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Cristo del villaggio Cep di Barbaricina a Pisa<br />
Bassorilievo in cemento nella chiesa del Cep di Barbaricina a Pisa<br />
Busto di ignota, 1942<br />
è stato per la ceramica italiana, quello che Giorgini è<br />
stato per la moda; ha creato il punto del non ritorno, ha<br />
stabilito lui con le sue opere, con i suoi modelli, quello<br />
che doveva essere il livello espressivo, tecnico, artistico<br />
della ceramica italiana, al di sotto del quale non era<br />
lecito andare. E i tanti successi che la ceramica italiana<br />
ha avuto nel mondo, dagli Stati Uniti, all’Australia<br />
e alla Francia e dappertutto, questo lo dobbiamo in<br />
larga e decisiva misura all’attività preziosa di Fantoni.<br />
Per questo motivo a Firenze abbiamo ritenuto giusto<br />
dare a questo artista un riconoscimento ufficiale nella<br />
sede più prestigiosa della città, cioè la Sala delle Reali<br />
poste degli Uffizi, un riconoscimento che la città non<br />
aveva mai riservato a nessuno, nessuno è mai profeta<br />
in patria, ma è soprattutto un atto critico nei confronti<br />
di quello che è stato, oggettivamente, un maestro<br />
dell’arte italiana.”<br />
Antonio Paolucci, 2001, Dal video introduttivo alla<br />
Mostra delle Reali Poste degli Uffizi di Firenze.<br />
“Se la ceramica italiana oggi ha un prestigio e una notorietà<br />
nel mondo ad alto livello questo si deve a<br />
Marcello Fantoni che tra gli Anni Cinquanta e gli Anni<br />
Sessanta, nel momento zenitale della sua carriera, ha<br />
reinventato l’artigianato della ceramica. Lo ha reinventato<br />
per sé e per i suoi allievi perché dal suo studio<br />
sono passate generazioni di giovani artisti ceramisti.<br />
Si sono formati anche prendendo altre strade, anche<br />
disconoscendo il suo maestro. Noi chiamiamo Maestro<br />
Marcello Fantoni ma se noi facciamo un analisi della<br />
parola Maestro nella storia dell’arte, bisogna ricono-