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FuoriAsse #18

Officina della Cultura

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Il lavoro di raccolta di Daniela Marcheschi<br />

è esemplare per questo motivo, ma<br />

anche per quella lucida capacità di analisi<br />

che la contraddistingue. Avvolti come<br />

siamo dai fumi di una società che<br />

oggi ha mille mezzi per esprimersi, risulta<br />

molto difficile condurre una ricerca<br />

“coscienziosa”, lontana dai canoni imposti<br />

dalla cultura dominante, ma anche<br />

capace di superare quei limiti geografici<br />

che, sempre più, portano ad accentrare<br />

la poesia in pochi e determinanti<br />

luoghi: più spesso Milano e Roma<br />

ad esempio.<br />

I 21 poeti dell’antologia, di cui Daniela<br />

Marcheschi fornisce anche un approfondito<br />

profilo bio-bibliografico e critico,<br />

sono Pier Luigi Bacchini, Giampiero Neri,<br />

Franco Loi, Fernando Bandini, Elio<br />

Pecora, Jolanda Insana, Nanni Cagnone,<br />

Anna Cascella Luciani, Giorgio Manacorda,<br />

Cristina Annino, Maurizio Cuc -<br />

chi, Lino Angiuli, Assunta Finiguerra,<br />

Biancamaria Frabotta, Guido Oldani,<br />

Roberto Piumini, Maura Del Serra, Ame -<br />

deo Anelli, Margherita Rimi, Antonio Ric -<br />

cardi, Paolo Febbraro.<br />

Daniela Marcheschi con questa Antologia<br />

di poeti contemporanei finalmente<br />

riapre il dibattito sulla poesia italiana.<br />

*****<br />

CA - Una certa mancanza di ricerca<br />

formale nel lavoro del poeta si riflette<br />

oggi, di conseguenza, nel lavoro del critico.<br />

Forse mancano bravi poeti e/o bravi<br />

critici?<br />

DM - No. Ci sono bravi poeti e bravi critici;<br />

e hanno una idea forte del loro<br />

lavoro: come la poesia sia un’arte, in cui<br />

il talento si accompagna allo studio e<br />

all’approfondimento, nel confronto con<br />

la varietà delle discipline e delle esperienze<br />

esistenziali; come questo lavoro<br />

duro della poesia non sia da confondere<br />

FUOR ASSE<br />

36<br />

con il bello scrivere o con il semplice<br />

bisogno di scrivere, pago di sé nel momento<br />

in cui le parole si allineano in<br />

versi (veri o presunti). Si parla di personalità<br />

molto concentrate sulla scrittura<br />

o lo studio; che hanno perciò meno tempo<br />

di fare altro.<br />

È vero che una critica meno coscienziosa<br />

o dai gusti accomodanti, se non impressionistica,<br />

ha contributo a una certa<br />

mancanza di ricerca formale, confondendo<br />

le carte, i confini fra poesia come<br />

arte e “poesia” come scrittura autoreferenziale,<br />

come effusione spontanea dell’animo<br />

o allineamento di parole (a volte<br />

si conoscono poco la metrica e le tecniche).<br />

Comunque, se con pazienza cerca<br />

– questo è il compito della critica, non<br />

pifferaia dell’industria culturale, non<br />

pubblicitaria – le cose notevoli, belle,<br />

emergono anche oggi nella loro luce.<br />

CA - Quale rapporto c’è tra la poesia e<br />

l’alta funzione civile che Lei stessa affida<br />

alla Letteratura in generale?<br />

DM - Come arte della parola, la poesia<br />

si fonda su precisi statuti per divenire<br />

espressione e anche conoscenza. Esige<br />

l’ispirazione, ma anche la tecnica interna<br />

ed esterna, cioè il processo di elaborazione<br />

delle esperienze di vita e di cultura<br />

e l’apprendimento di tecniche, l’acquisizione<br />

corporea di prassi esecutive;<br />

e conoscenza e coscienza critica delle<br />

tradizioni del passato e di quelle in atto<br />

con il loro diverso portato di pensiero.<br />

Se è tutto questo, la poesia perde i suoi<br />

connotati di attività privatistica per<br />

incontrare «quel sé che coincide per gli<br />

altri», secondo la definizione di Giuseppe<br />

Pontiggia (che la mutuava e variava<br />

dal grande poeta Giorgio Caproni). È<br />

“motore” di verità, dunque di valori importanti:<br />

in questo significato ha una<br />

ricaduta positiva sulla società e acquista<br />

una funzione civile nell’accezione<br />

più ampia del termine. Come alta cultura,<br />

la poesia è un antidoto alla vanitas<br />

Redazione Diffusa

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