Le luci del Tempio n.1

LE ORIGINI DELLA ALCHIMIA E DELLA MASSONERIA
Al quarto gradino l’altare è a forma di coppa: c’é un venerabile
sacerdote abbigliato con una veste bianca lunga fino ai piedi che celebra
misteri terrificanti. Questi è il sacerdote dei santuari a cui non si
può accedere. Egli fa aprire gli occhi e risuscitare i morti. Mentre l’A.
sale il quarto gradino arriva un personaggio circonfuso di insegne,
biancovestito e di bell’aspetto chiamato il meridiano del sole, davanti
a lui un altro personaggio con una spada e con il compito di mozzagli
il capo e preparne le membra secondo la tecnica, ciò per completare
la discesa dei sette gradini” ma facendo sprizzare fonti da ogni luogo
umido e “completare il procedimento.”
Facendo un parallelo biblico apriamo il libro di Ezechiele nel capitolo
40 il Signore mostra al profeta il tempio celeste e lo accompagna
una curiosa guida. “Egli mi condusse là: ed ecco un uomo, il cui aspetto
era come di bronzo, in piedi sulla porta, con una cordicella di lino
in mano e una canna per misurare”.
Analizziamo ora gli elementi che abbiamo nella parte alchemica.
1) per nascere a nuova vita dobbiamo prima morire e lasciar
cadere l’uomo vecchio e prendere il nuovo;
2) la trasformazione che avviene é sempre una proiezione di
una nostra interiorità;
3) siamo sempre noi che ci trasformiamo e noi siamo la materia
prima che viene manipolata così come noi siamo la pietra grezza e
quella lavorata;
4) L’altare-cratere e il vaso alchemico sono allusivamente assimilati
alla testa ed é li che deve avvenire la trasformazione.
5) I personaggi compreso l’omuncolo barbiere, sono componenti
animiche dell’adepto;
6)L’acqua della sorgente deve salire verso la luce, radiosa come il
sole.
Mi sembra che la descrizione di tecniche estatiche é fin troppo
esplicita.
Per ragioni di completezza citerò ora due testi più tardi; nella “Ars
chemica” viene detto che ci sono quattro chiavi che dischiudono la
casa dei tesori, una di queste chiavi é “il salire dell’acqua attraverso il
collo e la testa del vaso, che é simile a un uomo vivente”.
Nel “Liber quartorum” viene detto: - “Occorre che il vaso sia di
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