FuoriAsse #18
Officina della Cultura
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Istantanee<br />
W. EUGENE SMITH<br />
USATE LA VERITÀ<br />
COME PREGIUDIZIO<br />
24 settembre - 4 dicembre 2016<br />
Centro Culturale di Milano<br />
Largo Corsia dei Servi 4, Milano<br />
©The Heirs of W. Eugene Smith<br />
a cura di<br />
Cristina De Lauretis<br />
W. Eugene Smith, Steelworker with Goggles, Pittsburgh, 1955,<br />
Ho visitato diverse mostre. Alcune le ho<br />
amate di più, altre meno, qualcuna mi<br />
ha deluso, qualcun’altra è stata una<br />
rivelazione. La mostra di Eugene Smith<br />
è ospitata nella nuova sede del Centro<br />
Culturale di Milano, a un passo dal<br />
Duomo. Pareti bianche, due sale ampie,<br />
luci dirette sulle fotografie esposte, pochissime<br />
persone, una zona d’ombra<br />
centrale dove è situato un divano che<br />
offre una visuale perfetta su tutti gli<br />
scatti. Smith è uno dei più grandi fotografi<br />
documentaristi. L’esposizione riper -<br />
corre la sua carriera e la sua collaborazione<br />
con la rivista «Life». Si tratta di<br />
scatti realizzati tra il 1945 e il 1978: cinquanta<br />
fotografie in bianco e nero, provenienti<br />
da una collezione privata, che<br />
sanno emozionare profondamente. La<br />
mostra si apre con le immagini che lo<br />
hanno consacrato alla fama internazionale,<br />
ovvero le immagini del Pacifico du-<br />
rante la Seconda Guerra Mondiale.<br />
Scatti strazianti, brutali, e proprio per<br />
questo di una bellezza straordinaria. Mi<br />
colpisce una foto in particolare, quella<br />
di un’esplosione: la nube nera, i rami<br />
neri, scheletrici, i soldati che se ne stan -<br />
no rintanati, minuscoli come formiche,<br />
sotto quell’ammasso che sovrasta ogni<br />
cosa: il titolo della fotografia è Rami,<br />
pietre e pezzi di ossa umane. Basta que -<br />
sto scatto, o meglio l’abbinamento foto/titolo,<br />
a farmi commuovere. Altre<br />
fotografie di soldati: sono sporchi, provati,<br />
doloranti, come pugni nello stomaco,<br />
soprattutto quella in cui è ritratto un<br />
militare mentre trova un bambino. Gli<br />
orrori della guerra e le ferite riportate al<br />
volto causeranno a Smith una crisi crea -<br />
tiva che durerà anni. È a questo punto<br />
che, per Smith, la fotografia diventa<br />
strumento di sensibilizzazione sociale.<br />
Ricomincerà a fotografare nel 1948,<br />
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