08.07.2015 Views

Clicca qui - Porphyra

Clicca qui - Porphyra

Clicca qui - Porphyra

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

“Homo byzantinus”<strong>Porphyra</strong> n. 19, anno XX, ISSN 2240-5240______________________________________________________________________fondamentali di Venezia, il rimborso dei danni del 1171 e una lista dilocalità in cui i Veneziani avevano libertà di commercio, cioè esenzionifiscali. Si concessero anche garanzie di carattere giudiziario.Malgrado ciò Alessio III Angelo non assicurò effettivamente quellalibertà di traffici e quelle immunità fiscali che il commercio venezianosembrava ormai pretendere: erano inoltre minacciosamente presenti aCostantinopoli e nel Levante bizantino i concorrenti Pisani e Genovesi:comunque non riuscirono ad abbassare i loro dazi sotto il 4%, mentre iVeneziani erano del tutto esentati. Presenza minacciosa che si manifestavain continue azioni di pirateria antiveneziana: la sicurezza delle rotte orientalidel commercio veneziano era un problema aperto, tanto quanto la sicurezzadella continuità dei privilegi commerciali in terra di Romania.Gli interessi commerciali in gioco nel corso del XIII secolo eranoingenti anche se solo per il XIV abbiamo una fonte come La pratica dellamercatura del Pegolotti. Ogni anno due flotte di galee mercantili (caravane,mude) raggiungevano Costantinopoli: una partiva in primaversa, versoPasqua e tornava in settembre; una seconda in giugno, verso san GiovanniBattista e tornava nel tardo autunno. A volte, fino al 1278, una terza mudapartiva in agosto, svernava in Romania e tornava a Pasqua dell'annoseguente. Navi veneziane esercitavano anche il commercio su rotte checollegavano Costantinopoli ad Alessandria, alla Siria e alla PiccolaArmenia.Gli articoli del commercio erano vari: olio e seterie a Corinto; olio aSparta e Modone; seta a Tebe e a Sparta; grano di Tessaglia da Halmyros;vino del Peloponneso; tessuti di seta e oggetti di lusso, oreficerie e opered'arte a Costantinopoli, che era inoltre la più grande piazza orientale perl'ac<strong>qui</strong>sto delle spezie e dei prodotti dell'Estremo oriente. Costantinopoliera inoltre una piazza molto vantaggiosa per l’ac<strong>qui</strong>sto di schiavi dellaRussia meridionale, che i trattati del X secolo con il gran principato di Kievmostrano venduti alla metà circa del prezzo corrente nell’impero..I Veneziani recavano in cambio armi, schiavi - malgrado le proibizionipapali -, specialmente eunuchi dai Veneziani stessi “prodotti” nell’isolalagnare Castrum Castrantium, ferro (di cattiva qualità da perfezionarsi aBisanzio) e legno, merce rara nell’Oriente tutto.Ma le possibilità di sfruttamento commerciale dell'impero bizantinoerano molto più vaste: la grande riserva del Mar Nero, monopolio quasiindisturbato del commercio bizantino, si apriva al di là del Bosforo, con lesue rotte agevoli verso i terminali del commercio estremo-orientale: Bafra eTrebisonda sulla costa anatolica; la Tana in Crimea. Il Mar Nero significavagrano russo e valacco, schiavi e, più in generale, una diretta possibilità dicontatto con le linee commerciali dell'Oriente medio ed estremo,scavalcando gli esosi sultanati turchi vicino-orientali e tagliando il costodelle intermediazioni dei mercanti bizantini.Il volersi assicurare mediante la con<strong>qui</strong>sta militare della IV Crociata ilcontrollo politico del mercato bizantino fu un grave errore storico da partedei Veneziani e degli Occidentali che dovettero assumersi il costoeconomico della guerra contro i Turchi, in particolare gli Ottomani, e ilcosto culturale della islamizzazione, ambiguamente praticata secondo laintuizione artistica del romaniezer Bajac, che si protrasse dal XIII al XVIIIsecolo. Se il califfato di Damasco fu fermato nella sua espansione balcanica9

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!