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il numero 6/2009 - Questotrentino

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piessesfogliando s’imparaTòsQuestioni controverseQualche secolo fa, nei casi di omicidio, si metteva inatto una curiosa pratica investigativa. Così ce la descrivel’<strong>il</strong>lustre giurista Giacomo Menochio nel suoDe arbitrariis iudicum quaestionibus (1575): “Se <strong>il</strong> sospettoassassino viene portato davanti al cadavere dell’ucciso equesto emette sangue dalle ferite, ne risulta un indizio chequegli con ogni probab<strong>il</strong>ità sia l’uccisore”.Pratica superstiziosa? Piano con le parole: <strong>il</strong> grande f<strong>il</strong>osofoTommaso Campanella spiega infatti che “gli uomini uccisi,in presenza dell’uccisore, gettan sangue e bollono quasid’ira, sentendo l’odioso nemico presente; e questo è segno usatoper scoprire l’omicida” (De sensu rerum et magia, 1592). Nonsappiamo come mai tale pratica sia stata successivamente dismessa,ma ciò non dipese necessariamente da una sua accertatainefficacia: anche le intercettazioni telefoniche, la cuiut<strong>il</strong>ità è evidente, stanno rischiando di scomparire. Il dubbio,dunque, rimane.Meglio documentato è <strong>il</strong> dibattito sull’esistenza omeno dei vampiri. Quando vennero investiti del problemanel 1693, i teologi della Sorbona non sepperodecidere, mentre fior fiore di intellettuali, dal giuristaKarl Ferdinad von Schertz (Magia posthuma, 1706)all’accademico Christian Friedrich Demelius (Tentamenph<strong>il</strong>osophicum,1732) mostrarono di credervi. Altrettanto<strong>il</strong>lustri – sia chiaro – furono i negatori, a cominciareda Voltaire; ma fatto sta che la questione fu chiusada una decisione tutta politica dell’imperatrice MariaTeresa, che nel 1755 stab<strong>il</strong>ì pesanti sanzioni per i cacciatoridi vampiri, dopo di che questi mostri divenneropoliticamente scorretti e non se ne poté più parlare. Masiamo certi che <strong>il</strong> mistero sia stato chiarito?E che dire degli untori? Già Tucidide e Tito Livio ipotizzanoche certe epidemie siano provocate da personemalvagie, e in tempi successivi tali sospetti si precisarono,indicando come responsab<strong>il</strong>i le streghe o gli ebrei. Dallapeste del 1348 in Germania all’epidemia del 1720 in Lombardia,per 400 anni la voce popolare persistette in questacredenza, peraltro supportata da celebri pensatori. Quandoun personaggio del calibro di Johann Christian Frommann(Tractatus de fascinatione,1675) afferma che “una volta chele streghe vengono private dei loro strumenti magici, o condannateesse stesse al rogo e uccise, le epidemie cessano”, ci siconsenta di conservare un minimo di perplessità.L’esiguità dello spazio impedisce di moltiplicare gli esempi, antichie moderni, di tematiche controverse: gli omicidi ritualidegli ebrei, gli UFO, l’immortalità di Berlusconi…; vogliamoperò soffermarci sulla recente presa di posizione di Em<strong>il</strong>ioGiuliana, già consigliere comunale di Fiamma Tricolore aTrento, sul tema a lui caro degli “omosessuali, pervertiti e sim<strong>il</strong>ari”,cioè di coloro che sono portatori di “un orientamentosessuale disordinato, contro natura”. Il suo intervento – giuntocivia ma<strong>il</strong> <strong>il</strong> 12 maggio – si conclude comunque con parole disperanza: è “scientificamente dimostrato che migliaia di personehanno beneficiato delle cure riparative”, e dunque “dall’omosessualitàsi può guarire”.Giuliana, a quanto egli stesso ammette sul suo sito, nonha competenze specifiche per risolvere <strong>il</strong> dubbio se i gaysiano o no dei pervertiti da ricoverare: ha semplicementeun “diploma di elettricista”, oltre a “tutte le specializzazionim<strong>il</strong>itari e ferroviarie” (?). Può però arruolare fra i suoialleati, e lo fa, quei regimi dove l’omosessualità è un reato;e cita a sostegno delle sue tesi qualche scienziato, al qualevolentieri concediamo la stessa autorevolezza dei vari Menochio,von Schertz, Frommann, ecc. sopra ricordati. Sicchéper <strong>il</strong> momento lasciamo pure in sospeso <strong>il</strong> giudizio.Ma quando egli respinge sdegnato l’ipotesi che ad aggredirela giovane m<strong>il</strong>itante gay di Trento possa essere statoqualcuno del suo movimento (o che comunque professi lesue stesse convinzioni), allora non lo seguiamo più: se lalegislazione italiana è carente nel perseguire i pervertiti, èinevitab<strong>il</strong>e che la sete di giustizia induca chi la pensa comelui a ricorrere alle percosse. Son cose che in Italia (e inGermania) nel secolo scorso sono già capitate, ai gay comea tanti altri “sim<strong>il</strong>ari”.48 giugno <strong>2009</strong>

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