevskij prepara tutto per il gran finale,<br />

ti carica di emotività dall'inizio alla<br />

fine e poi quando hai fra le mani le ultime<br />

pagine...le sfogli lentamente perché<br />

non vorresti finissero mai...e poi ti sconvolge<br />

sempre.<br />

Ho cercato di riportare queste sensazioni<br />

dostoevskiane in uno spettacolo che ormai<br />

rappresento da un anno che prende il titolo<br />

da Memorie del sottosuolo che poi non è<br />

altro che un mio approccio, l'ennesimo, con<br />

un autore in cui mi rispecchio che è Dostoevskij...<br />

e mai come oggi, in questo mio particolare<br />

periodo di vita Dante, Dostoevskij e<br />

Shakespeare mi hanno parlato. Le tre opere<br />

che sto portando avanti tra le altre che però<br />

corrispondono in maniera spaventosa al mio<br />

momento storico, sono proprio quei canti<br />

che porto della Divina Commedia, Memorie<br />

dal sottosuolo e Amleto. Senza scordarmi<br />

mai delle mie radici...la più alta forma di teatro<br />

della nostra storia d'Italia non è stata<br />

quella del teatro di regia, che io rispetto ma<br />

non mi appartiene, quella di Ronconi o di<br />

Strehler, tanto per intenderci, ma il teatro di<br />

varietà, la rivista, che ha una valenza pari o<br />

addirittura superiore a quello che è stato<br />

Brecht in Germania. Accanto ai nostri tre<br />

grandi autori del Novecento del teatro italiano<br />

che sono Pirandello, Eduardo e Dario<br />

Fo, non ci sfigura affatto Petrolini o anche gli<br />

autori sconosciuti della rivista e dell'avanspettacolo.<br />

Mi racconti un incontro-scontro con<br />

qualche collega.<br />

Quando uno compie delle scelte per forza di<br />

cose si scontra con altri; litigate ce ne sono<br />

state. Chi fra i colleghi ha avuto da ridire con<br />

me, o sono persone che hanno lavorato con<br />

me e sono andate via in malomodo...per tanti<br />

motivi, le incomprensioni, perché le scelte<br />

non coincidevano...e io sono il capocomico<br />

della mia compagnia, quindi al di la del carattere<br />

ho delle responsabilità oggettive; o<br />

sono persone che non sono mai riuscite a<br />

lavorare con me. Questa è abbastanza cattiva<br />

come risposta, me ne rendo conto, ma mi<br />

hai chiesto la verità...<br />

Non ho collaborato con molti registi in teatro,<br />

essendo io il regista e deplorando il teatro<br />

di regia...da ragazzo ho lavorato con diversi<br />

registi però non ho mai avuto grandi<br />

scontri...perché ho cercato di imparare qualcosa<br />

da tutti...in teatro è importante perché<br />

non smetti mai di studiare, di imparare...ma<br />

non solo da quelli sopra di te, ma anche da<br />

chi inizia. Con i colleghi si, ma sai, noi lavoriamo<br />

in un ambiente dove c'è una forte<br />

competitività. Gli attori sono per antonomasia<br />

dei vanitosi, soffrono tutti del complesso<br />

della prima donna e quindi non è facile; io<br />

chiedo a quelli che lavorano con me cose<br />

non facili...non è assolutamente facile lavorare<br />

con me, però vedo che la gente vuole<br />

lavorare con me...non passa settimana che<br />

non abbia due o tre persone che me lo chiedono.<br />

Vista la tua non intensa attività cinematografica<br />

raffrontata a quella teatrale,<br />

cosa ti dà il teatro rispetto al cinema<br />

Non è vero che ho una carriera cinematografica,<br />

perché la mia carriera cinematografica<br />

è inesistente...anche perché a me non è mai<br />

interessato coltivarla. Non l'ho mai rincorsa...le<br />

poche cose che ho fatto e che faccio<br />

le faccio per due motivi, io non dico mai di<br />

no al cinema o per i soldi o per gli amici. Mi<br />

sono ritrovato proiettato anche in cose lodevoli,<br />

di un certo valore produttivo e in altre<br />

terribili...ma perché la carriera non la curo,<br />

non mi interessa, dovrei andare a Roma e io<br />

posso fare a meno benissimo del cinema ma<br />

non posso fare a meno del teatro. Ho partecipato<br />

a due puntate di Carabinieri e dopo la<br />

messa in onda ebbi un mese di provini senza<br />

avere un agente vero. Avevo un impegno in<br />

teatro con un'edizione di Amleto da me intitolata<br />

Amleto superstar e decisi di non fare<br />

saltare niente. Era una decisione che non mi<br />

è costata e non mi costa. Ecco perché faccio<br />

pochissimo cinema, perché i quattrini sono<br />

pochi e li prendono i grandi protagonisti e di<br />

amici ne ho pochissimi...mi interessa molto<br />

di più il mezzo televisivo...lo trovo più nelle<br />

mie corde. Mi piace sposare progetti di giovani<br />

che hanno idee...non mi capita spesso<br />

