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“Homo byzantinus”<strong>Porphyra</strong> n. 19, anno XX, ISSN 2240-5240______________________________________________________________________loca quaeque decent: ut plus mirentur, obumbrant») (In laudem Iustiniminoris imp. 4, 82-85, ed. Av. Cameron, p. 75) per la sua assunzione dellacarica di console (566): «consule te felix, te principe floreat orbis/ salve …anti<strong>qui</strong> reddunt nova saecula fasti» (ibid., 4, 132-137 ss., ed. Cameron, p.77) «… non solum optati iubeo spectacula circi,/ praemia sed populis etmaxima dona parabo./ ditabo plebes opibus, nomenque negatum/ consulibusconsul post tempora tanta novabo,/ gaudeat ut totus Iustini munere mundus»(ibid., 4, 132-137 ss., ed. Cameron, p. 77).La notevole coerenza concettuale-ideologica espressa dall’insieme deisimboli che compaiono in primo piano, permette il passaggio dalla formaiconografica a quella ideologico-politica: grazie alla Tyche, al nimbus, allacorona radiata che gli circonda il capo, il Princeps, diviene Sol sullaquadriga, divenuta quella cosmica e solare: coerentemente, il gesto dellamano destra alzata proprio del pontifex, caricato di significati salvificiconnessi con il concetto di renovatio, caratterizza l’adventus del sovrano,rendendolo kosmokrator, nel senso che la sua presenza assicura Salus,Felicitas, Vittoria. Sol sulla quadriga – i cui quattro cavalli rappresentano, divolta in volta, i quattro elementa, i quattro punti cardinali, i quattro umoridel corpo umano, i quattro venti, le quattro stagioni, i quattro periodi in cuisi divide la storia universale – (Mart. Capel. De nupt. philol., 2, 189-190),con abilità e saggezza assicura la perfetta sympathia degli elementa stessi,l’armonia e l’ordine del cosmo (Cic. Rep., 4,4,17: «Sol, dux et princeps…»;Firm. Mat. Mathes., 1,10,14: «Sol optime maxime… dux omnium atqueprinceps, <strong>qui</strong> ceterarum stellarum ignes flammifera luminis tui moderationeperpetuas»).Il passaggio tra le forme ideali e quelle figurate è agevolato anche dalcosì detto simbolismo circense, un sistema simbolico coerente, trasmessocida una serie di testi databili tra i secoli II-VII, che connette ciascun elementodelle corse e del circo ad un concetto universale e solare, allo zodiaco, alledivinità planetarie e alle dottrine astrologiche. Le quadrighe sono consacrateal sole, le bighe alla luna, i colori delle fazioni rappresentano gli elementamundialia e le quattro stagioni; il circo è l’immagine del mondo, esso stessotemplum – anzi, «singula ornamenta circi singula templa sunt» (Tert. Despect., 8, 3) –, rappresenta il circulus anni, il polus ed i limithes aetherei, ecorrisponde alle corone dei vincitori, la pista, arena, è come la terra el’euripos è come l’Oceano che la circonda, l’obelisco è come il sole alloZenit, le metae rappresentano l’Oriente e l’Occidente, ma sono ancheconnesse con la morte e Plutone; i tre coni posti sopra le metaerappresentano le tre decadi dello Zodiaco. Le ruote dei carri girano come ilmondo e come il sole; le dodici scuderie, carceres, sono come i dodici segnizodiacali e corrispondono agli anni che contengono le quattro stagioni, cioèla quadriga in gara; i quattro cavalli di una quadriga corrispondono allequattro stagioni; una corsa consiste in sette giri di pista, quanti sono i giornidella settimana, i dies presentes che chiudono la vita di ciascun uomo e isette pianeti o le sette stelle dell’Orsa; una gara consiste in ventiquattrocorse, quante sono le ore del giorno, e così via. Letta attraverso questosistema simbolico, la corsa dei carri diviene una rappresentazione dellaperennitas del ciclo solare, motivo di aeternitas e di Vittoria, al centro dei17

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