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scarica il pdf - Soluzioni per Lavori Pubblici

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l'evento stesso o alterano la sua evoluzionespazio-temporale. Esse, quindi,interessano direttamente la dinamicadel fenomeno condizionandonelo sv<strong>il</strong>uppo, i <strong>per</strong>corsi e le modalità dideposizione.Nella zona sorgente tali difese tendonoa limitare le aree soggette ad erosioneche contribuiscono all'innescodella colata (riforestazione, bioingegneria,ecc.). Lungo la zona di propagazioneimpediscono che <strong>il</strong> flusso fuoriescadal canale espandendosi nellezone limitrofe (argini, ad esempio). Inalcuni casi può essere necessaria lamodifica del tracciato del canale diflusso o la costruzione di strutture trasversali<strong>per</strong> <strong>il</strong> contenimento di partedel detrito (briglie f<strong>il</strong>tranti) evitandoche esso raggiunga zone più a valle epiù densamente popolate.L'area di deposito può essere anchequella più popolata e dove la colatadetritica può provocare i danni piùingenti. In questo settore si o<strong>per</strong>a <strong>per</strong>lo più realizzando o<strong>per</strong>e e strutture dicontenimento, quali vasche opportunamentedimensionate o canali diflusso che allontanino <strong>il</strong> corpo dellacolata detritica dalla zona.Le misure passive agiscono riducendole <strong>per</strong>dite potenziali, intervenendodirettamente sulla vulnerab<strong>il</strong>ità e ladistribuzione spaziale e temporaledel danno. Tra le misure passivevanno incluse tutte quelle azioni preventiveche devono precedere lo sv<strong>il</strong>uppourbanistico di una zona montana:in primo luogo, la cartografia delrischio che è <strong>il</strong> mezzo indispensab<strong>il</strong>e<strong>per</strong> la zonazione del territorio in funzionedella <strong>per</strong>icolosità rispetto aifenomeni presenti ed agli eventi possib<strong>il</strong>i.Nel caso che l'urbanizzazioneabbia già occupato aree <strong>per</strong>iodicamenteinteressate da fenomeni naturalidotati di un certo grado di <strong>per</strong>icolosità,quali le colate detritiche, unamisura passiva attuab<strong>il</strong>e è rappresentatadall'installazione di sistemi dimonitoraggio e di allarme che avvisinole popolazioni esposte in modotale da limitare, quanto più possib<strong>il</strong>e,le <strong>per</strong>dite di vite umane, mentre lestrutture rimangono comunque esposteal rischio.Il ricorso a sistemi di allarme consentedi mitigare <strong>il</strong> rischio attraverso l'adozionedi una misura che si attivasolo in occasione dell'evento: adesempio, <strong>il</strong> sistema può inibire la circolazionedei mezzi in presenza dideterminate soglie di allarme definitesulla base di specifiche situazioni.Il monitoraggio dei debris flowNegli ultimi tempi ha assunto un ruolovia via sempre più importante lo sv<strong>il</strong>uppoe l'uso di sistemi di allarme con<strong>il</strong> compito principale di controllo intempo reale dei debris flow, anche seessi sono in linea di massima piùadatti alla protezione del traffico sullevie di comunicazione che all'allertamentodi centri abitati: i tempi dipreavviso sono, infatti, troppo brevi<strong>per</strong>ché si possano eseguire o<strong>per</strong>azionidi evacuazione delle zone a rischiocomplete e sicure. Una "buona informazione"(Davies, 1997) si basa,infatti, da un lato sui tempi effettivi diallertamento e, dall'altro, su quellinecessari ad evacuare una data area:solo così si può essere in grado diprendere una decisione efficace inmerito alle o<strong>per</strong>azioni di evacuazione.In generale, la sola possib<strong>il</strong>ità concretadi realizzare un sistema efficaceè, quindi, rappresentata da un sistemadi allarme basato sull'esistenzae/o l'entità di fattori antecedenti riconosciuticome fattori di innesco possib<strong>il</strong>iquali, ad esempio, gli episodi temporaleschidi forte intensità. SecondoHungr et al. (1987), i sistemi di allarmepossono essere classificati in tredifferenti categorie:- allarmi di pre-evento (pre-allarme)- allarmi di evento- allarmi di post-eventoI sistemi di pre-allarme si basanosulla previsione (ad esempio sulmonitoraggio delle condizioni predisposte)del possib<strong>il</strong>e verificarsi di unevento di debris flow, cioè, prima cheesso si verifichi effettivamente (Fig.3), mentre quelli di evento sono progettati<strong>per</strong> r<strong>il</strong>evare un debris flowmentre esso è già in movimento o èappena iniziato. Questi due tipi disistemi forniscono un segnale di allarmee, se previsto, anche un allertamentopubblico.I sistemi di allarme post-evento sono,invece, costituiti da dispositivi cheindividuano l'avvenuto evento di colatadetritica e sono, quindi, principalmenteut<strong>il</strong>izzati <strong>per</strong> consentire diadottare misure idonee <strong>per</strong> la gestionedell'eventuale stato di crisi successivoall'evento stesso.Il sistema di monitoraggio diAcquabonaNel canale di Acquabona (Cortinad'Ampezzo, BL) è stato installato nel1997 (Genevois et al., 2000) un sistema<strong>per</strong> <strong>il</strong> monitoraggio di colate detriticheche qui presentano una frequenzapressoché annuale. Sebbeneclassificab<strong>il</strong>e come "debris flow diversante", secondo la definizione diBrunsden (1979) e Costa (1984), <strong>il</strong>canale è profondamente inciso neldetrito di falda e trasporta detrito calcareo-dolomiticopoco classato, grossolano,con dimensioni che varianodal limo ai massi di diametro anchemaggiore di 3 m, mentre la frazionearg<strong>il</strong>losa è pressoché assente.Il debris flow di Acquabona interessa<strong>il</strong> versante sinistro della valle del T.teBoite fra gli abitati di S. Vito diCadore e Cortina d'Ampezzo. Il bacinosu<strong>per</strong>iore è costituito da dolomie ecalcari, mentre <strong>il</strong> canale è profondamenteinciso nella spessa coltre detriticache costituisce <strong>il</strong> versante dallabase delle pareti rocciose sino al fondovalle,fatta eccezione <strong>per</strong> un brevetratto in cui attraversa i livelli marnoso-calcareidel basamento.Il bacino in roccia (compreso fra lequote 1650 e 2670) (Fig. 4), costituitoda pareti dolomitiche e calcareo-dolomiticheche forniscono <strong>il</strong> materialedetritico alla sottostante falda, haun'area piuttosto piccola e con pendenzeelevate, giustificando così ibassi tempi di corrivazione.La zona di innesco è localizzata neltratto su<strong>per</strong>iore del canale, fra lequote 1550 e 1650 m s.l.m., dove idebris flow hanno origine probab<strong>il</strong>mentea seguito di processi di tipo"firehose", in cui un improvviso, rapi-3Fig. 3 - Soglie pluviometriche delbacino di Acquabona (BL)44 <strong>Lavori</strong> <strong>Pubblici</strong> n. 4 settembre - ottobre 2003

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