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2009 - Anno IV N.6 - Fornoms.net

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Dicembre <strong>2009</strong>MASSA - Allarme frane sullecolline massesi. Le prime pioggesono arrivate, nelle settimanescorse, e per i residenti dellefrazioni montane si ripresentacome un fantasma la paura dellefrane. Negli ultimi tempi, bendue episodi hanno messo arischio decine di famiglie ecreato non pochi disagi: il primoin pieno inverno, a Guadine,dove la caduta di enormi massiisolò completamente cinquepaesi della valle del Renara, ilsecondo a inizio primavera, alleporte di Bergiola, dove ilcedimento di un terreno che sisa, a Massa e dintorni è franosoper definizione, causò loscivolamento a valle di decinedi tonnellate di detriti e fango,ed anche in questo caso i disagiper la popolazione montanafurono notevoli, con l'aggravanteche su quel versante sono ancheparecchie le attività commercialiattive che questo tipo diaccadimento danneggia. E aquasi dieci mesi di tempoproprio dalla frana di Bergiola,gli interventi portati a terminedella provincia di Massa eCarrara, competente per queltratto di strada, non sono ancorastati ultimati, ed al parzialeripristino del manto stradale,comunque per mesi dissestato einagibile, non hanno fattoseguito gli interventi veri, quelliMassa Carrara“Appena vi sarà disponibilità economica, la messa in sicurezza della montagnae degli istituti scolastici di nostra competenza, saranno interventi prioritari”La Parola al Cittadino 27Dissesto idrogeologico: mancano risorseMASSA - L’ennesimo atto compiuto illegalmente aMASSA - Come ogni anno conl’avvento della stagioneautunnale, i paesi della Valledel Frigido si vestono di colori,profumi, sapori tali da costituire,per il nostro territorio, unoscenario dai contorni senza pari.Autunno però nei borghi di questavallata e Forno in particolare, èed è sempre stato sinonimo diuna cosa soltanto: la raccolta dellecastagne. In passato, ma neanchetanto lontano, Forno così comeanche i paesi limitrofi, hannofatto - e in non pochi casi, dovutofare - della farina di castagne laprincipale fonte del lorosostentamento. La coltivazionee la lavorazione di questo fruttoè ciò che ha permesso a interegenerazioni di fornesi disopravvivere, perché veniva usatosia come principale elementonutritivo, sia come fonte discambio per l’acquisto di altriper la messa in sicurezza dipareti rocciose e terrose ad altorischio cedimento. In effetti, aBergiola adesso ci si può andaresulle quattro ruote senzaproblemi, ed anche se gliinterventi sono partiti in ritardorispetto alle promesse avanzatesubito dopo lo smottamento,sono stati quasi ultimati, perquanto riguarda quel tratto distrada ed un paio di tornantivicini: la strada è stata ricostruitacon tanto di passaggio pedonalelaterale, fruibile dai cittadini nonmotorizzati, l'asfalto è statorisistemato, le piante pericolantisono state potate o tagliate, e c'èanche da dire che tutto questo èavvenuto senza mai interrompereil transito dei mezzi sulla strada,se non proprio un paio di giorniimmediatamente successivi alfatto. Ma i problemi veri, quellinessuno li ha affrontati. La zona,e non solo quella, è a rischiofrane quotidianamente, dato chei versanti delle colline non hannoalcun tipo di rete di sicurezza edato che il terreno della zonatende a franare anche in seguitoa piogge non torrenziali. Lagente ha paura el'amministrazione provincialenon abbandona i cittadini dellefrazioni, ma deve farsi due contiin tasca e i soldi per intervenirecome si dovrebbe, non ci sono.Lo dice senza mezze misurel'assessore provinciale ai lavoripubblici Loris Rossetti,intervistato sulla questione: “Ineffetti comprendiamo i timori ei disagi che i cittadini dellefrazioni montane lamentano - hadetto - e rinnoviamo il nostrosentimento di ammirazione perchi ancora sceglie di vivere inmontagna, ma la situazione nonè delle più rosee: la provincianon ha soldi da investire inquesto settore, non adesso, e nonquanti ne servirebbero in totale,almeno. Quello che