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La Toscana - Novembre 2014

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Alessandro Calonaci<br />

Dante e Dostoevskij,<br />

Molière e Boccaccio,<br />

Shakespeare e<br />

Machiavelli: questi sono<br />

i veri "amici miei"<br />

di Lorenzo Borghini<br />

Qual è stato il momento più duro della tua carriera<br />

d'attore<br />

Non ci sono stati momenti particolarmente duri...in<br />

questo sono stato fortunato. Perché le scelte che ho<br />

fatto, che a volte sono state scelte che apparentemente agli occhi<br />

della gente possono avermi leso - come lo stare due mesi a Striscia<br />

la Notizia e poi decidere di interrompere la collaborazione per dedicarmi<br />

ad altro - possono essere sembrate delle zappate sui piedi...<br />

Invece mi hanno portato ad avere piena responsabilità delle cose<br />

che faccio...e la libertà in teatro è importantissima, la libertà di scelta<br />

è fondamentale per me. Probabilmente questo mi ha precluso i<br />

grandissimi teatri, ma non mi interessa. Mi interessa la libertà che<br />

costa perché sono capocomico di una compagnia e ci sono le compagnie<br />

a finanziamento diretto, quelle statali che prendono finanziamenti<br />

dallo Stato, mentre io faccio parte di una compagnia privata,<br />

noi siamo privati...ma privati di tutto.<br />

Un aneddoto particolare della tua carriera<br />

Essere visto da Monicelli. È stato bellissimo. Un giorno mi chiamarono<br />

per sostituire un attore durante una serata in onore di Monicelli<br />

alla Limonaia di Villa Strozzi a Firenze. Ero poco più che trentenne<br />

e l'agitazione era molta. Da piccolo sono cresciuto a pane e<br />

Brancaleone a differenza dei miei amici che avevano come modelli<br />

di vita i supereroi della Marvel. Quella sera erano presenti tanti attori<br />

che avevano lavorato con Monicelli come Amerigo Fontani e<br />

Marco Messeri; ma non io. Ero la mosca bianca - quindi me la stavo<br />

facendo sotto - e dovevo interpretare Frate Cipolla. E lo feci. Mi<br />

scrollai di dosso i timori, respirai a pieni polmoni e tirai fuori tutto me<br />

stesso. Alla fine della serata mi allontanai un attimo per fumare una<br />

sigaretta, quando ad un tratto vidi Monicelli avvicinarsi verso me.<br />

Ero in palla, non sapevo che dire. “Maestro” gli dissi. “Vaffanculo”<br />

rispose. Mi disse che non dovevo chiamarlo maestro. Si complimentò<br />

con me per la mia performance. Fu bellissimo. Di sicuro è<br />

stato uno dei momenti più belli della mia carriera.<br />

Accanto ad un grande uomo c'è sempre una grande donna.<br />

Come è nata la tua storia d'amore e di comunione artistica<br />

con tua moglie<br />

È nata durante uno spettacolo. E secondo me è la cosa più importante,<br />

è quella che dà il colore a tutto il resto, al percorso che fai, dà le<br />

caratteristiche al percorso che fai. È abbastanza rocambolesco come<br />

io e l'attuale mia moglie ci siamo innamorati perché è successo durante<br />

una tournée negli Stati Uniti con un musical...lei faceva parte<br />

del corpo di ballo. Io ero il primo attore e il regista e durante le prove<br />

estenuanti di quell'anno e per tutta la durata della tournée ho perso<br />

completamente la testa per la prima ballerina del musical che era<br />

appunto mia moglie. E da lì poi gioco-forza dell'arte e la vita...l'arte<br />

si mischia per forza alla vita, non vivo l'arte come un impiegato, anzi,<br />

deploro chi lo fa, disprezzo chi vive l'arte come una funzione impiegatizia.<br />

Quindi c'è questa combinazione fra la vita biologica e la vita<br />

artistica...è una cosa piuttosto normale che lei si occupi di danza e io<br />

di teatro e che ci si incontri spesso e volentieri nei nostri spettacoli...<br />

mi sembra scontato ecco...perché la nostra vita familiare non ha<br />

confini con l'arte, le cose si mischiano abbondantemente...se non<br />

fosse così guai. L'arte è un'esigenza, sopratutto il teatro è una non<br />

scelta, il teatro lo fai perché non puoi fare a meno di farlo. È una<br />

malattia che non ha medicine...quando hai sintomi devi fare di tutto<br />

per farla peggiorare.<br />

Se guardi indietro di vent'anni, chi era l'Alessandro Calonaci<br />

L'esperienza ti cambia vita di cambia per forza...e il teatro anche...il<br />

teatro è l'unica forma d'arte che vive in un'unità di luogo e di tempo<br />

ben precisa...e in quell'unità di luogo e di tempo ha una corrispondenza<br />

con la vita di tutti i giorni. Sono cambiato con il teatro che ho<br />

fatto. Si dice che faccio un sacco di spettacoli differenti l'uno<br />

dall'altro, ed è vero. Questo crea delle turbe in molti miei colleghi di<br />

lavoro...e io sono molto contento di questo, vuol dire che sono sulla<br />

strada giusta. Da quando ero ragazzo, ma anche da prima che mi<br />

occupassi in maniera seria di teatro, sono sempre andato a cercare<br />

e mi sono sempre specchiato con degli autori quali Molière, Shakespeare,<br />

Boccaccio, Machiavelli, Dante...la differenza è che a quei<br />

tempi ero ragazzo insieme a loro...loro erano i miei amici dell'adolescenza,<br />

con loro io giocavo, uscivo, andavo a donne. Dante è stato il<br />

8 Alessandro Calonaci

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