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ALLE URNE ANARCHISTI CERCANO CASA INCONTRO ... - Konrad

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dizionarietto ambientaleTermovalorizzatoriRealizzati per la prima volta a fineOttocento, a partire dagli anni Settantagli inceneritori, non solo in Italia, sonostati avversati dalla popolazione perchéritenuti pericolosi per l’ambiente ela salute umana. Questa è una delleragioni per cui, da alcuni anni, nellinguaggio politico e giornalistico, sipreferisce chiamarli termovalorizzatori.Un termine che, tuttavia, è ignoratosia dalla letteratura scientifica, sia dallanormativa comunitaria e nazionale. Ilrecupero di energia è, infatti, nient’altroche una delle caratteristiche di cui gliinceneritori sono ormai da anni dotati.Ma, in Italia si dà rilevanza alla parteinvece che all’intero, perché grazie allatermovalorizzazione, lo smaltimento deirifiuti tramite incenerimento è sostenutoanche dallo Stato, sotto forma di incentivialla produzione di energia elettrica:infatti, questa modalità di produzioneè stata considerata, con infrazione allenorme europee, una fonte rinnovabilealla stregua dell’idroelettrico, solare,eolico e geotermico. L’incenerimentoè un trattamento ad alta temperaturache permette di trasformare le sostanzecombustibili presenti nei rifiuti solidi onei fanghi in materiale solido, sterile,inerte, in gran parte smaltibile orecuperabile (scorie e ceneri) - seppur acosti abbastanza elevati - e in effluentigassosi, utilizzando appositi sistemi dicombustione. Il calore sviluppato durantela combustione può essere recuperato eutilizzato per produrre vapore; un ottimovettore per il c.d. teleriscaldamento aduso di interi quartieri residenziali – comeavviene in molti paesi del nord Europa,ma solo in rari casi in Italia - o per laproduzione di energia elettrica. Unamoderna politica di gestione dei rifiutinon può, tuttavia, avere come unicoobiettivo la termodistruzione dei rifiuti.L’incenerimento è, infatti, preferibilesolo al sistema del collocamento delrifiuto “tal quale” in discarica. Le politicacomunitaria in materia ambientale,ormai da trent’anni, prescrive l’obbligoper gli Stati membri di attuare forme diriuso e riciclo dei rifiuti urbani: innanzitutto, operando a monte una riduzioneed un miglioramento ad esempiodell’imballaggio, costituenti un’elevatapercentuale del rifiuto domestico anchefavorendo la sua riconsegna (es. conl’imposizione della cauzione); ancora,introducendo raccolte differenziate deirifiuti per singole tipologie, con riduzione,in questo modo, della quantità dirifiuto da smaltire. I costi di costruzione,gestione e soprattutto attivazione diforme efficaci di controllo sulle sostanzenocive dovrebbero sconsigliare leautorità a prevedere la realizzazionedi nuovi inceneritori. Recenti indaginidella magistratura italiana – possiamoricordare quelle in corso a Trieste ed aTerni - sembrano porre in serio dubbiol’efficacia dei sistemi di controllo. D’altraparte l’ abbattimento dei fumi affidatoall’efficienza del c.d. depolveratore puògarantire una rimozione superiore al99% delle PM 10prodotte, ma nulla puòfare contro il PM 2,5e le c.d. nanopolveri.Ma è soprattutto la realizzazione diinceneritori, identificati quale unica formadi smaltimento del rifiuto urbano, adessere particolarmente errata. Induce,infatti, il cittadino–produttore a uncomportamento contrario ai propridoveri civici. Tra questi vi è certamentequello di attivarsi nel recupero domesticodelle preziose risorse che compongonoil rifiuto, evitando pesanti ricadute sullacollettività conseguenti al proprio stiledi vita ed alla propria capacità economica.Alessandro GiadrossiCIGRA Università di Triestehttp://konradblog.blog.kataweb.itil tuo <strong>Konrad</strong> quotidiano18 <strong>Konrad</strong> marzo 2008

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