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FuoriAsse #18

Officina della Cultura

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mini, il problema dello smaltimento dei rifiuti, che Bauman considera come uno dei<br />

mali moderni, molto ricorda quel senso di accatastamento che Guido Oldani denuncia<br />

attraverso le sue poesie.<br />

Il crescente sentimento di deresponsabilizzazione e la riduzione delle strutture<br />

sociali ad una funzione strumentale e limitata, non può che mettere in crisi, incrinare<br />

e sfilacciare l’idea di una più complessa convivenza sociale. La mancanza<br />

anche di interazione tra i diversi ambiti che svolgono attività sociali finisce per stravolgere<br />

o svilire il senso stesso della vita. Svilimento che si tenta di evitare sottraendosi<br />

a tutte le occasioni di riflessione. La reale difficoltà oggi si riscontra nel tentativo<br />

di rimanere legati al valore delle tradizioni. Pertanto, tali riflessioni hanno solo<br />

l’intento di chiarire, prima ancora di individuare, quello che oggi, attraverso l’arte,<br />

si tende a comunicare.<br />

L’interpretazione di una società lontana da ogni legame affettivo e libera da ogni impedimento<br />

dona all’essere umano una sensazione di invincibilità e di potenza.<br />

Mentre l’idea di appartenenza a un luogo e, quindi, ai valori culturali di un preciso<br />

territorio, appare un compromesso non negoziabile. A questa stregua, risulta difficile<br />

impostare le basi del dialogo o del dibattito. Così, la capacità di mettersi in<br />

discussione, il confronto chiaro e onesto restano valori solo per se stessi, non facilmente<br />

attualizzabili.<br />

Tutto questo non può che favorire lo sviluppo, oltre che l’interesse del pubblico, di<br />

tutte quelle forme d’arte capaci tutt’al più di scioccare. Un mondo culturale troppo<br />

occupato nella ricreazione dell’effetto speciale e poco propenso a creare occasioni di<br />

confronto “reale”. Si dà così adito a quelle strutture linguistiche in cui il pensiero,<br />

già confezionato e circoscritto, viene acquisito senza essere analizzato. Si tratta,<br />

perlopiù, di frasi a effetto, che confondono e limitano lo sguardo.<br />

Gli effetti speciali creano un impatto emotivo forte, simile a uno stordimento. Tutto<br />

è bello, tutto è “sublime”. Pertanto, la mancanza di un giudizio critico allontana<br />

anche da tutti quei presupposti ritenuti fondamentali per la costruzione di una propria<br />

identità. Ecco perché, soprattutto nelle grandi città, una serie di messaggi precostituiti<br />

portano a subire la quotidianità più che a viverla.<br />

Inoltre, la spasmodica necessità di informare senza comunicare finisce per alimentare<br />

una curiosità voyeuristica che non sempre conduce alla valorizzazione di un<br />

atteggiamento riflessivo e quindi proficuo, quanto piuttosto favorisce l’accelerazione<br />

di facili entusiasmi, mascherando i reali problemi sociali. Oltre alla cattiva informazione,<br />

l’espressione di giudizi parziali e poco ponderati creano una condizione di<br />

chiusura o comunque l’obbligo di dovere effettuare una scelta senza la possibilità di<br />

una revisione futura. In una società così intesa, non esiste la sospensione del giudizio,<br />

tanto cara a Bobbio.<br />

Allo stesso modo, molti fenomeni culturali vengono precipitosamente giudicati<br />

FUOR ASSE<br />

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