perché gli impegni in teatro sono molti...ho<br />

sposato il tuo progetto prima ancora di leggerlo<br />

perché ho fatto la scelta con te come<br />

la faccio con gli autori in teatro, perché interessato<br />

dal personaggio che sei. Per questo,<br />

quando hai tirato fuori L'attesa, ho detto sì<br />

senza battere ciglio. Non importa che di uno<br />

scrittore tu legga tutto il libro per capire se<br />

vale...basta un verso della Divina Commedia<br />

o pagina 62 aperta a caso dell'Idiota per capire<br />

che Dante e Dostoevskij sono Pelé e<br />

Maradona.<br />

E Goethe<br />

Mi interessa il mito del Faust in tutte le sue<br />

declinazioni, quindi anche Marlowe e Sokurov<br />

che ha fatto un film spaventoso.<br />

Progetti in corso e futuri<br />

Il 5 e il 6 dicembre sarò al Teatro Lumière di<br />

Firenze. Porto in scena Il malato immaginario<br />

di Molière. Quindi il consiglio che posso<br />

darvi è di venire numerosi. Il divertimento è<br />

assicurato.<br />

Alessandro Calonaci<br />

9


Joy Stafford<br />

Boncompagni<br />

Una pittrice che mira<br />

all'essenzialità poetica<br />

dell'immagine<br />

Joy Stafford Boncompagni nata in<br />

Inghilterra si è laureata in pittura<br />

alla Norwich School of Art nel 1978.<br />

Abita a Sansepolcro dal 1983 con il<br />

marito e quattro figli.<br />

<strong>La</strong>vora con acquerello, olio e pastello e negli<br />

ultimi anni ha scoperto il mondo della vetro<br />

fusione creando opere che uniscono vetro e<br />

acquerello.<br />

A partire dalla scuola di Norwich, patria<br />

dell’acquerello inglese, ha sempre amato dipingere<br />

paesaggi ma lavorare con il vetro le<br />

ha aperto nuovi orizzonti di astrattismo.<br />

Joy ama dipingere “en plein air” ed è affascinata<br />

dal “genius loci”. Ha vinto numerosi<br />

premi a concorsi estemporanei in <strong>Toscana</strong> e<br />

Umbria classificandosi 1ª a Monterchi, Città<br />

di Castello, Giano dell’Umbria, Bastiola, Rigutino<br />

e Foiano della Chiana.<br />

Nell’estate <strong>2014</strong> ha disegnato in diretta al<br />

matrimonio di due attori americani al Castello<br />

di Procopio, Perugia.<br />

Da anni allestisce mostre personali in Centro<br />

Italia e le sue opere sono in collezioni<br />

private in Giappone, U.S.A., Nuova Zelanda,<br />

Germania e Inghilterra.<br />

Nel 2011 si è aggiudicata il 1° Premio Europeo<br />

F.I.D.A.P.A. a Castiglion Fiorentino vincendo<br />

un soggiorno in una residenza per artisti<br />

del Salento. Nel 2012 e 2013 è stata<br />

finalista nella rassegna Saturarte a Genova<br />

ed ha esposto in mostre collettive a Faenza,<br />

Ravenna, Perugia, Cortona, Spoleto, Roma<br />

e Pergine Valsugana.<br />

Ha vinto il premio “S. Giuseppe” a Fighille<br />

per il miglior acquerello nel 2013.<br />

Espone regolarmente con la Compagnia Artisti<br />

di Sansepolcro, con il Cenacolo degli<br />

Artisti Aretini e partecipa alla rassegna “Fabrianoinacquerello”.<br />

Impartisce lezioni di<br />

pittura per giovani ed adulti.<br />

Mario Argenti scrive di lei: “Joy Stafford si<br />

rivela come pittrice che mira all’essenzialità<br />

poetica dell’immagine”.<br />

Joy Stafford Boncompagni<br />

Via del Prucino, 4 - 52037 Sansepolcro (AR)<br />

Tel. 0575 740095 - Cell. 320 9487431<br />

joy.m.stafford@hotmail.it<br />

10 Joy Stafford Boncompagni


Claudio Secciani<br />

Il viaggio fantastico dell'artista nelle sue visioni<br />

oniriche con l'assunzione del segno come<br />

costruzione magica ed evocatrice<br />

Nei poemi del ciclo arturiano di Chrètien de Troyes il<br />

cavaliere parte armato senza nessun compito particolare;<br />

si mette in viaggio in cerca di avventure, imprese<br />

rischiose, di occasioni per mettere alla prova il proprio<br />

valore. L’avventura offre cioè al cavaliere la possibilità di mettere in<br />

gioco tutto l’essere dell’uomo. Analoga è l’avventura dell’artista, sul<br />

terreno impoetico della disattenzione, delle imposizioni quotidiane,<br />

sempre sul limitare dell’ambiguo lessico delle emozioni. Claudio<br />

Secciani identifica questo percorso nel viaggio figurato della fantasia,<br />

dove tutto è rappresentazione; ogni cosa, ogni sussulto psicologico<br />

nel suo lavoro ha una propria forma narrante. <strong>La</strong> personificazione<br />

delle relazioni significa assunzione del segno come costruzione<br />

magica, evocatrice di altro da sé, e insieme la responsabilità di condurre<br />

l’indagine di questa “unità-differenziazione”. Secciani verifica<br />

la possibilità di raccontarsi da dentro e allo stesso tempo di trasformarsi<br />