possiamofare in attesa che arrivinofinanziamenti regionali o europeiè investire ciò che abbiamo inun modo più possibileintelligente, intervenendoalmeno parzialmente, là dove siritiene che i rischi potenzialisiano maggiori. Quello cheabbiamo fatto a Bergiola è statoun gran lavoro - ha concluso -oltre tutto condotto e portato atermine senza mai interrompereil passaggio dei mezzi a motore,ma ammetto che i cittadini hannoragione a chiedere di più, delresto, ne va della loro sicurezza,e garantisco che non appena visarà una disponbilità economicaadeguata, quello della messa insicurezza della montagna,insieme a quello relativo agliistituti scolastici di nostracompetenza, sarà uno dei primiinterventi cui metteremo mano”.Margherita MazzarellaDal bosco alla tavola: castagne di oggi e di ieribeni. Tant’è che su un pianostrettamente storico e sociologicola farina di castagne,nell’immaginario collettivo delpaese riveste ancora un ruolo diprimaria importanza.Se oggi andare per castagne èdiventato solo un momento direlax e non più un’esigenza, aForno diverse famigliequest’anno hanno deciso di farrivivere le antiche usanze legatealla raccolta e all’essiccatura dellecastagne. Conversando insiemea queste persone emerge che illoro lavoro è frutto di passione eamore per la riscoperta dellatradizione nella quale gli avihanno vissuto.E se le varie fasi che portanodalla raccolta della castagna alprodotto finito sono lunghe efaticose va bene così. È una dolcefatica che fa rivivere fatiche duree obbligate che solo la necessitàfaceva superare. Resta comunqueinteressante seguire tuttal’operazione. Il primo momentoè la raccolta a mano di questofrutto.Avviene nel mese di ottobrequando cadono dalla pianta. Laraccolta della castagna, varicordato perché punto importantee faticoso, deve essere precedutadalla pulitura della selva da ramie sterpaglie in modo che il“cardo” caduto sia ben visibile.Le castagne così raccolte devonopoi essere pesate in appositisecchi e portate al seccatoio. Ilseccatoio è una piccola casettadove con il calore del fuoco,acceso sempre, notte e giorno, lecastagne vengono fatte essiccareper circa venti giorni.Dopo la fase dell’essiccatura c’èla fase della pulitura accurata,dove le castagne ormai secchevengono pulite dal loro guscio.Versante colpito da dissestoIl risultato sono le cosiddette“secchine”. Raccolte in appositisacchi vengono portate al mulinoper la macinatura finale.L’aver riscoperto questatradizione che obbligaforzatamente ai ritmi della natura,tengono a sottolineare questefamiglie, è per noi motivo digrande orgoglio, soprattutto inquesti tempi fre<strong>net</strong>ici incalzaticome siamo dai ritmi che la vitaodierna ci impone, maprincipalmente per ricordare emantenere vivi valori umaniquasi dimenticati che sono invecedi fondamentale importanzaspecialmente per piccoli paesicome Forno.Strumento anche questo utile pernon perdere quel patrimonio diconoscenze culturali accumulatodalle tante generazioni che cihanno preceduto.Giovanna SantiBagno Irene e litoraledanno del patrimonio ambientale, tutt’ora presentenel Bagno Irene, conferma le persistentipreoccupazioni dei Verdi e di tutte le altre forzeambientaliste su come e con quali criteri viene gestitoil Bagno Irene. Al di là delle promesse e dei possibiliprogetti di trasformazione del bagno, presentatiaddirittura come interventi migliorativi e la cuirealizzazione era stata affidata ad uno studioambientale di Ferrara, volta a volta i Verdi intendonoverificare che le reali intenzioni dei concessionari ogestori si sono manifestate in azioni che hannofortemente danneggiato o distrutto le emergenzenaturalistiche di quel sito. “Basta ricordare larealizzazione di una piscina, non autorizzata, esmantellata poi alla fine della stagione, complici ilunghi tempi della burocrazia che ne hanno consentitoe prolungato il funzionamento oltre ogni temporagionevole – sostengono i Verdi - la collocazionedi una palizzata in cemento successivamente rimossaed infine ai giorni nostri la completa distruzione conun ruspa di una