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“Homo byzantinus”<strong>Porphyra</strong> n. 19, anno XX, ISSN 2240-5240______________________________________________________________________poiché il chierico possedeva delle vinee deserte confinanti con l’olivetovenduto; Iohannes, nel corso di una discussione, si dichiarava pronto acedere a Romualdus l’oliveto dietro rimborso del prezzo. Tale praticagarantiva la stabilità e la perennità delle collettività dei possessori del suolo.Talvolta la vita e il destino dei contadini erano legati alle scelte e alledecisioni dei funzionari imperiali. È il caso della donazione del chorìon ekastron di Phoulianon e del villaggio abbandonato (evrhmocwri,on) diDeiarborei fatta dal catepano Eustathio Palatino al giudice barese Bisantioper i suoi meriti nella lotta contro Giorgio Maniace e i Normanni 101 . Icontadini dopo la donazione dovevano pagare le tasse 102 non più allo stato,ma al giudice Bisantio; questi aveva anche il diritto di reclutare e sistemare icontadini esonerati dagli obblighi fiscali (xe,vnoi) nei suoi nuovi possedimentie anche il diritto di giudicarli secondo la legge longobarda 103 , salvo i casi diuccisione dell’imperatore e del catepano 104 . All’epoca il villaggio diDeiarborei risultava essere abbandonato; poiché in quel momento lospopolamento degli insediamenti rurali era decisamente raro, anzi era nelpieno il fenomeno opposto, viene da pensare che tale villaggio dovevaessere di dimensioni molto modeste e di recente creazione. Restano dacapire le ragioni dell’abbandono da parte dei contadini; nella donazioneDeiarborei viene descritto come proasteion di Fogliano. Questa circostanzalascia pensare che i due centri fossero abbastanza prossimi; circa unaeventuale collocazione geografica, un’ipotesi potrebbe essere nei pressi diCellamare (12 km a sud-est di Bari) ove esiste ancora una contradadenominata Fogliano.Si è detto in precedenza degli insediamenti ipogei ove spesso sisvolgeva la vita del contadino, tali ambienti sono spesso ricordati neidocumenti come cripta 105 ; ma accanto a tali abitazioni scavate, ve nedovevano essere anche delle altre sub divo, probabilmente come quellestrutture rurali costruite con pietre a secco, ancora oggi visibili nellecampagne baresi, simili ai trulli e denominate nel locale dialetto pagliare,casedde, grastudde. Tali strutture, usate forse sia per abitazione che per illavoro agricolo (deposito, ricovero per animali), sono documentanteampliamente e chiamate paliare 106 , paliarole 107 , casili 108 , casalini 109 .Accanto ad esse spesso vi troviamo uno spazio non seminato con alberi101 CDB IV, n° 32, a. 1045.102 Sono riportate nella donazione quattro tasse denominate: synètheiai, kapnikon, strateia e drouggaraton alle quali siaggiungevano le corvées (aggareia). Cfr. N. OIKONOMIDES, Fiscalité et exemption fiscale à Byzance (IXe-XIe s.),Athènes 1996.103 Questo particolare escluderebbe che si tratti di popolazioni di origine orientale.104 J. LEFORT – J.M. MARTIN, Le sigillion…, cit., pp. 538-541.105 CDB IV, fr. n° 8, a. 1032, CDB V, n° 3, a. 1078, n° 24, a. 1097.106 CDB IV, n° 39, a. 1059 (casam et palaream).107 CDB IV, fr. n° 8, a. 1032.108 CDB IV, fr. 3, a. 992, n° 11, a. 1010, (casile paleario fundamentato, in genere i pagliai non avevano fondamenta), n°13, a. 1015 , n° 17, a. 1026, n° 21, a. 1032; CDB V, n° 1, a. 1075 (turris et casilis et paleariis).109 CDB I, n° 19, a. 1036.38

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