nel “Wanderer” delle sue visioni oniriche.<br />

Micromutazione, tecnica mista su carta, cm. 41x29<br />

Sospeso tra i sogni, tecnica mista su tela, cm. 80x56<br />

Esposizioni<br />

1991, Bidart, Galleria Mentana, Bergamo<br />

1991, Personale, Galleria Solo Arte, Venezia.<br />

1992, Expoarte, Galleria Mentana, Montichiari (Brescia)<br />

1993, S.I.A.C., Galleria Mentana, Firenze.<br />

1993, Collettiva di Maestri, Galleria Mentana, Firenze<br />

1994, Individuazioni, Sala Sap, Firenze.<br />

1994, Arte Fiera Bologna<br />

1994, Expoarte Bari<br />

1994, Personale, Galleria Solo Arte, Milano<br />

1995, Dalle Ultime Generazioni, Galleria d’Arte Contemporanea<br />

di Arezzo<br />

1997, Contemporaneamente, Museo Cassioli, Asciano<br />

(Siena)<br />

1997, Estro Si, Badia a Ruoti, Arezzo<br />

1997, Altre Luci 7° Edizione, San Giustino Valdarno,<br />

(Arezzo)<br />

1998, Altre Luci 8° Edizione, San Giustino Valdarno,<br />

(Arezzo)<br />

1999, Etruria Arte 10, Venturina, (Livorno)<br />

2000, Arte Oggi, Venturina, (Livorno)<br />

2002, Fantasmagorica, Personale Galleria Matisse, Roma<br />

2002, Arte Fantastica, Rassegna internazionale di artisti,<br />

Torre Strozzi, loc. Parlesca (Perugia)<br />

2006, Arcadia, Rassegna annuale arte contemporanea,<br />

Terranuova Bracciolini (Arezzo)<br />

2007, Fantasmagorica, Personale, Atelier Canard, Bucine,<br />

Arezzo<br />

2008, Arcadia, Rassegna annuale arte contemporanea,<br />

Terranuova Bracciolini (Arezzo)<br />

Risonanza, tecnica mista su tela, cm. 134x186<br />

Mutazione del silenzio, tecnica mista su carta,<br />

cm. 29x41<br />

claudio.secciani@virgilio.it<br />

Claudio Secciani<br />

11


A Firenze una “Casa”<br />

per l’affascinante<br />

arte della cornice<br />

Dalla vecchia filosofia del nonno Marino alle<br />

innovazioni del genero Giovanni e del nipote Marco<br />

di Giampaolo Trotta<br />

Comunemente si ritiene che la<br />

cornice sia solo un orpello del<br />

quadro, un contorno che, con la<br />

moda, si può mutare, non essendo<br />

di per sé elemento fondamentale in<br />

un’opera d’arte. Sostanzialmente, un oggetto<br />

mutevole d’arredo senza pretese artistiche.<br />

<strong>La</strong> cornice non a caso è stata definita “il<br />

più mobile dei mobili”. Però, non è così.<br />

<strong>La</strong> funzione della cornice è quella di isolare<br />

il dipinto dal muro cui è appeso, di delimitare<br />

lo spazio, rispondendo all'esigenza del<br />

nostro occhio di stabilire un limite della visione.<br />

Basti qui qualche necessario cenno storico<br />

sulla sua evoluzione. Tracce di cornici intese<br />

come perimetro dipinto si trovano già<br />

nell'antico Egitto e in Grecia. Di una cornice<br />

con ruolo autonomo, però, si hanno i primi<br />

indizi solo nel Duecento: con l’avvento della<br />

pittura in formato più ridotto, eseguita su<br />

materiali mobili, si diffonde il suo uso, anche<br />

per l’esigenza di nascondere lo spessore<br />

delle tavole, e costituisce spesso un unicum<br />

con la tavola stessa. Nel XIV secolo la<br />

cornice assume sembianze desunte dall’architettura,<br />

ma è nel Quattrocento che ha<br />

Il laboratorio di via Toselli<br />

origine la tabula quadrata e con essa<br />

la prima cornice autonoma “a edicola”,<br />

che deriva dall’architettura classica<br />

e che si lega all’idea albertiana di<br />

“finestra aperta per donde io miri<br />

quello che quivi sarà dipinto”. Con il<br />

Seicento le cornici si complicano con<br />

intagli più ricchi ed il profilo esterno<br />

viene nascosto dalle ornamentazioni.<br />

Tra il XVII e XVIII secolo s’impose<br />

come modello la cornice “Salvator<br />

Rosa”, ancor oggi tra le sagome più<br />

conosciute. Durante il Neoclassicismo<br />

la cornice si spoglia della sovrabbondanza<br />

barocca per mostrarsi nella sua<br />

linearità. Con la modernità essa cessa<br />

spesso di essere “finestra” e si semplifica,<br />

si restringe, tornando ad essere<br />

un contorno quasi impercettibile, in<br />

alcuni casi fino a scomparire. Il rifiuto<br />

concettuale di questo “contenitore”<br />

avviene in nome di un’arte che non<br />

vuole diventare merce. È implicito che<br />

questa posizione ideologica viene frequentemente<br />

smentita dai fatti. Il<br />

quadro continua - al di là delle avanguardie<br />

e delle sperimentazioni - ad<br />

essere spesso ancora una “finestra”.<br />

<strong>La</strong> storia della cornice italiana coincide<br />

con i due maggiori centri dove si<br />

perfeziona la tecnica dell’intaglio,<br />

cioè Venezia e Firenze. Proprio in<br />

<strong>Toscana</strong> si ha il più ampio sviluppo<br />

dell’arte della cornice. Già nelle grandi<br />

botteghe rinascimentali di architetti<br />

e scultori si realizzavano anche imponenti<br />

cornici (basti pensare a quella<br />

di Giuliano da Sangallo). Nel<br />

Novecento alcune botteghe di corniciai<br />

diverranno il luogo di ritrovo di<br />

moltissimi pittori (a Venezia, a Prato,<br />

L'ingresso della "storica" bottega di via Sant'Egidio, situata nella<br />

zona degli artigiani vicino all'arco di S. Piero, dove tutto ebbe<br />

inizio nel 1969 per mano di Marino Braschi fondatore e ideatore<br />

del nuovo concetto di cornice fiorentina. Oggi come allora si ricercano<br />

nuove sagomature e finiture per incorniciare le opere<br />

degli artisti contemporanei. Il negozio di 150 metri quadri vanta<br />

una esposizione di cornici pronte all'uso e di quadri d'autore<br />

a Firenze), fin poi a dare origine a note gallerie e<br />

case d’asta (Orler, Farsetti, ecc.). Tra queste, una<br />

“bottega” fiorentina da oltre quarant’anni è a diritto<br />

entrata nella storia.<br />

Tutto ebbe inizio nel 1969, quando Marino Braschi<br />

(n. 1919), un uomo intelligente, lungimirante e con<br />

la vocazione innata per gli affari, collezionista di<br />

quadri di pittori fiorentini - quali Loffredo, Scatizzi,<br />

Pregno e Tirinnanzi - decise di abbandonare la sua<br />

precedente attività legata alla ristorazione. Vide un<br />

locale, posto in via Sant’Egidio al numero civico<br />

12 Casa della Cornice e della Specchiera


26R, su una cui parete era appesa per sbieco una vecchia cornice, e<br />

pensò che quello fosse un “segno” del destino e che era il momento<br />

di attuare una sua idea che da tempo aveva avuto: quella, cioè, di<br />

creare - prima in Italia - una “corniceria” che disponesse di cornici già<br />

pronte su misura, di qualità, secondo misure conformi a quelle più ricorrenti<br />

delle tele impiegate dai pittori (ad iniziare da quelle di cm<br />

10x15 fino a quelle di cm 80x120). Nasceva, così, la “Casa della<br />

Cornice”. <strong>La</strong> sua brillante idea ebbe immediatamente successo e<br />

iniziarono a rivolgersi a lui gallerie ed artisti da tutte le parti d’Italia:<br />

basti pensare alle Gallerie Pananti, Michaud, Cavour e Tornabuoni di<br />

Firenze, alla Giorgio Ghelfi di Montecatini o alla Zizzari di Roma, alla<br />

Stamperia del Bisonte o, ad esempio, ai pittori Paulo Ghiglia, Romano<br />

Stefanelli, Paolo Artini e Gianni Borta.<br />

Nel 1976 Marino morì improvvisamente, ma l’attività venne continuata<br />

con la medesima filosofia e lo stesso amore dalle due figlie e<br />

dai generi. Agli inizi degli Anni Ottanta, con l’aumento del giro di affari,<br />

fu preso anche un nuovo fondo fuori dal centro storico, in via<br />

Toselli al 23R, che si aggiunse al precedente di via Sant’Egidio.<br />

Parallelamente, anche l’attività si espanse, con artigiani esterni - intagliatori<br />

di legno, decoratori e doratori - che collaboravano alla realizzazione<br />

delle sempre più qualificate cornici, oltre che a quella di listelli<br />

per la grafica, le affiche e i poster.<br />

<strong>La</strong> produzione, infatti, è stata fin dagli inizi - per espressa volontà di<br />

