Contributi poster - PM2012
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Optical Particle Counters: specificità e problematiche nelle misure a campo<br />
Cristina Colombi 1 , Vorne Gianelle 1,* , Matteo Lazzarini 1 , Franco Belosi 2 , Mauro Causà 3 ,<br />
Roberto Udisti 4 , Silvia Becagli 4 , Giovanni Lonati 5 , Roberta Vecchi 6<br />
1 ARPA Lombardia Dipartimento di Milano, via Juvara, 22, Milano, 20129<br />
2 CNR-ISAC, Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima, Via Gobetti 101, Bologna, 40129<br />
3 Università di Napoli Federico II, Dip. di Scienze Chimiche, Via Cintia, Napoli, 80126<br />
4 Dip. di Chimica , Università degli Studi di Firenze, via della Lastruccia, 3, Sesto Fiorentino, 50019<br />
5 DIIAR Politecnico di Milano, P.za L. da Vinci 32 Milano, 20133<br />
6 Dipartimento di Fisica, Università degli Studi di Milano, via Celoria 16, Milano, 20133<br />
* Corresponding author. Tel: +390274872257, +393403306091, E-mail:v.gianelle@arpalombardia.it<br />
Keywords: OPC, distribuzioni dimensionali, aerosol urbano<br />
In questo lavoro si vogliono presentare i risultati di un‟attività sugli Optical Particle Counters<br />
(OPC) svolta nell‟ambito del WG3 della IAS. Lo scopo dell‟attività è stato quello di migliorare le<br />
attuali conoscenze sui contatori ottici più diffusi tra i gruppi di ricerca a livello nazionale ed<br />
effettuare una valutazione delle loro prestazioni a campo. A questo scopo, è stata organizzata una<br />
campagna di interconfronto nel sito di background urbano di riferimento di ARPA Lombardia<br />
(Milano Via Pascal). La campagna è stata effettuata nel periodo novembre 2010-febbraio 2011 e<br />
sono stati messi in campo sei OPC (2 Grimm mod. Envirocheck, 1 Grimm mod. 180, 1 ConTec<br />
mod. Dust Monit, 1 FAI mod. Multichannel Monitor e 1 Particle Scan mod. Pro) con differenti<br />
caratteristiche costruttive ed operative nell‟intervallo dimensionale a partire da 0.25 µm. La durata<br />
della campagna di interconfronto ha consentito di poter testare gli strumenti in contesti ambientali<br />
diversi sia per condizioni climatiche sia per livelli di concentrazione di particelle aerodisperse.<br />
Un primo confronto fra le serie temporali ha messo in evidenza alcune differenze tra gli strumenti,<br />
principalmente da ascriversi alle scelte ingegneristiche dei costruttori nel trattamento del campione<br />
d‟aria in ingresso: l‟umidità dell‟aria appare essere il principale parametro fisico che influisce sulla<br />
misura, per esempio causando l‟accrescimento e/o l‟agglomerazione delle particelle, determinando<br />
quindi una diversa classificazione dimensionale. La modalità di riduzione dell‟umidità risulta<br />
pertanto essere un elemento costruttivo critico, così come i tempi di risposta dell‟elettronica di<br />
rilevazione, che causano problemi di coincidenza. Infatti, classificando l‟insieme dei dati sulla base<br />
dell‟umidità relativa e dei livelli di concentrazione delle particelle in atmosfera, si osservano<br />
significative differenze nelle correlazioni fra gli strumenti.<br />
Inoltre sono state osservate differenze nelle efficienze di conteggio, che hanno aperto il problema<br />
del controllo strumentale sia durante le misure in campo che durante la calibrazione. Si è quindi<br />
andati a valutare l‟influenza dei vari parametri operativi sulla funzione distribuzione dimensionale<br />
del particolato aerodisperso. A tal fine sono stati sviluppati degli algoritmi di calcolo che verranno<br />
presentati dettagliatamente nel lavoro.<br />
Bibliografia<br />
[1] Paul A. Baron , Klaus Willeke, Aerosol Measurements. John Wiley & Sons (2005)<br />
[2] Hinds W.C., Aerosol technology. John Wiley and Sons, Inc (1999)<br />
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