La Toscana - Novembre 2014

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A Firenze una “Casa” per l’affascinante arte della cornice Dalla vecchia filosofia del nonno Marino alle innovazioni del genero Giovanni e del nipote Marco di Giampaolo Trotta Comunemente si ritiene che la cornice sia solo un orpello del quadro, un contorno che, con la moda, si può mutare, non essendo di per sé elemento fondamentale in un’opera d’arte. Sostanzialmente, un oggetto mutevole d’arredo senza pretese artistiche. La cornice non a caso è stata definita “il più mobile dei mobili”. Però, non è così. La funzione della cornice è quella di isolare il dipinto dal muro cui è appeso, di delimitare lo spazio, rispondendo all'esigenza del nostro occhio di stabilire un limite della visione. Basti qui qualche necessario cenno storico sulla sua evoluzione. Tracce di cornici intese come perimetro dipinto si trovano già nell'antico Egitto e in Grecia. Di una cornice con ruolo autonomo, però, si hanno i primi indizi solo nel Duecento: con l’avvento della pittura in formato più ridotto, eseguita su materiali mobili, si diffonde il suo uso, anche per l’esigenza di nascondere lo spessore delle tavole, e costituisce spesso un unicum con la tavola stessa. Nel XIV secolo la cornice assume sembianze desunte dall’architettura, ma è nel Quattrocento che ha Il laboratorio di via Toselli origine la tabula quadrata e con essa la prima cornice autonoma “a edicola”, che deriva dall’architettura classica e che si lega all’idea albertiana di “finestra aperta per donde io miri quello che quivi sarà dipinto”. Con il Seicento le cornici si complicano con intagli più ricchi ed il profilo esterno viene nascosto dalle ornamentazioni. Tra il XVII e XVIII secolo s’impose come modello la cornice “Salvator Rosa”, ancor oggi tra le sagome più conosciute. Durante il Neoclassicismo la cornice si spoglia della sovrabbondanza barocca per mostrarsi nella sua linearità. Con la modernità essa cessa spesso di essere “finestra” e si semplifica, si restringe, tornando ad essere un contorno quasi impercettibile, in alcuni casi fino a scomparire. Il rifiuto concettuale di questo “contenitore” avviene in nome di un’arte che non vuole diventare merce. È implicito che questa posizione ideologica viene frequentemente smentita dai fatti. Il quadro continua - al di là delle avanguardie e delle sperimentazioni - ad essere spesso ancora una “finestra”. La storia della cornice italiana coincide con i due maggiori centri dove si perfeziona la tecnica dell’intaglio, cioè Venezia e Firenze. Proprio in Toscana si ha il più ampio sviluppo dell’arte della cornice. Già nelle grandi botteghe rinascimentali di architetti e scultori si realizzavano anche imponenti cornici (basti pensare a quella di Giuliano da Sangallo). Nel Novecento alcune botteghe di corniciai diverranno il luogo di ritrovo di moltissimi pittori (a Venezia, a Prato, L'ingresso della "storica" bottega di via Sant'Egidio, situata nella zona degli artigiani vicino all'arco di S. Piero, dove tutto ebbe inizio nel 1969 per mano di Marino Braschi fondatore e ideatore del nuovo concetto di cornice fiorentina. Oggi come allora si ricercano nuove sagomature e finiture per incorniciare le opere degli artisti contemporanei. Il negozio di 150 metri quadri vanta una esposizione di cornici pronte all'uso e di quadri d'autore a Firenze), fin poi a dare origine a note gallerie e case d’asta (Orler, Farsetti, ecc.). Tra queste, una “bottega” fiorentina da oltre quarant’anni è a diritto entrata nella storia. Tutto ebbe inizio nel 1969, quando Marino Braschi (n. 1919), un uomo intelligente, lungimirante e con la vocazione innata per gli affari, collezionista di quadri di pittori fiorentini - quali Loffredo, Scatizzi, Pregno e Tirinnanzi - decise di abbandonare la sua precedente attività legata alla ristorazione. Vide un locale, posto in via Sant’Egidio al numero civico 12 Casa della Cornice e della Specchiera