Marino - sempre di qualità, mediante processi di lavorazione artigianali<br />

secondo la rammentata tradizione fiorentina, sebbene, negli<br />

Anni Settanta, anche per l'enorme quantità di cornici prodotte, con<br />

Un particolare del magazzino di via Toselli<br />

L'ingresso del negozio di via Pietro Toselli, 109 aperto nel 1981 per soddisfare le richieste<br />

del mercato. Con i suoi 400 metri quadri ospita un campionario di oltre 800 sagome<br />

differenti di cornice, partendo dai listelli economici per stampe per arrivare alle cornici<br />

di design destinate agli architetti di interni di tutto il mondo. Da qui nascono cornici<br />

realizzate secondo le più rigide e tradizionali metodologie artigianali fiorentine, dalla<br />

doratura a guazzo passando alla foglia in argento vero fino ad arrivare alle cornici in<br />

foglia oro vero. In un magazzino con oltre 500 cornici pronte nelle più diffuse misure<br />

standard, troverete la competenza di Giovanni Pelacani che da oltre 50 anni incornicia<br />

i dipinti secondo le richieste dei clienti più esigenti<br />

Uno scorcio della sala campionaria<br />

una "filiera" maggiormente velocizzata. Man mano si è avuta,<br />

però, un'evoluzione maggiore nella qualità (impiego di argento e<br />

di oro vero dati a guazzo, intagli più virtuosistici) proprio per venire<br />

incontro alle esigenze sempre più particolari di gallerie ed<br />

artisti, che venivano in contatto con la "Casa della Cornice" grazie<br />

anche alla sua presenza in prestigiose fiere del settore, come<br />

- dal 1990 al 2000 - il SACA (Salone delle Aste, Cornici e<br />

Accessori) di Bologna. Ad importanti clienti - come la Galleria<br />

d'Arte Spagnoli di Firenze, la John Lewis International Shopping<br />

and Delivery e la Trowbridge Gallery di Londra e la Visionnaire<br />

Home Philosophy di Milano - si sono affiancati numerosi pittori<br />

sia italiani che stranieri, come Lido Bettarini, Giovanni Maranghi,<br />

Sergio Nardoni, Marcello Scuffi, Angiolo Volpe, solo per fare<br />

alcuni esempi, essendo impossibile qui rammentarli tutti per<br />

ragioni di spazio.<br />

Dal 2000 l'azienda ha esteso il proprio orizzonte di interessi anche<br />

alle specchiere, divenendo dal 2013, con la nuova generazione,<br />

"Casa della Cornice e della Specchiera". Così, dopo anche la<br />

recente riqualificazione del locale "storico" di via Sant'Egidio, seguendo<br />

sempre la vecchia filosofia del nonno Marino - improntata<br />

alla grande "quantità" di cornici ben veicolabili per la "qualità" dei<br />

loro materiali e delle lavorazioni, qualità connessa ad un costo<br />

estremamente conveniente e concorrenziale - si vanno sperimentando<br />

anche nuove sagome e materiali per venire incontro alle esigenze<br />

che si affiancano alle<br />

richieste di cornici classiche,<br />

come le commesse della<br />

Visionnaire di Milano e la<br />

creazione in esclusiva delle<br />

cornici per Fernando Botero<br />

stanno ad evidenziare.<br />

Marco Pelacani con Fernando Botero nello<br />

studio del maestro a Montecarlo<br />

Casa della Cornice<br />

e della Specchiera<br />

Via Pietro Toselli, 109 - Firenze<br />

Tel. 055 360146<br />

Via S. Egidio 26r - Firenze<br />

Tel. 0552480222<br />

www.casadellacornice.com<br />

casadellacornice@hotmail.com<br />

Orari: 9-13 e 15:30-19:30 - sab. 9-13<br />

Casa della Cornice e della Specchiera<br />

13


MARCELLO<br />

Personaggio etrusco donna, 1949<br />

FANTONI<br />

(1915 - 2011)<br />

<strong>La</strong> nostra rivista ha raccolto<br />

un’antologia di testimonianze<br />

intorno all'opera del maestro<br />

fiorentino al quale verrà<br />

dedicata una grande retrospettiva<br />

che si terrà a Palazzo Medici<br />

Riccardi di Firenze nel mese<br />

di maggio 2015<br />

di Duccio Ricciardelli<br />

Questo articolo fa riferimento ai dvd e allo sterminato<br />

materiale cartaceo e fotografico che il professor<br />

Piero Sarti Fantoni ha raccolto negli anni,<br />

seguendo il lavoro dell’amato fratello, Marcello<br />

Fantoni. Tutto il materiale edito in questo contesto è stato ordinato<br />

dal redattore grazie alla cura preziosa dello stesso Sarti<br />

Fantoni.<br />

“Di Marcello Fantoni le cronache d’arte e no, hanno messo in<br />

evidenza il valore di ceramista, l’estro di un tono e di una solvenza<br />

cromatica, il particolare modo vivo di entrare nel colloquio<br />

con la realtà, anche la più semplice se non caduca, l’entusiasmo<br />

sempre giovanile che ha portato la sua attività a svolgersi secondo<br />

i metodi della bottega antica dove il maestro elabora e<br />

ragiona, insegna e opera, sollecitandosi al contatto delle energie<br />

nuove e competitive. E ogni qualvolta egli si è presentato al<br />

pubblico ha sempre portato il tono e il senso inconfondibile della<br />

sua personalità, del suo singolare accento”.<br />

Umberto Baldini, edizioni Il Mirteto, Firenze, Firenze 1973<br />

“Ricordo con straordinaria suggestione quei momenti passati<br />

sulla via Bolognese, in quel laboratorio, quella casa - museo che<br />

lui sapeva animare con le sue opere, con la sua passione, con un<br />

senso ancora più profondo del trasmettere questo suo talento.<br />

Io, nei colloqui che ho avuto con lui, ho sempre avuto una sensazione<br />

non dell’artista che in qualche modo voleva inorgoglirsi e<br />

mostrare (e noi sappiamo di un uomo che nella sua arte ha raggiunto<br />

dei livelli internazionali, uno dei più grandi ceramisti che<br />

il nostro paese può vantare), ma quello che ho sempre visto in<br />

Giovanna D'Arco, 1942<br />

14 Marcello Fantoni


Piatto di ceramica<br />

lui è il trasmettere, un genio, un talento, quel<br />

senso che ha reso Firenze, centro internazionale<br />

dell’arte e dell’artigianato artistico. Perché è<br />

indubbio che nella sua opera si coniugava questo<br />

senso del talento artistico ma anche della<br />

laboriosità artigiana che ha reso unica questa<br />

città. I nostri incontri all’Antica Compagnia del<br />

Paiolo, avvenivano in una dimensione che rivelava<br />

la sua modestia, quando Giuliano Borselli<br />

con Pier Francesco Listri facevano da mattatori<br />

e Fantoni si sedeva in disparte e poi commentavamo<br />

insieme le mostre, sempre con parole di<br />

straordinaria umanità e di grande buonsenso.”<br />

Eugenio Giani, Sala del Consiglio Comunale<br />

(Salone dei Dugento), Firenze . 9/2/2012<br />

Nudo coricato di donna, 1939<br />

“Marcello Fantoni è stato sicuramente uno dei pochissimi personaggi toscani che,<br />

partito da una sana forma di artigianato, è riuscito a percorrere tutte le strade per<br />

raggiungere l’Arte, con la A maiuscola. È stato un uomo che, da sempre, ha portato<br />

avanti con correttezza e grande professionalità, una spontaneità ed un’atavica<br />

forma di cultura, potrei dire “etrusca”, dove la materia veniva resa preziosa da<br />

questa umanità; un grande scultore e grande ceramista non ancora sufficientemente<br />

conosciuto. Io mi auguro che la famiglia faccia una bella e grande mostra e sarà<br />

per tutti una grande scoperta. Ci dispiace che sia scomparso.”<br />

Domenico Viggiano, <strong>Toscana</strong> Tv, 14 ottobre 2011 - Basilica di SS. Annunziata<br />

