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FuoriAsse #18

Officina della Cultura

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icordo imburrata di arilli liquefatti nel<br />

cerchio del tuo pugno chiuso, rugoso<br />

quando ti facevi tirare u sangu.<br />

Poi mi bruciava la minchia, le arance che<br />

non avevo digerito, pisciavo e non aveva<br />

senso e assottigliatosi il mio sonno dentro<br />

il sogno reale del tuo trapasso allora<br />

decisi di fare l’essere umano, di essere<br />

Butera, di piovere dagli occhi: le ghiandole<br />

lacrimali erano le tue cipolle, allungate<br />

sul soffitto.<br />

Ed ho pianto, le mie cipolle sono diventate:<br />

acqua.<br />

Non c’avevo fazzoletti, non c’avevo niente<br />

Picciddu mio.<br />

Ma ora ce ne andiamo, ora ti fazzu vidiri<br />

iu, ora andiamo, ora andiamo a Butera.<br />

Come una federa ricamata che s’arrotola,<br />

da sola, il pane azzimo del sabato,<br />

m’hai preso per i polmoni e hai svitato il<br />

mio spirito per relegarlo didentro la tua<br />

pancia.<br />

Una mazzata di soffocamento, un fagiolo<br />

accostato alla gola, impalato.<br />

Nubi.<br />

Stai queto, non sbattere i piedi Razziddù,<br />

non ti sto impiccando, non ti sto strozzando,<br />

t’ho messo dentro la mia nebbia.<br />

Butera covata dentro le nubi, come un<br />

piccolo schermo a punti neri e bianchi si<br />

sbregava, per il mio spettacolo da nascituro<br />

immateriale dal pancione di mia<br />

nonna, il fantasma.<br />

E sentivo le campane della Piazza che<br />

aprivano il Comune e le saracinesche parevano<br />

sassofoni contralti e Tano, il proprietario<br />

della sala giochi, con la mano<br />

d’uccello malarico, beccaccio immusonito,<br />

riusciva ad aprire la cassetta dei<br />

soldi. Il Barbiere Mutu che zampettava,<br />

come un ballerino di tip tap allegro, verso<br />

il buco dal quale era venuto, oramai<br />

accettato, miserabile!<br />

Le sarte di Via Gela, radunate per infilzare<br />

i mosconi dell’estate eppoi decidere di<br />

farsi di riso sdentato, finalmente libere di<br />

filare.<br />

©Analua Zoé<br />

FUOR ASSE<br />

89<br />

Riflessi Metropolitani

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