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STUDIO E DIFESA DEL TERRITORIOI sistemi di monitoraggio dicolate detritiche rapide delComune di Cortina d'AmpezzoR. Genevois, A. Galgaro, P.R. Tecca e A.M. DeganuttiDip. di Geologia, Paleontologia e Geofisica, Università degli Studi di PadovaUn esempio di sinergia fra ricercaavanzata ed esigenze degli enti locali<strong>per</strong> lo studio e la difesa del territorio:i sistemi di monitoraggio di colatedetritiche rapide (debris flow) delComune di Cortina d'Ampezzo (BL)Aspetti generali delle colatedetritiche rapideLe colate detritiche rapide, o debris flows,sono uno tra i più <strong>per</strong>icolosi e distruttiviprocessi geomorfologici che interessanole aree montane di tutto <strong>il</strong> mondo.La loro rapidità ed imprevedib<strong>il</strong>itàsono spesso causa di <strong>per</strong>dite di viteumane e di ingenti danni economici.La loro capacità distruttiva viene, tuttavia,troppo spesso sottovalutata,anche <strong>per</strong>ché colate detritiche di r<strong>il</strong>evanteintensità possono saltuariamenteinteressare corsi d'acqua,anche piccoli, che <strong>per</strong> lunghi <strong>per</strong>iodihanno dato luogo solo ad eventi liquidi(piene) o eventualmente solidi maassai modesti.I debris flows sono definiti come rapidimovimenti di massa, indotti dallagravità, di miscele costituite da particellesolide, da acqua ed aria, che simuovono come un fluido viscoso(Varnes, 1978). Il loro comportamentomeccanico si può considerareintermedio tra le frane e le alluvionicon trasporto solido, ma con caratteristichesostanzialmente differenti daciascuno di questi processi. Le proprietàreologiche del flusso varianonotevolmente con <strong>il</strong> contenuto inacqua e con le caratteristiche dellafase solida, principalmente in relazionealla distribuzione granulometricaed al contenuto in arg<strong>il</strong>le.Macroscopicamente, un debris flowtende a comportarsi come un sistemacoerente mono-fase: <strong>il</strong> fluido (acqua efrazione fine) è praticamente intrappolatotra i pori delle particelle più grossolanee si muove solidale con lamassa di sedimento, arrestandosisolamente quando le sollecitazionieguagliano o sono inferiori alla resistenzaal taglio propria della miscela.Il fenomeno è sovente caratterizzatoda una serie di ondate successivecon un fronte di avanzamento piuttostoripido, in conseguenza della maggioreconcentrazione di elementigrossolani, e più alto rispetto al restodella colata. Il fronte è, poi, seguito dauna fase più fluida e turbolenta, caratterizzatada un'alta concentrazione disedimento in sospensione ma da unaridotta presenza di blocchi, che continuasino all'arrivo dell'onda successivao fino all'esaurirsi del fenomeno.Le colate detritiche possono interessarecanali <strong>per</strong>manenti o semi-<strong>per</strong>manenti(debris flows canalizzati) oppureversanti a<strong>per</strong>ti (debris flows non canalizzati)con pendenze elevate, sebbenesia nota la loro capacità di scorrereanche su pendenze molto basse.L'esigenza di approfondire la conoscenzadei debris flow ha moltiplicatonegli ultimi anni gli studi su questifenomeni, sia teorici (simulazioni d<strong>il</strong>aboratorio e sv<strong>il</strong>uppo di modelli <strong>per</strong>la simulazione dei meccanismi diinnesco e di trasporto) sia fisici(caratterizzazione morfologica e sedimentologicadei depositi, osservazionediretta e caratterizzazione quantitativadei fenomeni), sia, infine,ambientali e sociali (sv<strong>il</strong>uppo di efficacimisure di difesa).In realtà, tali studi sono sollecitatisoprattutto dalla necessità di ottimizzarel'ut<strong>il</strong>izzo delle risorse ambientali eterritoriali e di pianificare lo sv<strong>il</strong>uppodegli insediamenti urbani nelle areemontane, cioè di definire quantitativamentela <strong>per</strong>icolosità nei confronti difenomeni naturali caratterizzati da gradidi rischio che possono risultare particolarmenteelevati in relazione alla crescenteantropizzazione del territorio.L'approccio più comune a questa problematicasi basa sulle informazionistoriche, attraverso le quali si valutala ricorrenza di certe condizioni indesiderate,alle quali è collegato <strong>il</strong> verificarsidi una catastrofe. Il ricorso all'analisiformale di serie storiche temporalidi un determinato fenomeno può,tuttavia, essere alquanto complessopoiché solo approssimativamenteesse possono essere correlate ad unprocesso unico e definito. La sensib<strong>il</strong>itàumana verso un determinatofenomeno catastrofico è, infatti, cambiatanel corso del tempo: un fenomenonaturale viene consideratocatastrofico solo se esso causa dannie/o <strong>per</strong>dite di vite umane e, di conseguenza,tale considerazione è inqualche modo collegata all'uso stessoche l'Uomo fa del territorio.Il successo di qualsiasi applicazionedello studio delle serie temporali èdeterminato, quindi, più dalla qualitàdel data-base storico realizzato chedallo strumento matematico ut<strong>il</strong>izzato,che ha l'unico scopo di evitare l'ut<strong>il</strong>izzazionedi dati arbitrari.E' necessario, <strong>per</strong>tanto, che si abbiauna conoscenza critica da un lato deiprocessi fisici collegati al fenomenodebris flow, in modo da sa<strong>per</strong>e qualidati è necessario raccogliere, e, dall'altro,delle tecniche con le quali si possonoraccogliere dati di buona qualità.In breve, la previsione e la mitigazionedei rischi connessi alle colatedetritiche necessita di conoscenzequantitative su:- la fisica del fenomeno nelle suevarie parti e nei suoi differentiaspetti;- la probab<strong>il</strong>ità di accadimento nellospazio, nel tempo ed in determinatecondizioni idrologiche;- la composizione granulometrica, <strong>il</strong>contenuto in acqua ed <strong>il</strong> volume diterreno r<strong>il</strong>asciato dall'evento innescante;- l'idrogramma iniziale e la sua evoluzione.42 <strong>Lavori</strong> <strong>Pubblici</strong> n. 4 settembre - ottobre 2003

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