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Antonio e Xavier Bueno<br />
a Villa Bardini di Firenze<br />
Una mostra per ricordare i due famosi<br />
fratelli spagnoli fiorentini d’adozione<br />
di Barbara Santoro<br />
Da poco ha preso vita<br />
nelle splendide sale<br />
di Villa Bardini una<br />
“magica” mostra,<br />
“Doppio ritratto: Antonio e Xavier<br />
Bueno. Contrappunti alla realtà tra<br />
avanguardia e figurazione”. Curata<br />
magistralmente da Stefano Sbarbaro<br />
è promossa dalla Fondazione<br />
Parchi Monumentali Bardini e<br />
Peyron e dall’Ente Cassa di Risparmio<br />
di Firenze in collaborazione con l’Associazione Culturale Bueno<br />
che ha sede a Firenze.<br />
<strong>La</strong> rassegna raccoglie oltre 130 opere tra le più significative della<br />
produzione pittorica dei due fratelli.<br />
Il nucleo principale appartiene agli eredi, ma molti sono i quadri prestati<br />
per l’occasione da collezionisti privati, da musei e da fondazioni.<br />
Ci sono poi alcuni inediti davvero interessanti.<br />
Il catalogo curato in maniera esemplare è edito da Polistampa e<br />
contiene oltre all’introduzione di Philippe Daverio, presidente onorario<br />
dell’Associazione Culturale Bueno, anche i saggi di Susanna<br />
Ragionieri, nota storica e critica d’arte, e Giorgio Bedoni, psichiatra<br />
e psicoterapeuta autore di molti saggi sul rapporto arte-genio-follia.<br />
Una storia curiosa quella dei fratelli Bueno: Xavier (1915-1979) e<br />
Antonio (1918-1984), che giunsero a Firenze<br />
nel 1940 spinti dalla curiosità e dallo stimolo<br />
del grande Rinascimento fiorentino. Quello<br />
che però doveva essere solo un soggiorno<br />
temporaneo si trasformò in una esperienza<br />
vitale e in questa città trascorsero il resto<br />
della loro vita.<br />
Xavier e Antonio nacquero da Javier Bueno<br />
scrittore e giornalista spagnolo e da Hannah<br />
Rosjansk polacca di origine ebrea. Il primo<br />
nacque a Vera de Bidasoa, un paesino basco<br />
vicino alla frontiera francese e il secondo a<br />
Berlino dove il padre era corrispondente per il<br />
quotidiano ABC di Madrid.<br />
I due ragazzi trascorsero la loro infanzia in<br />
Spagna e più tardi in Svizzera. Nel 1937 la famiglia<br />
si stabilì a Parigi non potendo rientrare<br />
nella Spagna franchista ma nel 1940 decisero<br />
di spostare la loro dimora in Italia a causa dei<br />
tedeschi che a Parigi incominciavano le prime<br />
Doppio ritratto: Antonio e Xavier Bueno<br />
Barbara Santoro all'ingresso della mostra<br />
rappresaglie.<br />
Fu scelta Firenze per l’amore verso<br />
l’arte che nutrivano i due fratelli.<br />
Sembrava un rifugio precario, ma<br />
nella Villa il Pozzo a San Domenico<br />
Xavier e Antonio rimasero insieme<br />
alle loro famiglie fino al 1949. Da<br />
Xavier e Giulia Chamorel nacquero<br />
Caterina (nota etnomusicologa e<br />
cantante pop e folk, raffinata ricercatrice<br />
di canzoni popolari toscane,<br />
purtroppo deceduta nel 2007)<br />
e Raffaele.<br />
Dalla compagna Eva Forster ebbero<br />
vita Paquito, Manuel e Maria Lola. Da Antonio sposato ad Evelina<br />
Hay, che ne era stata la sua modella, nacque Francesco. Nel 1947<br />
i due fratelli firmarono insieme a Pietro Annigoni e Gregorio Sciltian<br />
il “Manifesto programmatico dei pittori moderni della realtà”,<br />
ma quando nel 1949 il gruppo si sciolse anche i due fratelli presero<br />
strade diverse.<br />
Le figure del maggiore, soprattutto dopo il suo viaggio in Brasile<br />
avvenuto nel 1954, sono tristi, grigie, cariche di realismo sociale...<br />
ma dolenti. Quelle del secondogenito guardano invece alla vita con<br />
uno sguardo attonito figure immobili quasi sospese come stupite<br />
dell’assurdità del vivere.<br />
I due fratelli rimangono “gemelli”solo sul tema poetico dell’infanzia<br />
avendo entrambi ricevuto una fanciullezza felice e spensierata.<br />
Sofisticata e superba la tela con il ritratto<br />
dei due fratelli, che ne documenta la vicenda<br />
creativa ed umana, che all’inizio vissero<br />
come in simbiosi e in seguito maturarono<br />
personalità fortemente diverse.<br />
<strong>La</strong> mostra è davvero magnifica. Ormai da<br />
tempo la Fondazione Parchi Bardini e Peyron<br />
regala alla nostra città esposizioni di grande<br />
qualità e “significative” seguendo quel filone<br />
legato alla figura di Pietro Annigoni le cui<br />
opere sono ospitate in permanenza nelle sale<br />
del primo piano. Un ricco cartellone di iniziative<br />
culturali accompagnerà per tutta l’estate<br />
questa grande esposizione.<br />
Volete un consiglio...andate presto a visitare<br />
questa rassegna: non rimarrete delusi e<br />
ritornerete chissà quante volte in occasione<br />
di “Sorsi di musica” una serie di concerti di<br />
musica classica ospitati nel parco della Villa,<br />
con a seguire un aperitivo.<br />
Antonio e Xavier Bueno<br />
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