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Cardiologia negli Ospedali n° 168 Marzo/Aprile 2009 - Anmco

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dal jcm<br />

delle cellule muscolari lisce. In questo<br />

contesto, particolarmente interessante<br />

è il potenziale ruolo svolto dalla<br />

Leptina nella fisiopatologia delle sindromi<br />

coronariche acute. Infatti, tale<br />

adipochina agirebbe sia sulla formazione<br />

del trombo bianco stimolando<br />

l’aggregazione delle piastrine, sia sulla<br />

formazione del trombo rosso, come<br />

dimostrato dal nostro gruppo, attraverso<br />

l’induzione del Tissue Factor,<br />

sulla superficie delle cellule endoteliali.<br />

Infine, la Leptina promuove l’accumulo<br />

del colesterolo nei macrofagi in<br />

condizioni di iperglicemia e stimola<br />

l’angiogenesi.<br />

La Resistina<br />

La Resistita è una adipochina che è<br />

stata caratterizzata in maniera completa<br />

solo di recente. Essa esercita effetti<br />

diretti sulle cellule endoteliali mimando<br />

parzialmente gli effetti osservati<br />

anche per la Leptina. Infatti, essa<br />

promuove il rilascio di Endotelina<br />

- 1 e la espressione del Tissue Factor.<br />

Inoltre favorisce la espressione della<br />

molecola di adesione VCAM - 1 e del<br />

fattore chemiotattico MCP - 1, direttamente<br />

coinvolti nella fitopatologia<br />

della formazione della placca ateroscleorotica.<br />

Inoltre, le cellule esposte<br />

a concentrazioni crescenti di Resistita<br />

esprimono bassi livelli di TRAF - 3, un<br />

potente inibitore del CD - 40 ligand,<br />

suggerendo che tale adipochina sia direttamente<br />

coinvolta nei meccanismi<br />

responsabili della disfunzione endoteliale.<br />

Infine, la Resistita è in grado di<br />

indurre la proliferazione delle cellule<br />

muscolari lisce, suggerendo che essa<br />

possa essere coinvolta nei meccanismi<br />

della restenosi osservata con maggiore<br />

frequenza nei pazienti diabetici.<br />

L’Adiponectina<br />

L’Adiponectina è un fattore del<br />

complemento (C1q) la cui sintesi è<br />

regolata negativamente dai glucocorticoidi<br />

e dal TNF - alpha e, positivamente<br />

dall’insulina e dall’IGF - 1.<br />

I livelli plasmatici di Adiponectina<br />

sono ridotti nei pazienti obesi ed<br />

inversamente correlati con gli stati di<br />

insulino resistenza ed i livelli di PCR.<br />

Inoltre, nei pazienti con coronaropatia<br />

i livelli di Adiponectina sono<br />

più bassi rispetto alla popolazione<br />

generale. Questi dati suggeriscono<br />

che tale adipochina, differentemente<br />

dalla Leptina e dalla Resistina, abbia<br />

un effetto protettivo nello sviluppo<br />

della malattia aterosclerotica. Verosimilmente<br />

questo effetto dipende dalla<br />

capacità di tale adipochina di ridurre<br />

la risposta infiammatoria endoteliale,<br />

riducendo l’espressione delle molecole<br />

di adesione come VCAM - 1, ICAM<br />

- 1 ed E - Selectina, inibendo la proliferazione<br />

delle cellule muscolari lisce<br />

e impedendo l’attivazione del fattore<br />

di trascrizione nucleare (NF - kB).<br />

Infine, l’Adiponectina sembrerebbe in<br />

grado di sopprimere la trasformazione<br />

dei macrofagi in cellule schiumose,<br />

riducendo il tal modo la progressione<br />

della malattia aterosclerotica.<br />

Adipochine emergenti<br />

Lo studio nel tessuto adiposo ha<br />

consentito di ottenere informazioni<br />

sempre più complete sulle numerose<br />

molecole da esso prodotte. In particolare,<br />

l’Apelina, la Visfatina e la Glicoproteina<br />

Zinc - a2 (ZAG) sono state<br />

le ultime ad essere scoperte. I livelli<br />

di espressione ed i livelli circolanti<br />

dell’Apelina sono incrementati nei<br />

pazienti obesi con iperinsulinemia. La<br />

Visfatina interagirebbe direttamente<br />

con il recettore dell’insulina sebbene<br />

il meccanismo di tale interazione<br />

non sia ancora completamente noto<br />

in dettaglio. Infine, la ZAG è una<br />

glicoproteina del peso di 43 kDa che<br />

stimola la lipolisi. Sebbene il ruolo<br />

svolto da queste “nuove” adipochine<br />

nello sviluppo della insulino resistenza<br />

sia abbastanza chiaro, il loro coinvolgimento<br />

nella fisiopatologia delle malattie<br />

cardiovascolari è ancora oggetto<br />

di ricerca.<br />

Conclusioni<br />

È oramai accettato che gli adipociti<br />

non rappresentano più un semplice<br />

deposito dei grassi ma possono essere<br />

considerati come un organo endocrino<br />

funzionalmente attivo, in grado di<br />

modulare numerose attività dell’organismo.<br />

Il loro ruolo metabolico è<br />

proporzionale all’espressione della<br />

quantità di tessuto adiposo rappresentato<br />

nell’organismo. La progressiva<br />

definizione del ruolo svolto da<br />

importanti adipochine come la le<br />

Leptina, la Resistita e l’Adiponectina<br />

sta consentendo di ottenere una visione<br />

sempre più chiara delle singole<br />

tessere che compongono il complesso<br />

“puzzle” rappresentato dalla sindrome<br />

metabolica. In questo contesto, lo<br />

studio sempre più approfondito dei<br />

meccanismi intracellulari attraverso<br />

cui queste molecole influenzano<br />

l’utilizzo dei depositi energetici e li<br />

raccordano con i meccanismi metabolici<br />

sarà fondamentale al fine di strutturare<br />

protocolli terapeutici adeguati<br />

per il trattamento di questa patologia<br />

e delle malattie cardiovascolari ad essa<br />

intimamente connesse.<br />

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