28 giugno <strong>2009</strong>
dal SudtiroloI costidell’autonomiaSi spende male, e <strong>il</strong> Sudtirolo rischia di ritrovarsi, acrisi finita, più povero, più brutto e più ingiustoAlessandra ZendronAncora una volta, chi scrive si ètrovata a difendere, di fronte aconoscenti di altra regione, i contidell’autonomia. Non si può, dicevo, confrontarela cifra che spetta ad un cittadinodell’Alto Adige con quella attribuitaal residente in altra regione, senza tenerconto delle competenze esercitate dallaProvincia. Alcune di queste sono gestitespesso meglio, cioè con minori costi emigliori servizi, sanità e strade statali inprimo luogo. Quindi, pur con sprechi ederrori, l’autonomia è un sistema che funziona.Ultimamente però, mentre da unlato la situazione allarmante della situazionepolitica in Italia spinge a sottovalutarele problematiche locali, emergonoquestioni che mettono in dubbio aspettiessenziali dell’autonomia, dal suo assettoistituzionale alla sua funzionalità (equindi ragione di essere).In primo luogo, un’aggressiva ondatanazionalista coinvolge anche la Svp,all’interno e al margine della quale sisono levate voci autorevoli che invitanoalla ragione e alla moderazione, mache in maggioranza continua a farsi affascinaredalle sirene della destra. Dopole marce del corpo param<strong>il</strong>itare degliSchützen, nonostante le polemiche durissimedegli Schützen del Tirolo controi “camerati” sudtirolesi, è ri-scoppiato <strong>il</strong>caso dell’Alpenverein, l’associazione deglialpinisti tedeschi che da qualche annoincassa centinaia di migliaia di euro pubbliciper rinnovare la segnaletica sui sentieri,e lo fa, approfittando dello status diassociazione privata, cancellando i nomiitaliani, perfino le indicazioni essenzialiad orientarsi. Solo la poca segnaletica affidataal Cai è b<strong>il</strong>ingue.Tre comuni hanno cancellato dallaloro carta intestata <strong>il</strong> nome “Alto Adige”,(risale al 1810, ma è considerato nome fascista),che è parte della dizione presentein Costituzione e nello Statuto. Il Consorziodei Comuni ha diffuso in 10.000copie una pubblicazione in cui non solo“Alto Adige” ha lasciato <strong>il</strong> posto a “Sudtirolo”,nome di uso comune ma ufficialmenteinesistente, ma ha ribattezzato <strong>il</strong>capoluogo col solo nome “Bozen”. Unpenoso errore forse, ma significativo seinserito in una lunga serie a senso unico.La cancellazione del logo della RepubblicaItaliana dai diplomi di maturitàdecisa dalla giunta provinciale e la suasostituzione con l’aqu<strong>il</strong>otto nostrano ètemporaneamente rientrata, ma Durnwaldercontinua a ritenerlo legittimo,nonostante i pareri legali che ne sottolineanol’inopportunità. Fa rabbia pensareche i nostri giovani rischino di non vedersiriconosciuto <strong>il</strong> titolo dalle universitàstraniere e forse da quelle italiane. Orasi vuole imporre <strong>il</strong> monolinguismo aidiplomi, un problema per chi si rivolgea una università di lingua diversa dallapropria. Autorevoli funzionari, comel’intendente in pensione Walter Stifter,diffidano dal percorrere queste strade,ma i politici han perso la testa o non leggonole delibere prima di votarle, comel’assessore alla scuola italiano (PD), forsedistratto dalle liti interne al partito.A queste provocazioni reagisce conaltrettanta foga <strong>il</strong> nazionalismo italiano,a suon di interrogazioni e di colloqui coni ministri amici. I quali ne approfittanoper cercare di tirare <strong>il</strong> gran partito etnicodalla propria parte (vedi visita urgentedel ministro Maroni, di tenore elettorale,a meno che non si creda che l’autonomiasudirolese sia un problema di ordinepubblico).Le bandiere dei nazionalismi non solospostano l’attenzione dalla crisi, ma nascondonoanche la tendenza irrefrenab<strong>il</strong>ea buttare soldi a piene mani. Non pareinfatti che l’annunciata riduzione del b<strong>il</strong>anciospinga la giunta a selezionare gliobiettivi. Le opere di grande impatto urbanisticoe ambientale e di incerto futurosono ancora in voga: oltre al tunnel delBrennero, <strong>il</strong> progetto di nuovo megainceneritoredi rifiuti va avanti, nonostantesia sovradimensionato e antieconomico.Il Comune di Bolzano ha portato al confrontocon la Provincia un nuovo PUCcon una quantità di strade, tram, espansioni.Il bisogno è di 3.000 nuovi alloggi,l’amministrazione comunale ne vuole6.000, nonostante la diminuzione dellenascite, un saldo migratorio in ribassoele molte centinaia di appartamenti nuoviinvenduti. Un masterplan (parola chenasconde l’esclusione della cittadinanza)in cui c’è di tutto, salvo <strong>il</strong> bene comune.La Provincia gioca al “questo sì e questono”. I politici comunali ne fanno unaquestione di autonomia del Comune,ma l’obiettivo non è <strong>il</strong> bene dei cittadini.Dopo anni di densificazione-speculazione,niente nuove piazze, spazi verdi,servizi per anziani e bambini. Anzi. Leopere sono pagate con <strong>il</strong> taglio alle scuoleper l’infanzia e l’esportazione deglianziani non autonomi. Sulle 78 maestred’as<strong>il</strong>o richieste ne sono state concessesolo 25. Le scuole tedesche sono tutte aorario ridotto. Scelte che mettono in crisidonne e giovani famiglie, e hanno l’effettoinoltre di ridurre <strong>il</strong> <strong>numero</strong> di bambiniitaliani che frequentano le scuoledell’altra lingua, una delle poche vie alb<strong>il</strong>inguismo reale.La cattiva spesa, messa in luce dallaCorte dei Conti e contestata berlusconianamenteda Durnwalder, spinge <strong>il</strong>Sudtirolo verso <strong>il</strong> rischio, alla fine dellacrisi, di ritrovarsi più povero, più ingiusto,imbruttito da strutture megalomanie costose, e anche inut<strong>il</strong>i e dannose, e conun’autonomia che osteggia <strong>il</strong> b<strong>il</strong>inguismoe dunque la convivenza, causa di disagioe fattore di conflitto, un’autonomia diffic<strong>il</strong>eda difendere all’esterno dei confiniprovinciali. ●QUESTOTRENTINO29