Firenze<br />

“Questo grande ceramista fu un uomo legato all’antichità etrusca, naturalmente<br />

per il compasso dei suoi modelli progettuali, ma anche legato a tutti i movimenti<br />

del Novecento che egli sentì e trasferì con originalità nelle sue opere. Maestro<br />

d’arte ma anche maestro di tanti artisti, che alle sue varie scuole, fino a quella internazionale<br />

della ceramica, hanno aderito. <strong>La</strong> toscanità è stata una sua grande<br />

dote come questa sua capacità amicale, questo suo essere sempre forte e attivo, e<br />

questo suo splendido modo di lavorare sulle materie. Viviamo infatti in una stagione<br />

virtuale, fatta solo di bottoni e di schermi; ebbene, lui lavorava con la creta,<br />

l’acqua e il fuoco.”<br />

Pier Francesco Listri, <strong>Toscana</strong> Tv, 14 ottobre 2011 - Basilica di SS. Annunziata<br />

Firenze<br />

S. Caterina da Siena<br />

“Marcello Fantoni è stato uno dei veri grandi protagonisti dell’arte fiorentina, toscana<br />

e italiana nel XX Secolo. È arrivato a 85 anni di età e dagli Anni Trenta ha<br />

dato il livello, lo stile, lo standard di qualità e di idee alla ceramica italiana. Fantoni<br />