duna storica”. Questi tre esempiper gli ambientalisti sono sufficientemente eloquentie “mostrano la totale inaffidabilità dei gestori lecui vere intenzioni sembrano essere quelle di volertrasformare il bagno né più ne meno di quanto èaccaduto negli stabilimenti balneari in cui ormai dadecenni”. Ciò avviene nella più completainosservanza di regolamenti e/o di Ordini del Giornodel Consiglio Comunale e di prescrizionipaesaggistiche da parte della Sovrintendenza diLucca. Quest’ultimo aspetto è per i Verdi assaigrave e costituisce l’elemento sicuramente piùpreoccupante. Infatti a fronte di un notevole sforzodelle forze ambientaliste di preservare le zone diparticolare pregio ambientale dove le dune e la floradunale e retrodunale costituiscono ancora gli elementicaratterizzanti di un ambiente progressivamenteridotto a relitti nel resto del litorale, non può essereconsentito ad alcuno di alterare o peggio ancoradistruggere quanto con difficoltà è arrivato a noiancora intatto. Altro elemento di sconcerto è laflessibile argomentazione del concetto di “migliorare”una situazione: “Sembra che l’unico modo permigliorare non sia il ripristino di ambienti naturaliin sintonia con l’evoluzione dunale in rapporto allavegetazione, ma cementificare, realizzare manufattiche diano la sensazione di essere in un luogo pienodi ciò che genericamente viene chiamato “confort”ma che in realtà è le rincorsa ad una sequela distatus symbol o di una deriva verso l’ostentazionedi ricchezza”. Infine, i Verdi denunciano lo sforzoche la collettività attua per sviluppare il ripascimentodelle spiagge, investendo enormi quantità di denaro:quanto più si investe, tanto più il profitto privato,spesso non presente nelle denunce dei redditi, ignoragli interessi della collettività, anche di quella parteche vorrebbe delle spiagge più “naturali”frequentabili anche d’ inverno, senza palizzate einterdizioni diffuse, ben evidenziate da cartelli didivieto.“Cosa funziona e cosa non funziona” è una nuova rubrica aperta a voi cittadini. Potete inviare al nostro indirizzo laparola@omnicolor.bizRUBRICA una foto con allegato un piccolo commento su fatti positivi o negativi legati alla città e al territorio. Ogni mese saranno pubblicati.Cosa funzionaMASSA - Dopo l’installazione dei nuovi pali dell’illuminazionepubblica, la sicurezza nel borgo della Rocca segna un altro passoin avanti. Da poco tempo, infatti, è stata tracciata una pistapedonale in via dei Malaspina, oltre al rifacimento dell’interasegnaletica. Il risultato? Non c’è dubbio: il pedone si sente piùtranquillo, perché il tracciato, contrassegnato da una lineaarancione con una figura umana stilizzata color bianco, portale auto ad evitare di fare la “barba” alle case, specie in curva,con il rischio di investire i passanti. Una buona soluzionesoprattutto per i numerosi anziani che vivono in questo anticoborgo. Gli effetti si sono già visti, dato che la nuova pista è benvisibile, costringendo gli automobilisti a rallentare e a prestaremaggiore attenzione. Del resto, viste le striminzite dimensioni della strada e i cancelli delleabitazioni a ridosso della via, l’unica speranza era appunto di tenere le auto il più lontanopossibile dal ciglio stradale.Cosa non funzionaMASSA - Martana: resti di un presepe realizzato due anni faA Massa realizzare iniziative e lasciare residui sembra essereun’abitudine. Basta passare in piazza Martana per rendersi contoche, sotto l’arco del palazzo della finanza, ci sono ancora i restidel presepio realizzato due anni fa: pannelli con il cielo e le stelle,un mucchio di sabbia e legname sparso intorno. Nel rispetto delleradici cattoliche furono realizzate in città una serie di postazioniraffiguranti l’evento della nascita di Gesù. L’iniziativa non è stataripresa successivamente ma qualcosa è rimasto a testimoniarel’evento. Intorno, degrado e sporcizia. Un monito: chi si fa caricodi promuovere una manifestazione, dovrebbe quanto menorestituire i luoghi come li ha trovati.

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