26R, su una cui parete era appesa per sbieco una vecchia cornice, e pensò che quello fosse un “segno” del destino e che era il momento di attuare una sua idea che da tempo aveva avuto: quella, cioè, di creare - prima in Italia - una “corniceria” che disponesse di cornici già pronte su misura, di qualità, secondo misure conformi a quelle più ricorrenti delle tele impiegate dai pittori (ad iniziare da quelle di cm 10x15 fino a quelle di cm 80x120). Nasceva, così, la “Casa della Cornice”. La sua brillante idea ebbe immediatamente successo e iniziarono a rivolgersi a lui gallerie ed artisti da tutte le parti d’Italia: basti pensare alle Gallerie Pananti, Michaud, Cavour e Tornabuoni di Firenze, alla Giorgio Ghelfi di Montecatini o alla Zizzari di Roma, alla Stamperia del Bisonte o, ad esempio, ai pittori Paulo Ghiglia, Romano Stefanelli, Paolo Artini e Gianni Borta. Nel 1976 Marino morì improvvisamente, ma l’attività venne continuata con la medesima filosofia e lo stesso amore dalle due figlie e dai generi. Agli inizi degli Anni Ottanta, con l’aumento del giro di affari, fu preso anche un nuovo fondo fuori dal centro storico, in via Toselli al 23R, che si aggiunse al precedente di via Sant’Egidio. Parallelamente, anche l’attività si espanse, con artigiani esterni - intagliatori di legno, decoratori e doratori - che collaboravano alla realizzazione delle sempre più qualificate cornici, oltre che a quella di listelli per la grafica, le affiche e i poster. La produzione, infatti, è stata fin dagli inizi - per espressa volontà di Marino - sempre di qualità, mediante processi di lavorazione artigianali secondo la rammentata tradizione fiorentina, sebbene, negli Anni Settanta, anche per l'enorme quantità di cornici prodotte, con Un particolare del magazzino di via Toselli L'ingresso del negozio di via Pietro Toselli, 109 aperto nel 1981 per soddisfare le richieste del mercato. Con i suoi 400 metri quadri ospita un campionario di oltre 800 sagome differenti di cornice, partendo dai listelli economici per stampe per arrivare alle cornici di design destinate agli architetti di interni di tutto il mondo. Da qui nascono cornici realizzate secondo le più rigide e tradizionali metodologie artigianali fiorentine, dalla doratura a guazzo passando alla foglia in argento vero fino ad arrivare alle cornici in foglia oro vero. In un magazzino con oltre 500 cornici pronte nelle più diffuse misure standard, troverete la competenza di Giovanni Pelacani che da oltre 50 anni incornicia i dipinti secondo le richieste dei clienti più esigenti Uno scorcio della sala campionaria una "filiera" maggiormente velocizzata. Man mano si è avuta, però, un'evoluzione maggiore nella qualità (impiego di argento e di oro vero dati a guazzo, intagli più virtuosistici) proprio per venire incontro alle esigenze sempre più particolari di gallerie ed artisti, che venivano in contatto con la "Casa della Cornice" grazie anche alla sua presenza in prestigiose fiere del settore, come - dal 1990 al 2000 - il SACA (Salone delle Aste, Cornici e Accessori) di Bologna. Ad importanti clienti - come la Galleria d'Arte Spagnoli di Firenze, la John Lewis International Shopping and Delivery e la Trowbridge Gallery di Londra e la Visionnaire Home Philosophy di Milano - si sono affiancati numerosi pittori sia italiani che stranieri, come Lido Bettarini, Giovanni Maranghi, Sergio Nardoni, Marcello Scuffi, Angiolo Volpe, solo per fare alcuni esempi, essendo impossibile qui rammentarli tutti per ragioni di spazio. Dal 2000 l'azienda ha esteso il proprio orizzonte di interessi anche alle specchiere, divenendo dal 2013, con la nuova generazione, "Casa della Cornice e della Specchiera". Così, dopo anche la recente riqualificazione del locale "storico" di via Sant'Egidio, seguendo sempre la vecchia filosofia del nonno Marino - improntata alla grande "quantità" di cornici ben veicolabili per la "qualità" dei loro materiali e delle lavorazioni, qualità connessa ad un costo estremamente conveniente e concorrenziale - si vanno sperimentando anche nuove sagome e materiali per venire incontro alle esigenze che si affiancano alle richieste di cornici classiche, come le commesse della Visionnaire di Milano e la creazione in esclusiva delle cornici per Fernando Botero stanno ad evidenziare. Marco Pelacani con Fernando Botero nello studio del maestro a Montecarlo Casa della Cornice e della Specchiera Via Pietro Toselli, 109 - Firenze Tel. 055 360146 Via S. Egidio 26r - Firenze Tel. 0552480222 www.casadellacornice.com casadellacornice@hotmail.com Orari: 9-13 e 15:30-19:30 - sab. 9-13 Casa della Cornice e della Specchiera 13
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