Marcello Fantoni<br />

15


Cristo del villaggio Cep di Barbaricina a Pisa<br />

Bassorilievo in cemento nella chiesa del Cep di Barbaricina a Pisa<br />

Busto di ignota, 1942<br />

è stato per la ceramica italiana, quello che Giorgini è<br />

stato per la moda; ha creato il punto del non ritorno, ha<br />

stabilito lui con le sue opere, con i suoi modelli, quello<br />

che doveva essere il livello espressivo, tecnico, artistico<br />

della ceramica italiana, al di sotto del quale non era<br />

lecito andare. E i tanti successi che la ceramica italiana<br />

ha avuto nel mondo, dagli Stati Uniti, all’Australia<br />

e alla Francia e dappertutto, questo lo dobbiamo in<br />

larga e decisiva misura all’attività preziosa di Fantoni.<br />

Per questo motivo a Firenze abbiamo ritenuto giusto<br />

dare a questo artista un riconoscimento ufficiale nella<br />

sede più prestigiosa della città, cioè la Sala delle Reali<br />

poste degli Uffizi, un riconoscimento che la città non<br />

aveva mai riservato a nessuno, nessuno è mai profeta<br />

in patria, ma è soprattutto un atto critico nei confronti<br />

di quello che è stato, oggettivamente, un maestro<br />

dell’arte italiana.”<br />

Antonio Paolucci, 2001, Dal video introduttivo alla<br />

Mostra delle Reali Poste degli Uffizi di Firenze.<br />

“Se la ceramica italiana oggi ha un prestigio e una notorietà<br />

nel mondo ad alto livello questo si deve a<br />

Marcello Fantoni che tra gli Anni Cinquanta e gli Anni<br />

Sessanta, nel momento zenitale della sua carriera, ha<br />

reinventato l’artigianato della ceramica. Lo ha reinventato<br />

per sé e per i suoi allievi perché dal suo studio<br />

sono passate generazioni di giovani artisti ceramisti.<br />

Si sono formati anche prendendo altre strade, anche<br />

disconoscendo il suo maestro. Noi chiamiamo Maestro<br />

Marcello Fantoni ma se noi facciamo un analisi della<br />

parola Maestro nella storia dell’arte, bisogna ricono-


Cavalli in bronzo, 1955 - 60<br />

scere che i Maestri sono veramente pochi,<br />

Fantoni lo è. Cosa ci vuole per essere maestro<br />

Non basta saper fare le cose bene o sapere il<br />

mestiere. Il Maestro è tale quando ha degli allievi,<br />

quando insegna un Metodo che non è solo<br />

tecnica ma soprattutto una filosofia mentale un<br />

approccio al vero visibile, un modo di fare arte.<br />

C’è un maestro quando sa inculcare nei suoi allievi<br />

un livello di qualità e di originalità al di sotto<br />

del quale è proibito andare. Il Maestro deve<br />

insegnare anche la curiosità, la voracità,<br />

la bulimia verso il mondo. Il privilegio è<br />

quello di non annoiarsi. Bisogna essere<br />

vivi all’ennesima potenza. Dovete visitare<br />

lo studio di Marcello sulla<br />

Bolognese. <strong>La</strong> sua casa laboratorio, che<br />

lui ha scelto fin dagli anni Sessanta, un<br />

edificio dell’architetto Ricci, una di quelle<br />

case che stanno attaccate alla montagna<br />

come i nidi di rondine, la casa di<br />

Fantoni è un nido di rondine, aperto a<br />

trecento sessanta gradi su Firenze che<br />

sta di fronte a Fiesole. Lui sta lì con una<br />

capacità quasi buddista di contemplare<br />

il mondo, ed ha anche fatto negli Anni<br />

Cinquanta delle cose in stile cinese e<br />

giapponese così belle che sembrerebbero<br />

antiche. Lui sta come una rondine<br />

lassù a contemplare la valle che sta sotto<br />

con Firenze. Fantoni è un ceramista<br />

multiforme, le cui forme derivano dai<br />

sassi, dagli alberi e dalle piante, dalla<br />

terra e dal fuoco, dai minerali e dall’acqua<br />

che scorre in <strong>Toscana</strong>. Cerca di tra-<br />

Marcello Fantoni nello studio di via <strong>La</strong>nzi nel 1949<br />

Marcello Fantoni seduto con il fratello Piero Sarti Fantoni<br />

Stele di confine etrusca. Guerrieri, 1959<br />

“Marcello Fantoni è nato a Firenze nel 1915 e<br />

ha avuto il suo studio prima in via L. <strong>La</strong>nzi e poi<br />

sulla splendida collina di Monterinaldi, sulla<br />

Bolognese Nuova. Ha partecipato, fin da giovanissimo,<br />

ad importanti esposizioni sia di ceramica<br />

che di scultura. Sue opere si trovano sparse in<br />

tutto il mondo ed in alcuni importanti musei<br />

come: Albert Victoria Museum di Londra,<br />

Museum of Modern Art di Tokyo e Kyoto, Museo<br />

Internazionale della Ceramica di Faenza,<br />

Biennale di Venezia, City Art Gallery di<br />

Manchester, Royal Scottish Museum ad<br />

Edimburgo, Fedor Stedelyk Museum, Brooklyn<br />

Art di Boston, Currier Gallery e molti altri ancora.<br />

Ha eseguito inoltre importanti opere per chiese,<br />

palazzi privati oltre che cinema, navi e ambienti<br />

abitativi.”<br />

Umberto Baldini<br />

edizioni Il Mirteto, Firenze 1973<br />

Marcello Fantoni 17


e dei primi anni del Duemila. I suoi colori sono mirabili per i nostri<br />

cinque sensi” .<br />

Enzo Dall’Ara <strong>La</strong> chimica di tutti i giorni, presso Muky, Faenza<br />

26.9.2008<br />

“Di Marcello Fantoni, di cui sono amico e affettuoso estimatore fin<br />

degli anni della comune giovinezza, nella comune scena fiorentina<br />

che allora era (o ci pare oggi che fosse) più mossa e animata, mi trovo<br />

a scrivere nelle condizioni più impropie e sfavorevoli, quando sono<br />

lontano e isolato nel mio ricovero estivo. Ma non ha poi molta importanza<br />

per il breve messaggio che intendo inviare a onore dell’artista,<br />

non potendo sul momento fare di meglio. <strong>La</strong> produzione ceramica di<br />

Marcello mi è ben presente e quel suo procedere felicissimo e naturale<br />

da artigianato ad arte, da mestiere (eccelso) a ideazione creativa<br />

ed esecuzione inventiva non cessa di incantarmi a distanza di anni e<br />

di ubicazione, sia pure provvisoria come questa mia. Anzi questa distanza<br />

si annulla tutta nel ricordo, così vivo da illudermi che non sia<br />

un ricordo ma un episodio attuale, di una visita alla sua officina - museo<br />

- atelier per ammirare le fasi e le stagioni del suo lungo lavoro;<br />

durante le quali la tecnica ha avuto la sua sapiente evoluzione, certo,<br />

ma la sensibilità plastica e cromatica è rimasta fedele a se stessa<br />

secondo la sua originale vocazione. Nei colori, negli accordi, nei contrasti,<br />

nelle sfumature e perfino nelle evanescenze la maestria di<br />

Satiro etrusco<br />

durre la natura nell’infinita trasmutazione delle forme, come Ovidio,<br />

in un mondo continuamente cangiante. <strong>La</strong> sua casa sulla Bolognese<br />

Nuova è un vero e proprio laboratorio rinascimentale, lui è felice di<br />

insegnare ai giovani, lui è generoso, e così trasmette il Metodo e il<br />

Mestiere, orgoglioso del proprio mestiere di ceramista.”<br />

Antonio Paolucci, 10 marzo 2004, riprese di Massimo Canuti presso<br />

Amici dei Musei.<br />

“Marcello Fantoni ha percorso tutte le avanguardie e neoavanguardie<br />

storiche con attenzione all’origine che si rifà alla tradizione etrusca,<br />

le sue ceramiche sono di estrema raffinatezza per le cromie,<br />

sono segreti, alchimie. Il ceramista è un alchimista della materia; è<br />

una persona che deve conoscere perfettamente i prodotti e i medium<br />

che usa per arrivare a certi risultati estetici e decorativi. In questa<br />

direzione Marcello Fantoni ha un binomio tra arte e vita. Non ha necessità<br />

di forme, sono delle sintesi delle forme stilizzate, alle quali<br />

applica dei colori, suoi, interiori, astratti, ha una tensione ad un “limen”<br />

