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“Homo byzantinus”<strong>Porphyra</strong> n. 19, anno XX, ISSN 2240-5240______________________________________________________________________de olive (…) terra cum ipsa curte ubi stat uno termite (…) ipsa oliba <strong>qui</strong> statiuxta (…)» 154 , «duo talee de olibe» 155 , «tres pedi 156 de termiti (…) due taliede termiti» 157 , «duo arboribus olibe» 158 , «tres arbori de olibe» 159 ,«curticella cum una arbore olivarum (…) duabus arboribus olivarum» 160 ,«centum quadraginta septem pedes olibarum (…) decem pedesolibarum» 161 ; basti pensare che, con lo sviluppo dell’olivicoltura, nelleepoche successive, soprattutto nel XIV secolo, sono attestati olivetidall’estensione di diverse centinaia di alberi. Si incontrano tre tipologie dioliveto: la corrigia 162 , appezzamento di terreno lungo e molto stretto, laclausuria 163 , terreno circondato da mura, e la curte 164 , dove gli alberi diolivo circondano uno spazio per gli animali o il deposito di attrezzi agricoli.In un caso è menzionata anche la varietà delle olive: pasolam e hocellina 165rispettivamente pasola (oliva dolce, tipica del Nord barese) e cellina (tipicadel Salento), cultivar ancora diffuse in Puglia.Altra coltura praticata dagli agricoltori nella campagna barese era lavite 166 ; essa già in età bizantina aveva caratterizzato il processo divalorizzazione delle aree coltivate 167 . Il vigneto trovava spazio ovunque, macon maggiore frequenza lo si riscontrava a margine delle località urbane erurali, allargandosi anche alle contrade più lontane. La vite era piantatabassa e senza sostegni in filari ordinati, mentre in questo periodo nontrovava diffusione la coltura promiscua, anche se in alcuni casi la vite èabbinata ad altri alberi 168 . I termini vinea e vineale, che rimandano a terrecoltivate a vite, diventano per i contadini le principali unità di misura agrariadi superficie 169 con sottomultiplo l’ordine. Tali termini sono molto comuninei documenti del X-XI secolo, anche se non sempre indicano un terrenocon vite; così come è abbastanza frequente il termine pastino, terra dissodata154 CDB IV, n° 13, a. 1015.155 Ivi, n° 4, a. 962.156 Piedi, unità di misura lineare cfr. J.M. MARTIN, La mesure de la terre en Italie méridionale (VIIIe-XIIe siècles),Histoire & Mesure, VIII, 3-4/1993, p. 288.157 CDB IV, n° 2, a. 962.158 CDB I, n° 16, a. 1030: i due alberi di olivo appartenevano a due proprietari distinti, elemento di ulterioreparcellizzazione.159 CDB IV, n° 20, a. 1031.160 CDB V, n° 27, a. 1098 (loco Sau).161 Ivi, fr. n° 5, a. 1095 (loco Noa).162 CDB V, n° 17, a. 1093: «in loco Camerata unam corigia de terra cum olivis».163 CDV IV, n° 25 a. 1036: «clausurea Bisantii f. Kaloiohannis abbatis que plantat eam de olibe in loco sex arbori», n°39, a. 1059 «clausurea que est parieti cincta cum aliquanti arbori olivarum»; CDB I, n° 15, a. 1028 (clausurelle olibe);CDB V, n° 7, a. 1086 (clisurellam cum olive).164 CDB V, n° 27, a. 1098 «una curte com arboribus olivarum que est in ipso loco Sau (…) curticella cum una arboreolivarum».165 CDB V, n° 21, a. 1095.166 Sulla viticoltura in epoca medievale nel Mezzogiorno cfr. A. DI MURO, La vite e il vino in Mezzogiorno rurale…,cit., pp. 135-274, in particolare pp. 182-188 per quanto riguarda la Puglia; A. LIZIER, L’economia rurale…, cit., pp.119-121.167 R. LICINIO, Uomini e terre …, cit., p. 67.168 J.M. MARTIN – G. NOYE, Les campagnes…, cit., pp. 576-577.169 J.M. MARTIN, La mesure…,cit., p. 288.42

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