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ALLE URNE ANARCHISTI CERCANO CASA INCONTRO ... - Konrad

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IL SESSANTOTTO E DINTORNI1968 - 2008: quarant’anni dopoÈ meglio dirlo subito: eravamo in dubbio se aggiungere<strong>Konrad</strong> al prevedibile caravanserraglio di interpretazionie rivisitazioni giornalistiche sul Sessantotto. Di solitopreferiamo intrattenervi con informazioni e riflessioni chenon trovano ospitalità altrove. Ma il 1968 e i suoi immediatidintorni sono la matrice che ha influenzato il nostropresente, poiché quella straordinariastagione allunga i suoi effetti finoall’attualità più recente.Il Sessantotto fu una svolta mondialein molti campi, dal costume aglistili di vita, dal cinema alla musicarock, ma fu soprattutto connotatoda una serie di eventi politici digrande importanza che ebberoun’immediata e larga eco nellecoscienze e nei comportamentiindividuali e collettivi, prefigurandoin qualche modo ciò che orachiamiamo, in diverso ambito,“globalizzazione”.Fu l’anno in cui Dubcek sostituìNovotny alla guida del Partitocomunista cecoslovacco,inaugurando la “Primavera di Praga”destinata a naufragare ad agostosotto i cingoli dei carri armatisovietici, in Vietnam ebbe luogol’offensiva del Tet, che anticipò lasconfitta degli Stati Uniti, il 4 aprile ad Atlanta venne uccisoil pastore protestante Martin Luther King, il 6 giugno a LosAngeles fu assassinato Bob Kennedy, candidato democraticoalla Casa Bianca.L’anno dopo saremmo andati sulla luna, ma in quel ’68avevamo come non mai i piedi ben piantati per terra: tuttociò che avveniva ovunque nel mondo sembrava avereripercussioni in ogni dove.Forse tutto era cominciato nel 1964, col Movimento per laLibertà di Parola all’Università di Berkeley in California, cheaveva unito in una comune protesta studenti e docenti.Ma eventi dirompenti erano accaduti anche in una realtàtotalmente diversa, quasi un altro pianeta, la Cina di Mao,dove gli studenti si organizzarono e poi divennero le GuardieRosse della Rivoluzione culturale. E l’Europa non fu certoda meno, con l’occupazione della Sorbona nel maggiofrancese e gli scontri romani a Valle Giulia che il 1 marzoaprirono una dura conflittualità di piazza tra studenti eforze dell’ordine. In una celebre poesia pubblicata qualchemese più tardi, il comunista Pasolini si schierò a sorpresadalla parte dei poliziotti, lavoratori proletari opposti ai figlidei borghesi: una testimonianza palpitante di quante cartesi stessero rimescolando. I giovani volevano essere piùliberi non solo dei loro genitori ma anche dei loro fratellimaggiori e richiedevano che nella scuola e nella societàfinisse l’autoritarismo sul quale entrambe si reggevano.Ciò si traduceva in una vasta gamma di comportamenti, avolte confusi e velleitari: oltre alle manifestazioni di piazzae alle occupazioni di scuole e università, enormi novitànell’abbigliamento e nella musica, nel taglio dei capelli e neicomportamenti sessuali.E inoltre il movimento degli studenti tendeva a collegarsial movimento operaio, che pure aveva vissuto in quei mesiesperienze di lotta anche durissime negli epiloghi, come fu,in Italia, per i due braccianti morti ad Avola, oppure per lalunga lotta degli operai della Pirelli, dove si era costituito ilprimo Comitato Unitario di Base (CUB), che occuparono lostabilimento della Bicocca, in una sorta di prova generale diquanto sarebbe avvenuto l’anno successivo con l’autunnocaldo.Anche in ambito cattolico il ’68 fu un anno di aspreconflittualità tra la gerarchia e singoli preti o gruppiorganizzati di fedeli, che spesso identificavano neicomportamenti dei loro vescovi una reazione conservatriceche tradiva le aperture conciliari.Un movimento così onnicomprensivo e radicalmentecontestatario di ogni potere si illudeva di poter evitarela forte reazione di chi considerava (ed era, perlomenosotto il profilo istituzionale) egemone. A Berkeley il rettoredell’università, che aveva tentato la via di un dialogo con isuoi studenti, fu esautorato per disposizione del governatoredella California, un ex attore di nome Ronald Reagan. InFrancia i gollisti diedero luogo alla storica manifestazionedi massa della cosiddetta “maggioranza silenziosa”. In Italia,al solito, le cose non furono così trasparenti: da un lato larestaurazione fu affidata agli strumenti statali tradizionali(polizia in funzione di ordine pubblico), ma dall’altro fusubappaltata, valendosi dell’apporto dell’estrema destra.Si iniziò tollerando singoli episodi di aggressione politica;nell’ombra si organizzavano colpi di stato, si finì nelle stragidella “strategia della tensione”.Ma eravamo già all’anno dopo e forse stava cominciandoun’altra storia.Una delle caratteristiche peculiari di quel mitico ’68 ful’universalità di movimenti, anche diversissimi tra di loro,che trovavano però simultaneamente una base comunenel rifiuto delle diverse società e degli assetti costituiti delpotere.Anche Trieste e la nostra regione non elusero la

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