che va ben oltre gli orizzonti del nostro pianeta e ha seguito<br />

tutto ciò che è stato il divenire e l’essere dei primi anni del Novecento<br />

Due giovani guerrieri, 1950. A destra: Uomini in lotta, 1950. Terracotta<br />

questo caro maestro mi ha sempre toccato, tanto che oggi mi evoca<br />

momenti precisi della mia vita, persone, emozioni e sentimenti provati<br />

e non dimenticati come accade con la musica.<br />

Dell’artificio e dell’arte di Marcello Fantoni è stato detto molto e<br />

molto bene specialmente in questi anni recenti. Volevo in questo<br />

caso testimoniare la mia confermata persuasione del suo valore. È<br />

una conferma che fa bene a me prima ancora che a lui, al quale in<br />

ogni modo spetta di diritto e di pieno cuore.”<br />

Mario Luzi, <strong>La</strong> preziosa fornace, 8 Agosto 2001<br />

Il nuovo studio di Marcello Fantoni in via Monterinaldi a Firenze<br />

I figli di Marcello Fantoni, la dottoressa Donatella Fantoni Cerchiai e<br />

il dottor Claudio Fantoni, cureranno una mostra antologica del padre<br />

nel mese di maggio 2015 presso la Limonaia di Palazzo Medici<br />

Riccardi di Firenze.<br />

18 Marcello Fantoni


A Villa Vogel<br />

“Astrattismo<br />

d’autunno”<br />

Èstato Mirko Dormentoni, presidente<br />

del Quartiere 4 - Isolotto/Legnaia<br />

- del Comune di Firenze,<br />

a inaugurare ufficialmente<br />

sabato 15 novembre la mostra<br />

“Astrattismo d’autunno” che sarà aperta al<br />

pubblico nella Limonaia di Villa Vogel con<br />

ingresso libero fino al prossimo 24 novembre<br />

(dal lunedì al venerdì 9.30-11.30 e<br />

16.30-19.30. Sabato e domenica dalle 11.30<br />

alle 19.30). <strong>La</strong> manifestazione, promossa da<br />

The Black Gallery, è stata curata da Nicol<br />

Ferrari e da Olisca Bellagamba che hanno<br />

selezionato venti artisti contemporanei toscani<br />

nel segno dell’astrazione accomunandoli<br />

con il filo rosso di un tema d’attualità:<br />

l’autunno, splendida occasione per vedere<br />

emozioni tradotte in dipinti e sculture.<br />

Da sempre questa stagione crepuscolare ha<br />

affascinato e stimolato la creatività degli<br />

artisti grazie alle particolari cromie legate al<br />

giallo delle foglie, al grigio dei cieli plumbei<br />

che caratterizzano questo periodo dell’anno,<br />

alle sferzanti folate del vento di tramontana.<br />

Hanno risposto all’appello della Black Gallery,<br />

un’associazione artistico culturale<br />

nata per divulgare l’arte contemporanea<br />

emergente e non, con progetti underground<br />

senza barriere politiche, territoriali<br />

e di pensiero, gli artisti:<br />

Alma Sheik<br />

Alessandro Galardi<br />

Corrado Lippi<br />

Daniele Fedi<br />

Francesca Ore<br />

Francesco Scaffei<br />

Franco Margari<br />

Fuksa Karel<br />

Leticia Berriel Rava<br />

Libuse Babakova<br />

Luca Mommarelli<br />

Mauro Ceselli<br />

Mauro Pellizzi<br />

Michele Berlot<br />

Monica Verdiani<br />

Nicol Ferrari<br />

Ornella Balbo<br />

Pietro Daresta<br />

Simone Biliotti<br />

Tion<br />

The Black Gallery 19


Expo 2015: una grande<br />

vetrina per valorizzare la<br />

<strong>Toscana</strong> del buon vivere<br />

L'assessore regionale Gianni Salvadori parla del<br />

ruolo da protagonista della nostra regione alla grande<br />

manifestazione che si svolgerà a Milano<br />

Assessore, la <strong>Toscana</strong> si candida ad un ruolo di protagonista<br />

per Expo 2015, la manifestazione che si svolgerà a Milano<br />

l’anno prossimo e sarà focalizzata sui temi dell’alimentazione<br />

e dello sviluppo sostenibile<br />

Noi abbiamo iniziato da tempo un grande lavoro per cogliere l’opportunità<br />

che viene da Expo 2015. Il tema dell’alimentazione e dello<br />

sviluppo sostenibile a livello globale è un tema di grande attualità e<br />

noi pensiamo di poter dare il nostro contributo, anche in virtù dell’esperienza<br />

della <strong>Toscana</strong> su queste tematiche, dove siamo impegnati<br />

da tempo, ma anche grazie all’innovazione che il nostro territorio è<br />

capace di portare e che vede protagonisti d’eccellenza le sue università<br />

e i suoi centri di ricerca. Pensiamo che sia importante presentarsi<br />

all’appuntamento come “squadra” e già questa è una notizia in<br />

quella terra dei campanili, che è la <strong>Toscana</strong>, ma sappiamo che in<br />

questo modo si riuscirà a valorizzare meglio la “<strong>Toscana</strong> del buon<br />

vivere”, che ha molte sfaccettature: quella agroalimentare, quella<br />

culturale, quella artistica, ma anche la grande tradizione di civiltà<br />

che ha dato i natali, proprio in <strong>Toscana</strong>, al welfare (a Firenze e in<br />

<strong>Toscana</strong>, fin dal Medioevo, sono nate le fraternite, le assistenze, le<br />

Misericordie, gli orfanotrofi, ecc.) e che l’ha vista, prima regione al<br />

mondo, abrogare la pena di morte. Devo dire, dopo molti mesi di lavoro,<br />

portato avanti con costanza e che ha coivolto tutto il territorio,<br />

che questo impegno è stato premiato e che la “squadra” non solo ci<br />

sarà, ma porterà una “dote” davvero ricca e interessante.<br />

Quali sono le “carte” sulle quali puntate per dare un’immagine<br />

vincente della <strong>Toscana</strong> all’Expo 2015<br />

I temi dell’Expo “Nutrire il pianeta, energia per la vita” richiamano<br />

chiaramente quelli del cibo e di tutto il settore agroalimentare, ma<br />

anche le energie rinnovabili, la gestione forestale ecc. ma sono anche<br />

improntati a scelte che riguardano il sociale, scelte etiche e di<br />

sostenibilità, che coinvolgono l’aspetto ambientale ma non solo<br />

quello, perchè ci interrogano sul futuro stesso dell’umanità. Questi<br />

saranno alcuni dei temi che porteremo e che saranno espressione<br />

del mondo produttivo, ma anche del mondo istituzionale, di quello<br />

della ricerca, della scuola, dell’associazionismo e del mondo del vo-<br />

L'assessore Gianni Salvadori davanti a Palazzo Guadagni Strozzi Sacrati sede della<br />

Giunta Regionale <strong>Toscana</strong><br />

lontariato e del sociale. Come Regione abbiamo fatto una “call for<br />

ideas” che ha avuto una risposta entusiastica. Abbiamo chiesto<br />

“buone pratiche” e “idee innovative” e ci sono arrivati oltre 180 progetti,<br />

dai quali abbiamo selezionato una ventina di proposte, che<br />

rappresentano altrettanti esempi di innovazione, creatività, voglia di<br />

investire e capacità imprenditoriale, applicate sia al mondo agroalimentare<br />

che alla sostenibilità ambientale. Analogamente è stato<br />

fatto per le “buone pratiche” delle pubbliche amministrazioni, buone<br />

pratiche di “senso civico” (ne sono state selezionate 38) e devo dire<br />

che anche in questo campo la <strong>Toscana</strong> è una vera “fucina” di iniziative<br />

che vanno nella direzione dei diritti civili, della democrazia e<br />

della libertà. Sempre in tema di innovazione voglio inoltre ricordare<br />

20<br />

Expo 2015


i 14 progetti che riguardano la “nutraceutica” , anche questi vincitori<br />

di un bando regionale, che riguardano le proprietà benefiche sulla<br />

salute di alimenti quali l’olio extravergine di oliva, la birra, il frumento,<br />

il latte d’asina ecc. Complessivamente dalla <strong>Toscana</strong> andrà a<br />

Milano un “pacchetto” di proposte che racconteranno la <strong>Toscana</strong><br />

così come è oggi, con il suo passato e la sua cultura, ma anche con<br />

la genialità e la voglia di fare che la contraddistinguono e che la<br />

rendono sempre “vincente”, capace di stare al passo con i tempi e<br />

di scommettere con ottimismo e pragmatismo sul futuro.<br />

www.expotuscany.com | www.facebook.com/<strong>Toscana</strong>Expo | expo2015@toscanapromozione.it<br />

