Contributi poster - PM2012
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Progetto SHARE: inquinamento da polveri e ozono in alta Valtellina<br />
Laura Carroccio 1 , Cristina Colombi 2 , Anna De Martini 1 , Vorne Gianelle 2 *, Matteo Lazzarini 2<br />
1 ARPA Lombardia Dipartimento di Lecco, Via I Maggio 21/B,23848 Oggiono (LC)<br />
2 ARPA Lombardia Dipartimento di Milano, via Juvara, 22 Milano, 20129<br />
* Corresponding author. Tel: +390274872297, +393403306091 E-mail: v.gianelle@arpalombardia.it<br />
Keywords: ambiente alpino, polveri e ozono, fenomeni di trasporto<br />
Nel 2010 è diventato operativo il progetto SHARE-Stelvio, nato ad opera del Comitato EV-K2-<br />
CNR, che ha tra i suoi obiettivi principali l’individuazione e la quantificazione del cambiamento<br />
climatico e dei suoi effetti ambientali in un’area sensibile delle Alpi Italiane: il Parco Nazionale<br />
dello Stelvio.<br />
Quale contributo al progetto, ARPA Lombardia per l’estate 2011 ha riattivato il sito di<br />
monitoraggio di Alpe S. Colombano, a quota 2175 m.s.l.m, sul versante nord di Cima Piazzi appena<br />
fuori i confini amministrativi del parco per studiare gli eventuali episodi di trasporto di masse d’aria<br />
inquinate. In particolare dal 22 luglio al 14 settembre 2011 si è ripristinata la strumentazione per il<br />
monitoraggio del PM10, per la misura in continuo dell’ozono e della distribuzione dimensionale<br />
mediante un OPC. I campioni di PM10 raccolti sono stati analizzati in XRF per l’analisi elementare.<br />
Per i parametri meteorologici si è utilizzata la vicina stazione meteorologica permanente di ARPA<br />
Lombardia, posta 700 m dal sito di monitoraggio degli inquinanti.<br />
L’analisi dei dati raccolti ha messo in evidenza alcuni episodi di aumento delle concentrazioni<br />
medie giornaliere di PM10 rispetto ai valori di fondo pari 5 µg/m3. Tali episodi sono associati a<br />
specifici andamenti delle concentrazioni orarie di ozono: mentre nei giorni con concentrazioni di<br />
PM10 equivalenti al fondo le concentrazioni di O3 sono pressoché costanti, durante i citati episodi<br />
l’andamento delle concentrazioni di ozono risulta modulato con picchi nelle ore diurne come accade<br />
tipicamente nel fondo valle o nelle aree urbane.<br />
Sono state analizzate le retrotraiettorie delle masse d’aria; si è evidenziata la correlazione di tali<br />
episodi con il trasporto di masse dai settori meridionali: si sono individuati eventi attribuibili alla<br />
risalita d’aria proveniente dal fondo della Valtellina; altri invece sono relativi a masse d’aria che<br />
hanno attraversato zone diverse del bacino padano.<br />
In relazione alla direzione di provenienza del vento è<br />
stata investigata la distribuzione dimensionale del<br />
particolato e la sua qualità, evidenziando similitudini<br />
e/o differenze in base all’origine delle masse d’aria e<br />
quindi alle sorgenti che hanno contribuito alla<br />
produzione degli inquinanti. Si suppone quindi<br />
che le masse d’aria dai settori meridionali trasportino<br />
con se polveri e inquinanti gassosi (es. NOx e COV)<br />
che modificano la chimica di formazione del’ozono locale.<br />
Ringraziamenti: si ringraziano i colleghi M. Chiesa, G. De Stefani, N. Gentile, F. Ledda, F.<br />
Raddrizzani, L. Vergani, G. Cigolini, R. Cosenza, R. Ferrari: senza la loro collaborazione la<br />
campagna non sarebbe stata possibile.<br />
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