FuoriAsse #18
Officina della Cultura
Officina della Cultura
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
sé. L’attore come lo scrittore o il musicista:<br />
i grandi sono quelli che «emigrano»<br />
di continuo nelle idee, nelle ricerche,<br />
nella sperimentazione.<br />
VV: Sì, l’artista è qualcuno in costante<br />
negoziazione con una sensibilità debordante.<br />
È un pazzo consapevole, in grado<br />
di incanalare sé o la propria visione in<br />
una creazione condivisibile, attraverso<br />
un linguaggio, l’arte, che permette di denunciare,<br />
celebrare, ricordare, scoprire<br />
aspetti viscerali del vivere e del rebus<br />
umano. Questa condizione implica una<br />
particolare rivisitazione delle proprie tra -<br />
dizioni che porta spesso l’artista a doversi<br />
trasferire alla periferia di quelle<br />
che sono le certezze culturali del proprio<br />
paese, a diventare, suo malgrado, un<br />
migrante ancor prima di abbandonare<br />
la propria terra.<br />
César ha vissuto doppiamente questa<br />
condizione di esule, le dittature sudamericane<br />
hanno lasciato ferite profonde<br />
in chi è scappato così come in chi è<br />
rimasto, colpendo trasversalmente tutti,<br />
qualsiasi fosse il grado di sensibilità.<br />
Quest’esperienza dolorosa originaria è<br />
sicuramente un motore molto potente<br />
nell’arte di César, che gli permette, per<br />
esempio, di vedere in Ulisse il migrante<br />
di oggi. La Bolivia è piena di grandi case<br />
in lenta costruzione finanziate da un’infinità<br />
di Ulisse, donne e uomini, clandestini<br />
e non, andati a lavorare in Europa<br />
o negli Stati Uniti. La Bolivia è disseminata<br />
di «Itache» in attesa di ritorni o<br />
deportazioni. Poi penso a Gonzalo Callejas<br />
(l’Ulisse nell’Odissea di César Brie)<br />
e alla sua bolivianità coriacea e al tempo<br />
stesso profondamente scalfita dall’avventura<br />
teatro dall’incontro con l’altro,<br />
sia esso lo straniero interno (il sé sconosciuto),<br />
o esterno («il gringo», colui che<br />
non è indigeno e che viene da fuori).<br />
Rifletto sulla ricchezza di un’esperienza<br />
identitaria frastagliata, di un senso di<br />
appartenenza difficile da posizionare.<br />
Questo è anche il mio caso, naturalmente.<br />
E dire che già prima di partire<br />
per la Bolivia, spesso mi chiedevano:<br />
«Ma tu sei italiana?».<br />
Viola Vento è attrice e regista. Ha lavorato<br />
al Teatro de los Andes in Bolivia dal<br />
2008 al 2011.<br />
Recuerdo de La Odisea, ©Javier Valencia<br />
FUOR ASSE<br />
34<br />
Teatro