Quali gli obiettivi che intendete conseguire con Expo 2015 e<br />

per il futuro<br />

Noi vogliamo che Expo rappresenti un’opportunità per tutti e che i<br />

risultati si mantengano nel futuro. Siamo stati la prima regione italiana<br />

a firmare un protocollo d’intesa con Expo Spa. per sancire la<br />

collaborazione con la società che si occupa della manifestazione e<br />

avremo un posto di rilievo all’interno del Padiglione Italia. Abbiamo<br />

messo insieme un sistema coordinato di offerta e di accoglienza turistica,<br />

perchè vogliamo che Expo non sia soltanto a Milano e per<br />

Milano, ma che i visitatori che affluiscono per Expo si spostino anche<br />

in <strong>Toscana</strong>, e vogliamo che siano in molti a fare questa scelta. D’altra<br />

parte da Milano a Firenze ci vogliono poche ore di treno e l’intera<br />

<strong>Toscana</strong> è pronta ad accogliere un flusso consistente di quei 20-22<br />

milioni di visitatori, 8 dei quali, secondo le stime, saranno italiani,<br />

che si attendono per Expo. Abbiamo anche lavorato perchè le nostre<br />

proposte siano conosciute in anticipo dai futuri visitatori e in giro per<br />

il mondo vengono fatti “road show” che presentano, tra l’altro, anche<br />

la <strong>Toscana</strong> e le sue proposte. Tutto questo è fatto anche per garantire<br />

ricadute nel tempo che garantiscano benefici effetti nell’economia<br />

e nel tessuto sociale della <strong>Toscana</strong>. Per questo abbiamo insistito<br />

tanto nell’innovazione, perchè il settore primario, ovvero quello<br />

agroalimentare, ha ormai riconquistato un ruolo fondamentale per<br />

garantire, a livello globale, il futuro dell’umanità, ma la scommessa<br />

potrà essere vinta soltanto se saremo capaci di agganciarlo all’innovazione.<br />

Noi su questo abbiamo scommesso e, visti i risultati che<br />

sono arrivati finora, sono sicuro che la scommessa sarà vinta da tutta<br />

la “squadra” della <strong>Toscana</strong>.<br />

I vincitori del bando regionale insieme all'assessore Gianni Salvadori<br />

Expo 2015<br />

21


Il parco dei Renai resterà aperto fino a dicembre. <strong>La</strong> decisione è stata presa tenendo in<br />

considerazione le tante richieste arrivate dai visitatori. E così quest'anno sarà possibile<br />

godere dei colori del foliage autunnale, che è già godibile in tutte le zone dell'oasi<br />

di Signa. È stato un anno difficile, quello dell’oasi verde azzurra, segnato nel febbraio<br />

scorso dall’esondazione del Bisenzio e del fosso della Goricina che hanno provocato danni<br />

ingenti in tutta l’area, compromettendo anche la piena funzionalità delle attrazioni. Ma le<br />

difficoltà sono state messe alle spalle, visto l'obiettivo<br />

dopo la chiusura sarà quello effettuare le opere di manutenzione<br />

necessarie in modo da avere alla riapertura un<br />

parco se possibile ancora migliorato.<br />

Per la primavera 2015 l’obiettivo è quello di essere sempre<br />

di più uno dei cardini di un sistema integrato di area<br />

vasta. Una meta per il turismo-natura nell’area fiorentina.<br />

Un luogo da visitare per apprezzare un progetto di<br />

recupero che ha puntato tutto sull’ambiente e sulla qualità<br />

dell’accoglienza. «Abbiamo ricevuto tantissime richieste<br />

di tenere aperto ancora per un po' il parco - ha<br />

detto il presidente della Progetto Renai, società realizzatrice<br />

dell’intervento, Andrea Marzi - e abbiamo pensato<br />

fosse giusto posticipare a dicembre la data di chiusura.<br />

Avremo un orario ridotto (10-18) per tutti i giorni della<br />

settimana, ma sicuramente chi ama passeggiare ai Renai,<br />

potrà continuare a farlo.<br />

Molto è stato fatto in questi anni, e alto è il livello di eccellenza raggiunto nello Stato Libero<br />

in tema di accoglienza, rispetto della natura e attenzione all’ambiente. Miglioramenti e obiettivi<br />

che di stagione in stagione debbono essere confermati e incrementati con il lavoro e la<br />

programmazione». A dicembre l’oasi verde azzurra della Piana si fermerà in attesa di ripartire<br />

con una nuova stagione all’insegna del divertimento, dello sport e della natura. Un periodo di<br />

stop necessario per la manutenzione e per ‘rigenerare’ l’ambiente in vista della prossima<br />

primavera, del mese di aprile che segna tradizionalmente la riapertura del parco al pubblico.<br />

ll parco dei Renai<br />

resterà aperto<br />

fino a dicembre<br />

Parco dei Renai<br />

23


Sede sociale e direzione<br />

Signa<br />

piazza Michelacci 7 - 50058 Signa<br />

Tel. 055 879101 - fax 055 8732067<br />

Filiali<br />

Signa<br />

piazza Michelacci 1-2 - 50058 Signa<br />

Tel. 055 879101 - fax 055 8732067<br />

<strong>La</strong>stra a Signa<br />

via Turati 10-12<br />

50055 <strong>La</strong>stra a Signa<br />

Tel. 055 8720251 - fax 055 8720204<br />

Ponte a Signa<br />

(Comune di <strong>La</strong>stra a Signa)<br />

via S. <strong>La</strong>vagnini 11 - 50055 <strong>La</strong>stra a Signa<br />

Tel. 055 8725268 - fax 055 8725270<br />

San Mauro a Signa<br />

(Comune di Signa)<br />

via della Chiesa 19 - 50050 S. Mauro a Signa<br />

Tel. 055 8739764/5 - fax 055 8739693<br />

Viottolone<br />

(Comune di Scandicci)<br />

via di Castelpulci 3 - 50018 Scandicci<br />

Tel. 055 7310678 - fax 055 7<strong>2014</strong>5<br />

Montelupo Fiorentino<br />

via Centofiori 14 - 50056 Montelupo Fiorentino<br />

Tel. 0571 913188 - fax 0571 913216<br />

Malmantile<br />

(Comune di <strong>La</strong>stra a Signa)<br />

via Vecchia Pisana 235<br />

50050 Malmantile (<strong>La</strong>stra a Signa)<br />

Tel. 055 8729244 - fax 055 8784412<br />

Firenze<br />

Piazza della Libertà 32R - 50129 Firenze<br />

Tel. 055 5088114 - fax 055 578832<br />

Sede distaccata<br />

Castelfranco di Sotto<br />

via Provinciale Francesca Nord 78<br />

56022 Castelfranco di Sotto (Pisa)<br />

Tel. 0571 488730 - fax 0571 488740<br />

Sportelli ATM<br />

Signa<br />

Parco dei Renai<br />

Badia a Settimo<br />

(Comune di Scandicci)<br />

via la Comune di Parigi 34<br />

Capannori<br />

Via del Popolo 5<br />

55012 Capannori (Lucca)<br />

Firenze<br />

Nuovo Ospedale San Giovanni di Dio<br />

via Torregalli 3 - 50143 Firenze<br />

Fucecchio<br />

Piazza dei Seccatoi<br />

San Miniato<br />

Viale Marconi 20

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