FuoriAsse #18
Officina della Cultura
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spazio che Simone Carella, insieme ad<br />
altri artisti, aveva affittato a Trastevere:<br />
una ex scuola, con aule, palestra, cortile,<br />
terrazze, uno spazio gigantesco, che<br />
purtroppo non riuscimmo a mantenere<br />
per via dell’affitto impossibile. Utilizzavamo<br />
praticamente tutte le zone, interne<br />
ed esterne, basse ed alte, dopo aver<br />
ragionato proprio sulla struttura oppositiva<br />
ben presente in Euripide: alto/<br />
basso, aperto/chiuso, visibile/non visibile.<br />
Dopo qualche mese ne facemmo<br />
una versione per i teatri, che inevitabilmente<br />
perse quella libertà dello sguardo.<br />
Le Baccanti ebbe un’ultima replica<br />
al Teatro Romano di Ostia Antica nel<br />
1999, su invito di Mario Martone che<br />
dirigeva allora il Teatro di Roma.<br />
Con la Solari-Vanzi ricercammo un linguaggio<br />
teatrale semplice e poetico assieme,<br />
ma che avesse come sottotesto<br />
numerosi rimandi e allusioni, sia nel testo<br />
vero e proprio sia nell’uso degli altri<br />
elementi dello spettacolo: suono, luci,<br />
spazio. In pratica nell’elaborazione di un<br />
teatro che potesse far riflettere senza cadere<br />
nell’intellettualismo o nella banalizzazione.<br />
Dopo dieci anni ero però stanco e affaticato<br />
dalla gestione della compagnia: le<br />
normative relative ai finanziamenti ministeriali<br />
e la burocrazia rischiavano di<br />
soffocare il lavoro artistico, portandoci<br />
in una progressiva catastrofe economica,<br />
che non avremmo saputo come fronteggiare.<br />
Decidemmo allora di sciogliere<br />
il gruppo, entrando io e Alessandra a far<br />
parte di un’associazione romana, Sala<br />
Uno.<br />
Nel 2000 nel Teatro Sala Uno, a Piazza<br />
di Porta San Giovanni, realizzai OGM –<br />
Organismi Genericamente Modificati, un<br />
montaggio o meglio un’ibridazione (visto<br />
il tema…) di testi disparatissimi, dalle<br />
Upanishad della grande tradizione induista,<br />
a Giacomo Leopardi, da Edgar<br />
Allan Poe a frammenti scientifici, fantascientifici,<br />
parascientifici, a dialoghi e<br />
monologhi scritti da me: una performance<br />
che si interrogava sulle nuove<br />
prospettive aperte dalla scienza, sui mu -<br />
tamenti del corpo, della generazione, del<br />
la comunicazione. In scena eravamo io e<br />
un altro attore, Maurizio Zacchigna, alle<br />
percussioni Mauro D’Alessandro.<br />
FUOR ASSE<br />
©Martin Clausen - Archivio privato Marco Solari<br />
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Redazione Diffusa